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Leonardo Bragaglia

Memo Benassi
Un grande attore diverso

Bologna, Paolo Emilio Persiani, 2007, pp. 110, euro 18,00
ISBN 978-88-902003-7-3

Leonardo Bragaglia, attore, scrittore, regista teatrale e radiofonico, ha avuto l’opportunità di lavorare al fianco di Memo Benassi. La prima volta avvenne nel 1948, quando lo zio Anton Giulio allestì a Venezia con la Compagnia Drammatica Tartufo di Molière e affidò all’attore il ruolo del titolo, la seconda quattro anni dopo con la partecipazione alla rappresentazione de La leggenda di Ognuno di Hugo von Hofmannsthal a Bergamo nel 1952.

Oltre mezzo secolo dopo e in occasione della ricorrenza dei cinquant’anni della morte dell’indimenticato attore avvenuta il 24 febbraio 1957 (e allo stato attuale la cultura teatrale italiana poco o nulla ha fatto per ricordare), Leonardo Bragaglia ricorda l’amico collega in un libro semplice e pratico, esenziale nelle informazioni, finalizzato alla ricostruzione della carriera artistica di "Un grande attore diverso", come recita il sottotitolo. Aspetto, questo, riconosciuto da Mario Scaccia, che rileva la sua "espressione artistica totale sia sulla scena che nella vita quotidiana: uno sguardo, una posa, una intonazione, un sorriso, un aggrottare di ciglia, gli stessi – sempre – ma pur sempre specifici alla circostanza, connotatori di una creatività che non è finzione ma realtà continua, verità, modo di essere, espressione estetica allo stato puro, anche quando non intendeva recitare" (p. 6).

Preziosa si rivela anche la famosa testimonianza di Charles Chaplin (La mia autobiografia, Milano, Mondatori, 1964, pp. 232-233), spettatore nel 1922 della rappresentazione a Los Angeles della ibseniana La donna del mare con Eleonora Duse, affiancata da "un giovane e bell’attore [che] fornì una versione a dir poco superba, tenendo magnificamente il palcoscenico. E tutti noi ci domandammo: come avrebbe fatto la Duse a superare la straordinaria prestazione di quel giovanotto?" Quando la Divina entrò in scena, "un mormorio allora percorse la sala" e la domanda trovò facile risposta. Il giovane Benassi, da parte sua, maturava esperienze fondamentali e consensi unanimi nelle sue doti espressive, che via via affinò di eleganza e originalità tanto da diventare uno degli attori più significativi e innovativi del teatro italiano tra gli anni Trenta e Cinquanta.

Il libro di Bragaglia organizza in capitoli disposti in ordine cronologico le varie fasi della brillante carriera, dagli esordi al rapporto artistico con la Duse, dalla collaborazione con la compagnia delle sorelle Gramatica al contatto con Max Reinhardt e Jacques Copeau al Maggio Musicale Fiorentino nel 1933, dalle grandi interpretazioni scespiriane degli anni Trenta (Amleto per la regia di Anton Giulio Bragaglia, Mercante di Venezia) alla fondamentale esperienza del capocomicato maturata a partire dalla stagione 1937-38, dai capolavori della maturità con allestimenti ricavati da Cechov e Molière alle prove del Re Lear del 1956, diretto da Fantasio Piccoli durante le quali fu colpito da una fatale paralisi.

Nel libro, oltre alle testimonianze dell’epoca e alla rassegna stampa, non mancano aneddoti e curiosità che arricchiscono la conoscenza dell’uomo e dell’attore Benassi. Si leggono e si risolvono importanti questioni biografiche, come la leggenda della memoria oppure il celebre e chiacchierato dissidio con le sorelle Gramatica, ora notevolmente ridimensionato e svuotato di pettegolezzi. Il contributo di Bragaglia restituisce lo spessore artistico e intellettuale di questo indiscusso protagonista e maestro della scena italiana, anche se il lavoro, in definitiva, rimane un progetto essenzialmente divulgativo e non diventa strumento scientifico utile alla ricerca. Mancano l’indispensabile apparato bibliografico e l’indice, e qua e là si incontrano refusi.



Massimo Bertoldi


copertina

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