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Quando si parla del…canto! Convegno AICI Convegni

Si è svolto a Modena presso il ridotto del Teatro Comunale il giorno 12 novembre, nelle ore che precedevano la prima del Principe Granchio di Paolo Furlani e Marcello Chiarenza, un'interessante Convegno organizzato dall'AICI (Associazione Insegnati di Canto Italiano, con sede ufficiale alla Scuola di Musica di Fiesole) in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale di Modena dal titolo: La voce nell'infanzia e nell'adolescenza - Le problematiche dell’intervento didattico.

 

La giornata, condotta da Massimo Sardi (presidente dell'Associazione), si è divisa in due sezioni: una mattutina, di carattere tecnico-espositivo, e una pomeridiana, più riflessivo-esperenziale.

Puntuali ed illuminanti (anche per chi in parte conosceva già l'argomento) sono stati gli interventi del Prof. Franco Fussi (Direttore del Centro Audiologico Foniatrico di Ravenna) con la relazione Evoluzione della vocalità e alterazioni della voce cantata nell'infanzia e della Dott.essa Laura Paoletti, che ha amichevolmente sostituito la dott.ssa Maria Luisa Galante (Presidente ALT - Associazione Logopedisti Toscani, Firenze), con l'esposizione Intervento logopedico delle disfonie infantili.

Dopo pranzo la discussione si è animata attorno al tema I problemi dell'educazione vocale dall'infanzia all'adolescenza e il passaggio alla voce adulta con una Tavola Rotonda, aperta anche al pubblico, che comprendeva le esperienze personali e le riflessioni di Lelio Capilupi (docente di Canto al Conservatorio "Arrigo Boito" di Parma), di Melitta Lintner (direttore del Coro di Voci Bianche del Teatro Comunale di Modena), di Fabio Lombardo (direttore della Schola Cantorum "Francesco Landini" della Scuola di Musica di Fiesole e docente di Direzione di coro al Conservatorio "Giacomo Puccini" di La Spezia), di Nicoletta Maggino (insegnate di Canto esperta di coralità dell'adolescenza), di Lucia Mazzei (insegnate di Canto nel Dipartimento vocalità della scuola di Musica di Fiesole), di Paola Salvezza (docente di Direzione di coro e repertorio vocale nella scuola di Didattica della Musica, Istituto musicale "Orazio Vecchi" di Modena), e di Sabrina Simoni (direttore del Piccolo Coro "Mariele Ventreì" dell'Antoniano di Bologna).

 

L'incontro, uno dei tanti organizzati dal 1999 ad oggi dall'Associazione, ha avuto il merito di concentrarsi per la prima volta sulle problematiche esclusivamente infantili e adolescenziali.

 

Il gruppo di voci bianche
Coro di voci bianche



Quanto è emerso sia dagli interventi dei due specialisti che dai racconti dei vari professionisti del settore ha evidenziato primariamente la necessità di considerare il benessere psicofisico del bambino/ragazzo (benessere spesso messo a repentaglio, nei cori di voci bianche, dalle esigenze economico-temporali dei Teatri), a prescindere che si tratti di una formazione canoro-musicale di ambito amatoriale e/o professionale (spesso le laringopatie nascondono problemi psicologici che annebbiano le reali qualità canore; molti sono i danni causati da insegnati poco preparati; innumerevoli appaiono le illusioni alimentate dalle trasmissioni televisive).

 

In secondo luogo, l'accento è caduto sulla mancanza di un repertorio specifico e adeguato. Soprattutto gli insegnanti e i direttori di coro hanno lamentato l'estraneità di molti compositori dalla conoscenza dei limiti vocali e stilistici imposti dall'età dei loro piccoli esecutori (un coro di voci bianche, ad esempio, è caratterizzato da una emissione molto fievole del suono e per essere percepito con una certa intensità deve essere costituito da un numero considerevole di bambini, numero che raramente si ha la possibilità di avere a disposizione), o della mancanza di senso artistico  dalle composizioni loro destinate.

 

In pratica è emersa la volontà di intraprendere un percorso di ricerca e di cooperazione sempre maggiore tra scienza, educazione e creazione musicale a livello nazionale ed internazionale.

L'auspicio è dei migliori, e, chi scrive sottolinea,  non guasterebbe anche un'attenzione verso la cura del movimento, del gesto, della partecipazione fisica al canto. Un buon interprete dovrebbe curare globalmente la propria presenza: voce e movimento dovrebbero risultare un tutt'uno; il corpo è uno strumento che include 'anche' la voce, studiarne le dinamiche e le interazioni dovrebbe essere fondamentale per eccellere in scena, per essere credibili (atto più complesso per un cantante che per un attore). Funzionale a questo proposito, potrebbe risultare, ad esempio, il metodo di educazione musicale messo a punto nel secolo scorso da Jaques Dalcroze, del quale si occupano con passione,  in Italia, Louisa Di Segni, Ava Loiacono e Sabine Ötterli.

Peccato che l'incontro sia stato disertato, quasi, da compositori e librettisti e interpreti…


 
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