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Vsevolod Mejerchol'd. 33 svenimenti. Una domanda di matrimonio, L'anniversario, L'orso di Anton Cechov

A cura di Fausto Malcovati

Milano, Ubulibri, 2006, pp. 142, euro 17,00
ISBN 8877482982

33 svenimenti, da tre atti unici di Anton Cechov (Una domanda di matrimonio, L'anniversario, L'orso), fu l'ultimo spettacolo di Vsevolod Mejerchol'd presentato il 25 marzo 1935. Poi il regista russo si incamminò lungo le stazioni di un doloroso calvario: subì violenti attacchi dalla critica ufficiale che lo accusava di 'formalismo', ossia di tendenze culturali e ideologiche contrarie al realismo socialista; furono vietati gli allestimenti in preparazione, Boris Godunov di Aleksandr Puskin e la riduzione del romanzo Come fu temprato l'acciaio di Nicolaj Ostrovskij; fu chiuso il teatro e sciolta la compagnia; nel 1939 venne arrestato con l'accusa di attività antisovietica, interrogato e torturato, infine fucilato. A questa illustre vittima dell'era delle grandi purghe staliniste Ubulibri dedica un interessante volume, 33 svenimenti. Una domanda di matrimonio, L'anniversario, L'orso di Anton Cechov, che segue la pubblicazione de L'attore biomeccanico (1993)  e 1918: lezioni di teatro  (2004).

Attingere dal repertorio cechoviano fu ''indubbiamente una forma di protesta, un modo per ricordare chi ha inventato il vero realismo'', sottolinea Marco Malcovati nell'Introduzione. Inoltre Mejerchol'd trovò gli atti unici attualissimi, ''con quella satira amara, svelta, garbata, divertita, qualche volta cattiva, della piccola borghesia fine secolo, che calza a meraviglia i rinati benestanti sovietici, gretti, grezzi, ipocriti come i loro antenati''. A monte dell'operazione drammaturgica si riconosce una profonda riflessione sul vaudeville, genere di spettacolo assai gradito dal pubblico soprattutto moscovita e pietroburghese, e la necessità di una lettura rinnovata del senso e della funzione del comico, che alla comicità leggera di stampo francese porta ad una versione asciutta, controllata, realistica. Mejerchol'd scoprì nei tre atti unici lo sviluppo di un artificio comune che diventò la chiave di lettura per l'elaborazione di uno stile scenico unitario. Si tratta di svenimenti e collassi contati esattamente nel numero di trentatré distribuiti tra uomini e donne, che devono essere accompagnati dalla musica. Il tessuto musicale aderisce alla situazione psicologica del personaggio, per evitare il facile rischio della caricatura.

Dalla lettura delle Note di regia, stenografate dai collaboratori durante le prove, si capisce tutto lo spessore creativo e intellettuale di Mejerchol'd, assai prodigo e lucido nel guidare gli attori con notazioni relative a gesti, battute, azioni per meglio padroneggiare l’esecuzione fisica e la reazione psichica. Il lavoro quotidiano emerge in tutte le sue sfaccettature, dal rigoroso metodo applicato dal maestro alle difficoltà incontrate dagli attori, dalle analisi minuziose dei  testi ai problemi legati alla scenografia. Si incontrano anche gustose situazioni umane, come quella del 17 novembre 1934 quando era programmata una prova di Una domanda di matrimonio, ma l'attore Ill'nskij non risultò presente e quando lo mandarono a chiamare, arrivò con grande ritardo. Intanto gli altri attori e il regista attendevano sul palcoscenico, mentre gli spettatori si accomodavano in platea. ''Quando Ill'nskij arriva e attraversa la sala, viene fischiato scherzosamente''. Salì sul palco e si avvicinò a passo sostenuto a Mejerchol'd e disse: ''Pensavo che oggi fosse L'orso''. A quel punto il regista ''gli stringe la mano e dà il segnale di inizio della prova''.

Completa questo interessante volume Ubulibri la pubblicazione integrale dei tre testi cechoviani, con foto tratte dagli spettacoli.



Massimo Bertoldi


Copertina

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