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Stephen Greenblatt

Vita, arte e passioni di William Shakespeare, capocomico

Will in the World. How Shakespeare became Shakespeare

Torino, Giulio Einaudi Editori, 2005
ISBN 88-06-16225-X

Docente di letteratura inglese alla Harvard University, tra i massimi studiosi di Shakespeare, Stephen Greenblatt (curatore dell'edizione delle opere complete di Shakespeare presso Norton e della Norton Anthology of English Literature) propone una biografia del drammaturgo il cui scopo, come si evince dal titolo originale, è quello di capire come Shaskespeare sia potuto diventare se stesso. In questa opera Greenblatt mette a fuoco il percorso che ha permesso ad un ragazzo, che non aveva frequentato l'università e che veniva dalla provincia, di imporsi sulla scena londinese come drammaturgo di prima grandezza, apprezzato ed acclamato.

La ricerca è resa difficile dalla disparità tra la vasta mole di opere pubbliche di Shakespeare e le scarne testimonianze della sua vita privata, della quale ci sono giunte alcune lettere, contratti e poco più. Per quale motivo uno dei più prolifici autori teatrali ha lasciato così poche tracce della sua vita privata? Dal momento che le reazioni umane non sono mai prive di una causa, il critico ne cerca le radici nel periodo storico in cui l'autore elisabettiano ha operato, adottando però un particolare punto di osservazione, quello di una persona dell’epoca di Shakespeare di fronte agli avvenimenti eccezionali e ordinari del proprio tempo.

In prima istanza viene rievocata la figura paterna, con particolare riferimento alla brusca caduta della sua fortuna, che avrebbe avuto come contropartita la grossa somma spesa da Shakespeare per assicurarsi terreni, case e stemma nobiliare, quasi a voler riscattare il nome della famiglia. Segue lo studio dei documenti notabili – compravendite, testamento – che costituiscono il lascito privato dello scrittore elisabettiano.

Sullo sfondo vengono delineati gli eventi spettacolari (rappresentazioni teatrali, ma anche feste in onore del sovrano) che si presume Shakespeare abbia potuto vedere, e viene intessuto un confronto a distanza tra questi e i testi prodotti in seguito dallo scrittore elisabettiano.

Altre considerazioni sono dedicate all’insicurezza dell’Inghilterra del periodo, causata dall'alternarsi sul trono di una monarchia ora cattolica, ora protestante, con le debite conseguenze per il popolo. Viene descritta un’atmosfera fatta di voci, sussurri, paure ed obblighi verso i Santi Offizi. Anche gli spettacoli offerti dalla Londra contemporanea – le teste mozzate affisse sul ponte come monito per i viaggiatori, ma anche la condizione di festa dei quartieri dove sorgevano i teatri – fanno comprendere il clima del tempo. Proprio in questo elemento il critico suggerisce di trovare la chiave di lettura per capire l’estrema prudenza di Shakespeare nell’esplicare il proprio pensiero, in un periodo in cui la discrezione era una virtù necessaria.











Carlo Lorini


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