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Theaterheute


2005, n. 12, pp. 80, € 9,50
ISSN 0040 5507

E' una Hedda Gabler contemporanea, lucida e cinica, emancipata dagli schemi mentali dell'embrionale femminismo che serpeggia nel capolavoro ibseniano, quella interpretata da Katharina Schüttler secondo la regia di Thomas Ostermeier. La recensione di Hedda Gabler, che apre la sezione "Aufführungen" del nuovo numero di "Theaterheute", propone un confronto con le più recenti edizioni viste in Germania e Svizzera ed è volta a sottolineare la lettura innovativa dello spettacolo visto alla Schaubühne di Berlino e la prova di livello degli attori, Kay Bartholomäus Schulze (Eilert Lövberg), Lars Eidinger (Jörgen Tesman), Jörg Hartmann (Brack).

Lo Schauspielhaus di Bochum ha inaugurato la propria stagione con Die Zeit und das Zimmer (Il tempo e la stanza) di Botho Stauß. La regia di Dieter Giesing segue con precisione le indicazioni del testo, trasforma la stanza da luogo prima astratto, quasi mantale, in spazio concreto dove i personaggi ora soffocano ora sprigionano le loro pulsioni. Tra gli attori si sono distinti Ernst Stötzner (Olaf) e Burghart Klaußner (Julius). Sempre nello stesso teatro sono stati allestiti due spettacoli ricavati dal repertorio classico tedesco. Miss Sara Sampson, tragedia giovanile di Lessing, nella versione curata da Benjamin Walther, diventa una cupa storia contemporanea di dissoluzione dei valori borghesi, interpretata da un gruppo di attori di livello (Claude De Demo, Lena Schwarz, Manfred Böll, Sascha Nathan e Christoph Pütthoff). Anche Iphigenie auf Tauris (Ifigenia in Tauride) di Goethe, curata da Elmar Goerden e affidata all'interpretazione di Christine Schönfeld nel ruolo della protagonista, Thomas Auzenhofer (Pilade), Rainer Bock, Oliver Moeller (Oreste), è trasposta in un presente assai poco rassicurante. Tra le altre produzioni spicca Phaidras Liebe (Phaedra's love) di Sarah Kane con Janko Kahle nel ruolo di Ippolito e Manuela Alphons nella parte di Fedra, per la regia di Kathrin Schecht.

Il cartellone dello Schauspiel di Essen presenta due produzioni di testi classici e tre allestimenti ricavati dal repertorio della drammaturgia contemporanea. La commedia Sommernachtstraum (A midsummer night's dream) di Shakespeare per la regia di David Bösch è resa con un taglio cinematografico che imprime rapidità ed essenzialità alle azioni e toglie al testo gli elementi fiabeschi anche per effetto della recitazione molto asciutta degli attori, tra i quali Sarah Viktoria Frick (Puck), Bettina Engelhardt (Titania) e Günter Franzmeier (Oberon). Ironia e malinconia si incrociano nella spassosa rappresentazione di Leonce und Lena – A betterday di Büchner firmata sempre da David Bösch. Nel blocco della drammaturgia contemporanea si segnalano tre spettacoli: Stier, libero adattamento dell'omonimo romanzo di Ralf Rothmann realizzato e curato da Annette Pullen; Ambrosia, spettacolo satirico di Roland Schimmelpfennig che si svolge in una situazione conviviale con otto attori accomodati a tavola e impegnati in dialoghi assurdi e spesso inconcludenti; e infine Eldorado di Marius von Mayenburg, in cui il regista Roger Vontobel rappresenta in modo convincente la condizione di fragilità morale e intellettuale dell'uomo moderno, privo di sogni e alternative. Tra gli attori sono emersi Nicola Mastroberadino (Oskar), Bettina Engelhardt (Thekla), Elisabeth Rath (Greta) e Sarah Viktoria Frick (Manuela).

La riduzione dei contributi finanziari governativi ha condizionato la strategia culturale del Theater der Stadt di Heidelberg, costretto a scritturare artisti giovani dai contratti poco esosi. I risultati artistici sono contraddittori. Modeste sono state le messinscene sia di Kamikaze Pictures di Jan Liedkes per via di una regia (Wulf Twiehaus) a tratti superficiale e monotona, sia del dramma 4.48 Psychose della Kane curato dal giovane Sebastian Schug e affidato all'interpretazione della promettente Barbara Wurstel. Un certo consenso di pubblico e di critica hanno ottenuto gli attori (Till Bauer, Christian Schulz, Klaus Cofalka-Adami) impegnati in Sturm di Ole Georg Graf firmato dal regista Martin Nimz e il Don Giovanni di Mozart diretto dal venticinquenne Cornelius Meister per la regia di Sandra Leupold.

Il festival "IsraDrama", svoltosi nel mese di settembre a Tel Aviv e Gerusalemme, è stato seguito dalla stampa tedesca perché inserito nelle manifestazioni relative alla ricorrenza dei quarant'anni di rapporti diplomatici tra Germania ed Israele. "Theaterheute" coglie l'occasione per analizzare la situazione e le caratteristiche della drammaturgia israeliana, riservando particolare attenzione agli artisti che hanno relazioni culturali con i teatri tedeschi, a partire dal direttore artistico del festival, Avishai Milstein, già collaboratore del Maxim Gorki Theater di Berlino ora regista del Teatro Beit-Lessin di Tel Aviv. Si tratta di un teatro politico, molto legato alla storia del Novecento, con una radicale denuncia dei mali e della corruzione della società capitalista, che trova nei testi di Nissim Aloni e Hanoch Levin significativi esempi.

Un lungo e articolato servizio pubblicato nella sezione "Theatergeschichte" si occupa di Erwin Piscator e del suo fondamentale contributo offerto allo sviluppo del teatro tedesco del dopoguerra. Piscator si trasferì a Berlino Ovest solo nel 1951, rientrato dall'esilio in America dove aveva diretto il Dramatic Workshop, frequentato da allievi destinati al successo (Marlon Brando, Tony Curtis, Arthur Miller, Judith Malina), ed era stato poi coinvolto nel clima di caccia alle streghe fomentato dalla Commissione del generale Mc Carthy. A Berlino lavorò, soprattutto in qualità di regista ospite, mettendo in scena sia testi contemporanei, come Come tu mi vuoi di Pirandello, che classici come Die Räuber (I Masnadieri) di Schiller. Diventato sovrintendente della Volksbühne di Berlino curò le regie delle prime rappresentazioni di Der Stellvertreter (Il vicario) di Hochhuth sulla corresponsabilità del papa nelle deportazioni degli ebrei, e di Die Ermittlung (Istruttoria) di Peter Weiss sugli orrori dei lager. Emerse un teatro marcatamente politico che aprì un filone di drammaturgia di denuncia in Germania e in Europa.

La scoperta di nuovi autori e lo spazio concesso a giovani emergenti costituisce un punto fermo del sistema teatrale tedesco, che non risparmia nell'investire denari ed energie creative, trasferendo sul palcoscenico testi che però non sempre risultano di spessore. La panoramica offerta da "Theaterheute" in "Neue Stücke" offre precise indicazioni in merito. Wir wollen den Messias jetzt oder Die beschleunigte Familie di Franzobel, miscuglio drammaturgico del dramma medievale pasquale e del dramma borghese, è stato allestito nell'Akademietheater di Vienna da Karin Beier e interpretato da Jaochim Meyerhoff, Cristiane von Poelnitz e Michael Masula. Gert Jonke firma Die versunkene Kathedrale, malinconica e movimentata storia d'amore applaudita nel Burgtheater di Vienna per la regia di Philip Tiedemann  (tra gli attori: Otto David, Dietmar Konig, Markus Hering, Ninja Reichert, Katja Hirsch).

Interessanti si sono rivelati anche gli spettacoli visti nello Schauspielhaus di Graz, a partire da Dein Projekt liebt dich di Johannes Schrettle, che ha presentato una versione pop di Auftrag di Heiner Müller, per continuare con Jessica, 30, riduzione dell'omonimo romanzo di Marlene Streeruwitz realizzata dalla stessa autrice che propone un monologo di una giornalista viennese coinvolta in storie di sesso e scandalo con politici illustri. La regia compete a Dieter Boyer.

I Kammerspiele di Monaco hanno ospitato un ciclo di spettacoli di successo. La nuova stagione si è inaugurata con la rappresentazione di draußen tobt die dunkelziffer, novità di Kathrin Röggla allestita da Felicitas Brucker e interpretata da Anna Böger, Martin Butzke e René Dumount. Schändet eure neoliberalen Biographien! è il titolo della novità di René Pollesch, amara riflessione sul rapporto tra libertà e politica; mentre Lulu live di Luk Perceval è un adattamento del capolavoro di Wedekind in chiave contemporanea con frequenti richiami alla pornografia in internet. Tra gli interpreti si sono distinti Christoph Luser e Julia Jentsch. Il testo del mese ("Das Stück") è Plonter di Yael Ronen.


Massimo Bertoldi


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