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Fondo Craig Eventi

L’Harold Acton Library di Firenze presenta la nuova sistemazione del Fondo Craig, poliedrico interprete dell’arte teatrale che sembra incarnare il fine dell’Istituto così come era stato concepito dal Capitano Harold Goad, direttore dal 1923 al 1939: essere centro di scambio delle culture britannica ed italiana, di insegnamento della lingua inglese e, soprattutto, di coesione con la comunità locale.

Craig fu regista, scenografo, pittore, incisore, studioso e grande innovatore di teatro. Nacque a Stevenage, in Inghilterra nel 1872 da Edwuard William Godwin, famoso architetto e appassionato di teatro, ed Ellen Terry, la più grande attrice dell’era vittoriana. Il nome con cui è adesso conosciuto fu scelto da Craig stesso per essere sicuro di emergere con le sole proprie forze, senza il continuo accostamento al nome della madre.

A conferma di quanto sopra affermato circa la fusione di due culture, Craig fece registrare alcune delle tappe più importanti della sua carriera artistica proprio a Firenze. Dopo aver lasciato l’Inghilterra, rea di non cogliere lo spirito innovatore del suo lavoro si diresse in Germania dove incontrò la Duse. Per lei realizzò le scene ed i costumi per l’Helekto di Hofmannsthal, che però non venne rappresentato. Successivamente la Duse lo invitò a Firenze e qui Craig realizzò la scenografia per il Rosmersholm di Ibsen. La prima ebbe luogo il 5 dicembre del 1906 al teatro della Pergola, sul cui palcoscenico è stata posta una targa a futura memoria dell’evento. Il risultato era stato eccezionale dato che era piaciuto sia alla Duse, come ben emerge dal diario di Guido Noccioli, membro della compagnia (“La scena nuova di cui parlo è ideata da un giovane pittore inglese, Gordon Craig […]. È una scena strana tutta verde e illuminata da 10 riflettori. I mobili sono verdi, di tela uguale la scena: in fondo una gran porta a vetri dà su un paesaggio che ricorda stranamente quello dell’Isola dei morti. L’altra porta grande è coperta da un velo bleu. Altri veli sono ai fianchi. Un sogno! Piacerà al pubblico? La signora ne è entusiasta”), che alla critica. Infatti Enrico Corradini scrisse: “…il palcoscenico appare trasformato, veramente trasfigurato, altissimo, con una architettura nuova, senza più quinte, di un solo colore fra il verde e il cilestrino, semplice, misterioso e affascinante, degno insomma di accogliere la vita profonda di Rosmer e di Rebecca West…La scena è la rappresentazione di uno stato d’animo”.

Nel 1908 Craig prese in affitto l’Arena Goldoni, che mantenne fino a quando non venne requisita dall’Esercito durante la Prima Guerra Mondiale. Nel marzo dello stesso anno dette vita alla rivista mensile The Mask la cui pubblicazione non fu continua (interrotta nel 1916 e ripresa dal 1918 al marzo 1919; nel 1929 ebbe un numero unico di 50 pp; fu trimestrale dal gennaio del ’24 alla fine del ’29) ma raggiunse comunque la tiratura di 10000 copie, e rappresentò un vero e proprio palcoscenico per la diffusione delle idee di Craig sul “nuovo teatro”. The Mask vantò la collaborazione fra gli altri di Shaw, Max Borbohm, Arthur Pinero, W.B. Yeats, Martin Harvey, Allardyce Nicoll. C.E. Montagne, Ellen Terry, Ashley Dokes e pubblicò testi di vecchi autori di teatro come Luigi Riccoboni e Carlo Gozzi, risultò più vivace e polemica rispetto al programma iniziale, che si proponeva di riportare all’attenzione di un certo pubblico aspetti del teatro per troppo tempo dimenticati. La nuova linea editoriale propugnava un regista non più servo del drammaturgo e collaboratore degli attori ma loro padrone, che usava il testo come materiale grezzo per la propria opera d’arte. Ancora, fin dai primi numeri Craig predicava il ritorno alle antiche maschere, all’attore disumano, ed il principale bersaglio dei suoi attacchi erano i molti aspetti del teatro commerciale.

Allo stesso tempo Craig continuava i propri studi sulla scenografia: tramite una serie di acqueforti ne dava un’idea totalmente rivoluzionaria. Basandola su una scena tridimensionale ne metteva in risalto le infinite possibilità di movimento e di creazione di immagini astratte. Nel 1913 animò un laboratorio di ricera, la Scuola di Arte del Teatro a Firenze a cui dovette rinunciare per lo scoppiare della Prima Guerra Mondiale e che segnò anche la fine della sua vita artistica. Trasferitosi nei pressi di Parigi si dedicò alla Gordon Craig Collection, vastissima collezione teatrale che intendeva lasciare ai futuri studenti dell’arte del teatro, e che venne ereditata dalla assistente e compagna Dorothy Neville Lees, che proseguì l’opera di raccolta intrapresa dal regista ed anche la stessa finalità. Infatti, tra il 1948 ed il 1956 ne dispose la collocazione presso i locali della Harold Acton Library di Firenze che grazie ad ulteriori donazioni ed acquisti in prima persona ha dato vita ad un fondo di consistenza inferiore soltanto a quello presente presso il Victoria & Albert Museum di Londra. In particolare si segnala la quasi completa collezione di The Mask, e la presenza di alcuni libri ormai rari.





 
Gordon Craig

British Library of Florence

 
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