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Giancarlo Rostirolla

Il 'Mondo novo' musicale di Pier Leone Ghezzi

Con saggi di Stefano La Via e Anna Lo Bianco

Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia - Milano, Skira, 2001, pp. 495, ill., euro 92,96
ISBN 88-8118-427-3
Questo libro è un 'evento' editoriale quasi straordinario per l'importanza dell'oggetto che in esso è trattato. Una pubblicazione a lungo attesa dopo il progetto di Alberto Cametti, grande storico della musica, non andato in porto negli anni Venti. Adesso, finalmente, i disegni di Ghezzi sono raccolti e disponibili in volume, colmando così una grave lacuna. Infatti per lo studioso di arte, musica, spettacolo, le caricature dei personaggi dell'ambiente musicale e mecenatesco romano del Settecento eseguite a centinaia dal Ghezzi sono un patrimonio imprescindibile e preziosissimo.

Pier Leone Ghezzi veniva da una famiglia di artisti legata al mondo della grande committenza papalina e aristocratica e al mondo dell'Accademia del disegno tra il '600 e il '700. Uomo colto, noto pittore, dotato di non trascurabili possibilità finanziarie il Ghezzi era anche un appassionato musicofilo nonché musicista dilettante raffinato. Le accademie (sòrta di salotti musicali) che teneva regolarmente in casa sua divennero con il tempo un appuntamento elitario ricercato e conosciuto in tutta Europa.

Durante queste riunioni, cui partecipavano musicisti, cantanti, letterati e anche ospiti stranieri (i viaggiatori del Grand Tour o i componenti delle missioni diplomatiche), Ghezzi tratteggiava rapidamente le caricature degli ospiti sui blocchi che teneva sempre a portata di mano nelle ampie tasche della sua marsina. Ma non era un disegnare, uno schizzare casuale, non era affatto la creazione di un book of sketches arbitrario e senza un filo conduttore. Tutt'altro. Non ogni ospite veniva ritratto, e dietro il ritratto, dietro la deformazione satirica si celava un preciso progetto diaristico, colto e in parte 'premeditato', che con il tempo lo rese famoso nel mondo teatrale e in quello delle corti reali.

Le sue caricature divennero ambitissime, e per comparire su quei fogli si giungeva a cercare l'intercessione di qualche importante nobile romano che facesse pressione sul Ghezzi. Centinaia e centinaia di disegni, a volte più accurati, in altre occasioni solo dei veloci 'schizzi': una galleria di cantanti, mecenati, impresari, 'buffi', violinisti, flautisti, castrati, grandi compositori. Da Latilla a Logroscino e Jommelli, dal basso buffo Giambattista Cavana alla prima donna Faustina Bordoni Hasse, dall'alto prelato all'organista, dal dilettante al burattinaio, dall'impresario all'anonimo castrato del coro di qualche cappella romana. Un diario per immagini, ognuna delle quali fornita di preziosissime, per gli storici, didascalie di pugno dall'autore, che si firmava sempre anteponendo il proprio titolo onorifico: Cavaliere (fu investito anche del titolo di conte dal duca di Parma). Un patrimonio non solo per coloro che desiderano sapere che volto avesse il famoso Nicola Logrosino, il dio dell'opera buffa, come lo definì un viaggiatore francese, o come si vestissero i più famosi castrati dell'epoca (il Farinelli, il Porporino, il Caffarelli), ma anche per ricostruire tutto un mondo teatrale.

Le caricature e i disegni del Cavalier Ghezzi rappresentano una importante fonte documentaria di supporto alla ricostruzione degli spettacoli di alcune stagioni romane. Ghezzi, infatti, non disegnava solo durante le accademie tenute nella sua dimora, ma ritraeva anche cantanti visti nei teatri romani, assiduamente frequentati dall'artista durante il carnevale (unica stagione teatrale consentita nella capitale della cattolicità).

In un'occasione si 'fece' impresario, insieme ad altri, per organizzare una rappresentazione privata in cui potessero cantare anche delle donne, altrimenti bandite dai palcoscenici pubblici dalle leggi pontificie e 'relegate' a cantare solo in serate nelle dimore della nobiltà o dell'alta borghesia.

Il Mondo novo rappresenta una fonte documentaria per la storia della musica e la storia della ricezione artistica, per la storia della società e la storia del costume, per l'indagine biografica degli interpreti, per il lessico e per la storia degli strumenti musicali. Si ha la possibilità di vedere il grande Logroscino seduto al clavicembalo, un continuista al suo fianco, leggere ed eseguire un suo spartito, o di vedere il tenore Amaducci impegnato a fare il suggeritore. Importantissimi due disegni che ritraggono Antonio Vivaldi (nn. 68 e 331 del catalogo), fondamentali per confronti con gli altri ritratti che compongono l'iconografia vivaldiana considerando la spontaneità, la precisione e la tecnica con cui Ghezzi documentava i maggiori e i minori esponenti del mondo musicale coevo.

Si possono attentamente 'verificare' le fogge alla moda: le parrucche alla francese, le acconciature delle donne borghesi, delle canterine o delle aristocratiche, i loro andriennes, i loro abiti da campagna. Si può vedere il grande cantante in veste da camera, o un basso buffo in atteggiamento devoto, il rosario stretto tra le mani e gli occhi rivolti al cielo in espressione orante. Ghezzi pone, inoltre, una particolare cura nel disegnare gli strumenti.

L'artista romano fu apprezzatissimo dal grande Hogarth e influenzò un altro importante caricaturista teatrale, non altrettanto celebre: Anton Maria Zanetti, i cui disegni, conservati dalla Fondazione Cini di Venezia, sono pubblicati in volume (Caricature di Anton Maria Zanetti, catalogo a cura di Alessandro Bettagno, presentazione di Giuseppe Fiocco, Venezia, 1969). Osservando alcuni fulminanti 'ferma immagine' su carta, non si può non pensare a certi acquarelli di Toulouse-Lautrec: altro stile, altro secolo, altro temperamento, certo, ma una comune passione teatrale, e una immensa capacità di cogliere il particolare, l'attimo rivelatore di un'arte e di un personaggio: si pensi al bellissimo acquarello di Lautrec rappresentante la danza della farfalla della ballerina e coreografa Luise Fuller.

Il volume è eccellentemente curato da un grande ed eruditissimo studioso come Giancarlo Rostirolla. Vi sono raccolti non solo disegni e caricature degli album posseduti dalla biblioteche romane, ma anche quelli finiti nelle collezioni di molti musei e biblioteche sparsi nel mondo. Un lavoro paziente e rigoroso che porta a 'conclusione editoriale' l'interesse che per questo artista avevano dimostrato negli anni studiosi di fama come Pierluigi Petrobelli, o il già citato Cametti e molti altri. Interessante l'ipotesi proposta da alcuni storici per il significato del titolo Il Mondo Novo, come Ghezzi chiamò il suo album di disegni: sarebbe da riferirsi a quello che da molti è considerato l'antenato del cinema o se si vuole della fotografia (si ricorda il film di Ettore Scola appunto intitolato Il mondo nuovo): uno strumento ottico, sòrta di lettore di diapositive ante litteram, molto in voga in quegli anni.

L'edizione è corredata da un ricchissimo catalogo che non solo riporta le didascalie complete, il luogo di conservazione e gli altri dati 'tecnici' dei disegni riprodotti, ma fornisce anche una scheda bio-bio-bibliografica dei personaggi rappresentati. L'editore Skira, uno dei più prestigiosi nel campo dell'editoria d'arte, e l'Accademia di Santa Cecilia di Roma hanno prodotto un volume degno della loro fama.

di Gianni Cicali


Copertina del volume

cast indice del volume


 

Il compositore napoletano Niccolò Jommelli
Il compositore napoletano Niccolò Jommelli

 


 

Antonio Vivaldi (1723)
Antonio Vivaldi (1723)




 

Un musico della corte di Polonia
Un musico della corte di Polonia



 

Il castrato, soprano, Lorenzo Saletti (1742)
Il castrato, soprano, Lorenzo Saletti (1742)

 


 

Un anonimo abate dilettante di musica
Un anonimo abate dilettante di musica

 

 
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