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Ascanio Celestini

Cecafumo
Storie da leggere ad alta voce
Illustrazioni originali di Raffaella Ligi

Roma, Donzelli, 2002, pp. XIV-248, euro 24,50 [con 8 illustrazioni a colori fuori testo e un CD audio allegato, rilegato]
ISBN 88-7989-687-3
Ascanio Celestini è uno scrittore-attore emergente assai vivace, che a poco meno di trent'anni, ha già al suo attivo numerosi successi sia in ambito editoriale che teatrale. Nel 1998, traendo ispirazione dall'opera di Pasolini, ha messo in scena Cicoria, in cui affronta con leggerezza e fantasia il difficile tema della morte. Tra il 1998 e il 2000 ha creato Milleuno, una trilogia sulla narrazione orale composta da Baccalà, un'immersione nel mondo delle fiabe, da Vita, Morte e Miracoli, che descrive l'ambiente contadino durante la seconda guerra mondiale, e da La fine del Mondo, in cui la fiaba è eclissata dalla cruda realtà della vita. Con quest'opera ha vinto il premio Sette spettacoli per un nuovo teatro italiano per il 2000.

Tra il 2000 e il 2001, nei locali dell'ex carcere nazista della capitale, ha presentato Radio Clandestina, un racconto ispirato al libro di Alessandro Portelli, L'ordine è già stato eseguito (Premio Viareggio 1999), in cui ha raccolto tutta la memoria orale legata all'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944. Sulla stessa linea, nel 2001, ha scrittio e messo in scena Saccarina che affronta la storia dei ghetti di Roma e di Lodz in Polonia. Nell'ambito della rassegna Benevento Città Spettacolo, invece, ha presentato nel 2002 Fabbrica uno spaccato a tinte forti sulla storia del lavoro in Italia. Sempre nello stesso anno ha ricevuto il Premio della Critica, promosso dall'Associazione Nazionale dei Critici di Teatro.

Tuttora Celestini lavora con la compagnia Teatro del Montevaso di Livorno e con il gruppo musicale Canti per l'Agresta di Roma. Tiene inoltre laboratori di teatro, di tecniche del racconto e costruisce maschere per attori professionisti. Nel mese di maggio di quest'anno ha pubblicato "Cecafumo", una raccolta di fiabe per bambini e per adulti. Alcune di esse, già note, sono riprese dal grande baule favolistico italiano ed europeo, altre s'ispirano alle magie d'oriente, e altre ancora sono il frutto - come egli dice - della fantasia di sua nonna Marianna.

Cecafumo diventa quindi il trait d'union con quel ricco patrimonio di racconti orali ripescati dalla tradizione popolare, poi rimaneggiati, smontati e rimontati, tradotti e reinventati. Un po' quello che ha fatto recentemente Roberto De Simone nella riscrittura de Il Cunto de li cunti di Gianbattista Basile (Torino, Einaudi, 2002, 2 voll., pp.945). L'intento è di arrivare a scrivere la parola detta, per non perdere l'oralità che dal lontano passato è giunta sino a noi, con le sue immagini variegate, fatte di streghe, giganti, strani animali parlanti, a metà tra realtà e finzione, poiché " la verità non sta nel racconto, ma nel bisogno di raccontarlo". E il bisogno è quello vitale di riscattare se stessi, di nascondersi dietro un personaggio fantastico per vedere il mondo con altri occhi, per gridare verità che altrimenti sarebbero impronunciabili, o semplicemente per vivere un'illusione.

Immergendosi nella lettura e seguendo con lo sguardo le parole, sembra quasi di sentirne il suono, di captarne la musicalità. Il linguaggio di Celestini, semplice, lineare, delicato, è in perfetta simbiosi con i racconti, anzi il suo stile leggero si fa portavoce di una lettura che si può definire parlata, quasi teatrale. Ogni fiaba non è fine a se stessa e a mano a mano che ci si addentra in questo labirinto magico fatto di perastri, campi fioriti, porte segrete, caverne e strane figure come Cecafumo, la Sposa monca, Giufà, Cappuccetto rosso, la Santa, si assapora l'amaro della favola che diventa realtà. Così spalanchiamo gli occhi su ciò che non riusciamo a vedere e la fantasia diventa lo strumento ideale per raccontare il sogno o esorcizzare la paura.
Al libro è allegato un CD audio con sei storie di Giufà lette dall'autore. E come in un gioco delle parti, il narratore Celestini diventa il protagonista interpretando i numerosi personaggi che animano le storie con forte accento romanesco. Il tutto è poi allegramente accompagnato da valzer, tarantelle, marcette, polke, scritte ed eseguite da Matteo D'Agostino e Gianluca Zammarelli.

di Daniela Piscopo


Copertina del volume

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