Francesca Malara
Studi teatrali dal Cinque al Novecento
Torino, DAMS Università degli Studi di Torino, 2002, pp. 222, euro 18,00
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Il volume, uscito per la collana I quaderni del Castello di Elsinore, raccoglie una serie di saggi dedicati a vari capolavori della letteratura degli ultimi cinque secoli. Analizzando le relazioni gerarchiche fra i personaggi, Malara individua nelle opere prese in esame, da Clizia di Machiavelli a Lunga notta di Medea di Corrado Alvaro, un crudele "gioco delle parti" con forti sfumature sadomasochistiche (vedi Pamela), un conflitto spietato fra vecchi e giovani e fra maschile e femminile. La tragedia (ma anche la commedia, di cui vengono evidenziati i tratti feroci ben distanti dalla leggerezza spesso attribuita al genere) ha luogo per l'inadeguatezza della parte forte all'esercizio del potere, che si rivela nel momento in cui essa abiura ai doveri comportamentali, di "etichetta", connessi al ruolo, smascherando la propria incapacità e spingendo la parte debole a una insurrezione che può mirare a ristabilire l'ordine (Clizia) a sancirne uno nuovo (Suo marito) o a dichiarare la bancarotta del principio di autorità (Hedda Gabler e La lunga notte di Medea). L'analisi è affiancata e supportata da un attento lavoro di comparazione e contestualizzazione letteraria (vedi in particolare Lettura delle 'Favole rappresentative' di Flaminio Scala).
L'opera è chiusa da un capitolo che esula dall'analisi testuale per dedicarsi alla ricostruzione dell'attività di Paolo Grassi, uomo di lettere che riuscì a legittimare la propria autorità rendendo il Piccolo Teatro il simbolo di una nuova cultura teatrale che lui stesso contribuì a creare: la sua iniziativa sfruttò, come gli antichi comici dell'Arte, una rete di contatti rinsaldata da una fittissima corrispondenza a volte apparentemente inutile.
di Paolo Albonetti
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