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I manifesti tipografici del cinema
La collezione della Fondazione Cineteca Italiana 1919-1939
A cura di Roberto Della Torre e Elena Mosconi

Milano, Il Castoro, 2001, pp. 158, euro 13,42
Indagine ad ampio raggio, risultato di uno spoglio imponente condotto dall'équipe del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell'Università Cattolica di Milano coordinata da Roberto Della Torre e Elena Mosconi, I manifesti tipografici del cinema si inserisce nel nuovo filone di studi che mira a collocare la storia del cinema nel più ampio contesto della storiografia generale. Non è un caso che il primo studio di questa miscellanea, Il manifesto lungo le vie del cinema. Una fonte per la storia dello spettacolo cinematografico di Fabio Radaelli contenga nel titolo le sue premesse: gli oltre dodicimila manifesti non illustrati (detti anche tipografici) del periodo compreso fra il 1919 e il 1939 conservati alla Cineteca Italiana di Milano non sono stati solo l'oggetto di un poderoso lavoro di archiviazione; una volta inventariati, i materiali si sono trasformati in fonti storiche capaci di "parlare" di numerosi argomenti, dalla promozione del film alle sale cinematografiche che commissionavano gli affiche fino alla ricostruzione di quella particolare forma di spettacolo primonovecentesca che fu il cinema-varietà, sorprendentemente ancora poco indagata.

Se, come scrive Radaelli, "la storia del cinema non ha più un oggetto; la storia del cinema è un territorio", ne consegue che la sua esplorazione può essere condotta solo "utilizzando di volta in volta gli strumenti più adeguati per rispondere alla domanda che ci si è posti inizialmente", cioè lavorando su più livelli, tutti interconnessi. Modi di produzione, di rappresentazione e di consumo cinematografico si intrecciano al quadro della comunicazione mediale e al contesto socio-culturale anche all'interno di un documento all'apparenza povero di informazioni come il manifesto tipografico, fonte significativa da esaminare attraverso il confronto fra i tanti testi che compongono l'insieme, come si fa per ogni raccolta di documenti in serie.

Così la mappa della programmazione cinematografica milanese fra le due guerre risulta più chiara nella sua diversificazione per zone (centro vs. periferia) che chiama in causa la composizione sociale del pubblico, ed è ancora più interessante il fatto che il film rappresenti solo un elemento di una più vasta articolazione spettacolare che comprende l'esibizione dal vivo delle troupe itineranti del varietà. In questa prospettiva risulta particolarmente interessante lo studio che, partendo dai manifesti cinematografici, ha portato Gianluca Casadei a indagare nel fenomeno del cinema-varietà a Milano: alla crisi che colpisce negli anni Venti il varietà - e il teatro di prosa - fa eco l'aumento vertiginoso degli incassi dello spettacolo cinematografico che finisce così per ospitare nei suoi spazi e all'interno della sua programmazione l'esibizione dal vivo di soubrette, canzonettisti, eccentrici ed attrazioni internazionali. L'analisi attenta delle fonti porta sempre con sé qualche risultato sorprendente: qui riguarda soprattutto la datazione del fenomeno dell'avanspettacolo che viene anticipata dagli anni Trenta almeno al 1920, cioè di oltre un decennio. Inoltre si scopre che la formula del cinema più varietà, a Milano, coinvolge soprattutto i locali di seconda o terza visione, cioè i cinema rionali che in quegli anni si moltiplicano per effetto della riconversione dei vecchi teatri meneghini che "dopo aver lottato per molti anni contro il concorrente cinema gli avevano poi aperto le porte".

Il contributo del manifesto cinematografico alla ricostruzione storica del periodo non si ferma qui: da vero "territorio" lo si può percorrere in altre direzioni, per esempio andando alla ricerca di notizie sul divismo (il saggio di Raffaele De Berti) o esplorando la configurazione dei generi attraverso le ricorrenze verbali (Roberta Marasco) o ancora soffermandosi sulla relazione che si instaura fra manifesto e pubblico (Elena Mosconi). Completa l'eccellente lavoro di squadra - che comprende anche la raccolta di cartoline pubblicitarie distribuite dal Cinema Centrale (saggi di Francesco Casetti e Lorena Iori) - un glossario dei termini utilizzati nella collezione di affiche e un resoconto del lavoro di archiviazione svolto.
di Cristina Jandelli


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