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Hetty Paërl

Pulcinella, la misteriosa maschera della cultura europea


Sant'Oreste (Roma), Apeiron, 2002, pp. 271, Euro 24,00
ISBN 88-85978-38-X
L'autrice di questo volume riccamente illustrato è una ricercatrice olandese che - a quanto si legge nella quarta di copertina - ha dedicato molti anni allo studio di Pulcinella. Il libro indaga almeno quattro aspetti della celebre maschera: la sua natura di personaggio teatrale legato alla Commedia dell'Arte; la sua presenza nell'iconografia artistica di almeno quattro secoli; la persistenza della sua funzione simbolica e rituale nelle feste popolari del meridione italiano; la sua proliferazione negli spettacoli di burattini in tutta Europa e fino ai giorni nostri.
 

Anonimo sec. XVIII, ''Pulcinellata''
Anonimo sec. XVIII, ''Pulcinellata''

La parte debole del lavoro è nella prospettiva storica. Qui l'autrice mostra evidenti lacune quando parla delle origini del personaggio teatrale e dei rapporti di parentela fra Silvio e Tiberio Fiorillo, due capostipiti della Commedia dell'Arte napoletana, o attribuisce a creazioni individuali fenomeni artistici che furono invece parte della 'lingua' comune del secolo come nel caso della doppia natura, sciocca e intelligente, di Pulcinella: tratti pertinenti di tutti i personaggi appartenenti al ruolo di secondo zanni nel teatro professionale (pp. 38-43). Anacronismi affiorano frequentemente nell'uso di fonti iconografiche moderne adoperate per commentare fenomeni di secoli alti oppure nella ricostruzione della tradizione letteraria e teatrale colta (nel capitolo modesto dedicato alla presenza della maschera nei rifacimenti del mito di Don Giovanni, il Pasquariello del libretto di Bertati viene definito "precursore di Pulcinella", p. 191). Semplicistiche e ingenue alcune affermazioni come quella secondo cui "tutto ciò che riguarda Pulcinella ha un valore simbolico" (p. 26). Lacunosa e attardata la relativa bibliografia.

Più interessante appare invece il libro quando l'autrice documenta alcune sue ricerche condotte - come si suole dire - "sul campo". L'indagine antropologica delle feste carnevalesche (già in verità studiate ottimamente da Roberto De Simone, qui citato solo una volta) e della funzione rituale della maschera è di una certa utilità: si veda il ricco capitolo quarto dedicato a Pulcinella nelle festività natalizie e nel Carnevale. Ancor più originale il capitolo settimo consacrato a Pulcinella e i suoi discendenti nel teatrino dei burattini di strada-una ricerca comparata: una notevole conoscenza dei repertori europei consente all'autrice di scrivere pagine curiose sulle metamorfosi delle storie e dei temi della maschera di Acerra nei canovacci dei burattinai.

In prevalenza l'attenzione del lettore è orientata verso un'ottica di tipo psicanalitico. La tradizione pulcinellesca popolare, sulla scia di Jung (sua è l'epigrafe di apertura del volume), di Karl Kerényi e di altri, viene continuamente ricondotta a significati simbolici desunti da sistemi interpretativi intellettuali. Il metodo - come sappiamo - può essere illuminante ma anche fuorviante se applicato in maniera estrema e totalizzante. Efficaci riscontri sono forniti peraltro nel terzo capitolo e in particolare nel paragrafo intitolato a Hermes proseguito in Pulcinella (pp. 111-126). L'insistenza un po' schematica e talvolta ingenua sul medesimo sistema di lettura finisce però alla lunga per saturare lo spazio narrativo della saggista spingendola anche fuori tema sulla scia di pur piacevoli digressioni divulgative. In questo modo i miti illustri di Demetra, Hermes, del Dio Mitra, di Dioniso e altri ancora si sovrappongono troppo al nostro personaggio-attore-maschera dissolvendone i caratteri in un generico firmamento di segni. 

di Siro Ferrone


Copertina del volume

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Antonio Petito
Antonio Petito

 

 

 


 

Antonio Petito
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