drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti

cerca in vai


Ibsenian lessons. A Festschrift for Roberto Alonge


Torino, DAMS, 2002, Università degli Studi di Torino, pp. 145,euro 12,00
L'ultima pubblicazione della serie "I quaderni del Castello di Elsinore" presenta una miscellanea di studi dedicata a Henrik Ibsen. I contributi critici, offerti da studiosi di varie università (Oslo, Torino, Milano, Copenhagen), sviluppano un complesso e articolato discorso sul drammaturgo norvegese che ha avuto avvio ufficiale al convegno internazionale organizzato, il 29 ottobre 2001, dal "Centro Studi per lo spettacolo Nordico" di Torino. Del resto da molti anni Roberto Alonge - cui il numero è esplicitamente dedicato - ha avviato una feconda "campagna" di indagini sull'autore scandinavo rivisitando, con feroce acutezza critica, i palpiti nascosti di una mistificante drammaturgia che in Italia è stata tradita da fuorvianti traduzioni e inquinata dal sedimentarsi di scorie recitative dovute a interpretazioni attoriche memorabili, ma spesso parziali e soggettive.

Necessaria e comprensibile dunque l'esigenza di un ritorno all'ordine che, sgombrando il campo da trasmissioni testuali inesatte o piegate a momentanee esigenze di scena, restituisse ai copioni ibseniani la lezione originaria rivelandone la potente ambiguità. La febbrile attività del ‘laboratorio Ibsen' allestito da Alonge ha prodotto molto in questo senso (ne è un'eloquente testimonianza l'elenco di pubblicazioni riportate nella Prefazione al volume firmata da Roberto Tessari e Franco Perrelli) offrendo nuove traduzioni, saggi, recensioni ed esegesi testuali volte a illuminare e a dare significato alla fitta rete di simboli intessuta in una struttura drammaturgica reticente e sapientemente calibrata.

I saggi raccolti in questo volume si inseriscono a pieno titolo nel solco tracciato dallo studioso torinese e tentano sia di collocare l'autore nella temperie culturale del suo tempo (Kierkegaard, Nietzsche, Freud, Wagner), sia di fornire, attraverso puntuali riscontri testuali, letture inedite di alcuni dei più celebri drammi congedati da Ibsen (Brand, Peer Gynt, Casa di bambola, Hedda Gabler, John Gabriel Borkman).

La ricchezza e la complessità – che pare inesauribile – della drammaturgia ibseniana motiva e rende preziosa ogni forma di analisi che, come questa, sia seriamente fondata e aiuti a decifrare testi dai codici segreti scivolosi e sfuggenti. Tuttavia, proprio perché molto in questi ultimi anni è stato scandagliato sotto questo versante, è auspicabile che, a queste rigorose e accattivanti indagini, sia affiancato anche un altro tipo di ricerca, tesa a sondare col supporto dei documenti quali siano stati i rapporti di Ibsen con gli attori che per primi hanno dato volto e sostanza ai suoi enigmatici personaggi e a comprendere quale tipo di relazione si sia stabilita (o non stabilita) tra il drammaturgo e il ‘sistema teatrale' in cui si è trovato a operare e che, forse più di altri, ha contribuito a correggere e modificare. Anche di questo, infatti, sentiamo oggi necessità per la piena comprensione di una drammaturgia così sorprendentemente poliedrica e multiforme, ma comunque solidamente impiantata nella concreta realtà teatrale della pratica scenica.
di Francesca Simoncini


Copertina del volume

cast indice del volume


 



 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013