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Il punto sul teatro greco antico
Atti del Convegno Nazionale di Studi dell'AICC

A cura di Serafino Parisi

Bologna, Gallo & Calzati, 2002, pp. 155, euro 13,00
ISBN 88-88379-09-6
Il maggior pregio di questi interventi, presentati al convegno dell'Associazione Italiana di Cultura Classica (Santa Severina - Crotone, 24/25 aprile 1999), consiste nel guardare a una dimensione operativa, specificamente spettacolare, del teatro antico; un aspetto stimolante anche per chi si occupa di epoche diverse dello spettacolo, siano esse ottocentesche o novecentesche.

Del Corno puntualizza con acutezza i caratteri strutturali che differenziano la tragedia dalle forme epiche e liriche precedenti e ne determinano l'evoluzione tecnica e tematica. Zanetto confronta la commedia antica e la nuova individuando nella differente modalità di rapporto con il pubblico dell'autore il tratto precipuo che segna il passaggio fra due diverse concezioni non solo teatrali, ma più generalamente sociali.

L'articolo di Rossi sul dramma satiresco individua con intelligenza la funzione drammaturgica di questo genere, un momento di distensione e riequilibrio dopo il forte choc emotivo della tragedia, e vede nella sua scomparsa il segnale dell'avvento di una differente modalità di fruizione dello spettatore greco, meno partecipata e più interessata alla coerenza estetica della messinscena. Gigante parla di un genere "minore", il teatro fliacico, separato dalla filiera principale della drammaturgia greca, avviando una indagine sul dialogo a distanza che i fliaci continuarono a mantenere con la scena dell'Ellade.

Agli atti segue la trascrizione delle conferenze che hanno preceduto i lavori del convegno: Basile riflette sulle contraddizioni della rappresentazione drammaturgica della donna nella società ateniese, profondamente sessista (e, come sempre accade, incosciamente terrorizzata dal femminile); Nisticò cerca di riorganizzare i pochi frammenti letterari della civiltà locrese pervenutici e le testimonianze coeve per arrivare a qualche ipotesi sul tipo di teatro che questa città anomala (ritenuta "matriarcale" dai visitatori provenienti da altre realte elleniche) poteva produrre; infine Parisi si dedica all'analisi del rapporto con la messinscena delle didascalie del teatro di Aristofane.

di Paolo Albonetti


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