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Mario Messinis

Ah, Les Beaux Jours!


Firenze, Leo S. Olschki, 2002, pp. 177, euro 19,00
ISBN 88 222 5127 X
Fra i più acuti critici musicali italiani, Mario Messinis, veneziano purosangue, ha ricevuto un doveroso omaggio per i suoi settant'anni compiuti il 7 marzo 2002. Niente di meglio è stato che raccogliere mezzo secolo di contributi che di giornalismo in senso stretto non hanno altro che la destinazione, essendo in gran parte tratti dalla lunghissima titolarità della rubrica tenuta sul "Gazzettino" di Venezia. Si tratta di articoli apparsi fra il 1965 e il 2002 raccolte da Paolo Pinamonti che le introduce con un saggio dedicato a Mario Messinis.

Le responsabilità artistiche assunte al teatro La Fenice provocarono un rallentamento dell'impegno con i giornali. A parte l'obbligata brevità degli interventi, di giornalistico in senso stretto troviamo ben poco. Tra le righe della doverosa cronaca di spettacoli, concerti, ricordi, omaggi, scopriamo piuttosto tante idee incastonate come succose miniature saggistiche dalle quali, anche a una superficiale lettura, risulta la vivacità dei giudizi e la varietà degli interessi, inseguiti con assoluta serietà professionale. Per chi conosce Messinis sa che i criteri di una sicura oggettività sono stati in parte "traditi" dal suo amore incondizionato per la musica contemporanea, figlia quasi sempre non degenere di quelle avanguardie storiche che trovarono nella scuola viennese di Schoenberg il punto di inizio.

È questa la parte più accattivante per il lettore di cose musicali: Sinopoli, Nono, Varèse, Petrassi, Schnittke, Malipiero, Ligeti, Maderna, Togni, Henze, la serie dei suoi coetanei con Donatoni in prima fila e Stockhausen sullo sfondo, la cultura di Manzoni e i più giovani Vacchi e Sciarrino formano un mosaico, cui possiamo utilmente ricorrere anche per ricostruire la vita musicale contemporanea italiana del dopoguerra.

Tra questi 'piccoli' saggi, ricordiamo quello dedicato a Karlos Kleiber e a Herbert von Karajan; i ritratti di Pollini e Rubinstein e del loro pianismo, la dedicatio a Arturo Toscanini, per citarne alcuni. Sono rapide immagini che offrono a chi non ha assistito alle loro interpretazioni singolari un arricchimento e constituiscono uno spunto per approfondire un segmento storico musicale vicino a noi.

 

di Antonella Bartoloni


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