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La cultura dei musicisti italiani del Novecento

A cura di Guido Salvetti e Maria Grazia Sità

Milano, Guerini Studio, 2003, pp. 413, euro 35,00
ISBN 88-8335-510-5
La raccolta di saggi del volume La cultura dei musicisti italiani del Novecento, curato da Guido Salvetti - fra i più attenti studiosi di storia della musica - e Maria Grazia Sità, traccia una panoramica a largo raggio sul secolo appena trascorso. Si tratta di un ampio excursus che partendo da La formazione dei musicisti italiani ( 1900 - 1950 ), titolo del contributo di Giorgio Sanguinetti, giunge ad illustrare la posizione di quanti si erano affacciati all'orizzonte nel delicato momento del secondo dopoguerra: Il musicista come intellettuale nel secondo Novecento italiano: tra politica e ideologia. Siamo in quel particolare clima, di cui si è occupato Andrea Estero, caratterizzato da una netta influenza delle correnti partitiche uscite vittoriose dal conflitto mondiale sulla creatività dei compositori. Basterebbe pensare a Luigi Nono, Mario Zafred, Giacomo Manzoni e la cerchia facente capo alla milanese Ricordi, Armando Gentilucci e molti altri tra i quali andrebbe incluso anche il nome di Luciano Berio, sia pure in una posizione ideologicamente più mediata.
Lo spaccato preso in esame si divide così in due. Da una parte le eredità tardo ottocentensche, già delineate nel primo saggio citato, dalle quali sarebbero uscite le punte della nostra "generazione dell'80"; dall'altra i loro più sensibili seguaci che, partendo da Petrassi e Dallapiccola, passarono il guado degli anni '40-'45. E' su questo terreno che il volume in questione, per merito della competenza degli autori, offre ottimi spunti di riflessione.

Sulla formazione di cantanti e strumentisti si soffermano in due tempi, per la ricchezza della materia e, nel caso dei cantanti, la fitta schiera di nomi e scuole, gli interventi di Barbara Lazotti, Ugo Piovano, Simone Ciolfi, Maria Grazia Sità. Ad intercalare il contributo di Mariateresa Muttoni su La formazione del compositore italiano nella seconda metà del Novecento in cui si susseguono filoni di pensiero creativo un tempo ben considerati dalla critica e discretamente presenti nei cartelloni, ma oggi sempre più trascurati. Su tutti Vito Frazzi con gli allievi che, prescindendo da Dallapiccola, hanno sofferto l'ingiustizia del progressivo silenzio: Carlo Prosperi, Angelo Francesco Lavagnino, Valentino Bucchi. E parliamo del Conservatorio di Firenze come luogo in un certo senso privilegiato di azione culturale, ancorché "appartato".
Oltre a Milano la campionatura sarebbe insufficente se non si citasse il Conservatorio e l'Accademia di Santa Cecilia con i corsi di perfezionamento in composizione tenuti dal '39 al '58 da Ildebrando Pizzetti e da cui uscirono personalità come Bruno Maderna, Franco Donatoni, Guido Turchi, Marco De Natale. Successivamente sarà compito di Goffredo Petrassi formare altre prestigiose leve tra cui Ennio Morricone.

Un duplice studio riguarda anche il complesso rapporto tra Musicisti e letteratura firmato rispettivamente da Rosy Moffa e Emanuela Floridia. Puntuale la citazione preposta al primo articolo: "non è più il tempo dei musicisti ignoranti", che rievoca l'invito del padre di Luigi Dallapiccola al figlio tredicenne affinché, oltre la musica, completasse gli studi liceali. Ancora una volta il compositore istriano-fiorentino emerge in primo piano. Insieme a lui gli illustri antecedenti che usufruirono dell'apporto della letteratura per redigere i libretti per il rinnovamento del teatro italiano post verdiano, oltre la Giovane Scuola di Puccini e Mascagni. La lista sarebbe lunga: Casella, Malipiero, Respighi, Alfano, Zandonai. Come si vede un insieme di esperienze anche diversissime tra loro raccolte spesso sotto un solo nome. Su tutti Gabriele D'Annunzio che aveva offerto anche la propria attenzione ad Alberto Franchetti con La figlia di Iorio.
Utilissimo, a questo proposito, Per un catalogo di musiche italiane del secondo Novecento su testi letterari italiani novecenteschi, esaustivo contributo di Marco Moiraghi.

Sul rapporto fra Musica, arti visive e spettacolo si soffermano, sul doppio versante del primo e del secondo Novecento, gli interventi di Laura Cosso e Mara Udina che citano in rassegna le stimolanti sperimentazioni del secolo: dal simbolismo di Skryabin, a forme scientificamente più consapevoli legate alla ricerca della fisicità del suono attraverso le capacità analitiche del calcolatore. Pensiamo ai fondamentali contributi offerti da un vero e proprio pioniere quale fu Pietro Grossi.
Un'acuta e sintetica introduzione di Guido Salvetti giustifica con schematiche argomentazioni un'operazione così fondamentale messa in atto grazie anche all'appoggio della Società di Musicologia e del Cidim.

Antonella Bartoloni


copertina del volume

cast indice del volume


 



 
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