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Irene Gambacorti

Storie di Cinema e Letteratura. Verga, Gozzano, D'Annunzio


Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2003, pp. 350, euro 15,00
ISBN 88 - 87048 - 45 - 2
Per la densità degli interrogativi e la moltitudine delle prospettive dispiegate, il rapporto tra cinema e letteratura può considerarsi ancora oggi uno dei temi maggiormente dibattuti: dalla questione dell'adattamento al fenomeno intermediale, dalla presenza della scrittura nel film alla comparazione linguistica in campo semiotico, l'analisi dei prestiti e delle reciproche influenze tra questi due ambiti espressivi costituisce il punto d'incontro di un vero e proprio fermento speculativo. Con Storie di cinema e letteratura Irene Gambacorti punta a chiarire la relazione instauratasi tra letterati e cinematografo intorno agli anni Dieci del secolo scorso; relazione problematica e spesso conflittuale, segnata da una grande diffidenza del mondo letterario nei confronti del nuovo sistema di rappresentazione.

Coinvolti in maniera più o meno volontaria nella realizzazione di film italiani, personaggi come Verga, Gozzano, D'Annunzio, si trovano a fare i conti con esigenze drammaturgiche e obblighi produttivi completamente nuovi, non di rado in netto contrasto con una deontologia professionale consolidata. Tuttavia, come chiarisce la stessa Gambacorti, se è vero che alla base di tale collaborazione si intravedono interessi specificatamente promozionali, in un momento in cui il cinema tenta di elevarsi a vera espressione d'arte, è anche vero che poeti e scrittori dell'epoca avvertono la necessità di sperimentare il nuovo strumento espressivo, stringendo con esso rapporti di vario genere. La creazione di libretti da fruire in sala, l'elaborazione di didascalie, il componimento di canzoni e racconti metacinematografici, la stesura di sceneggiature originali sono formule con cui alcuni degli autori che negli anni Dieci riscuotono popolarità in Italia offrono il proprio nome e il proprio ingegno al cinematografo, favorendo al tempo stesso l'apparizione di generi e prodotti letterari assolutamente originali.


Giovanni Pastrone, Cabiria, 1914

 
Nella prima parte del testo, Irene Gambacorti affronta in maniera accorta e puntuale i diversi aspetti che tale questione mette in gioco, avendo premura di fornire al lettore e allo studioso numerose indicazioni storico-culturali La riflessione analitica proposta dall'autrice si avvale dell'ausilio (indispensabile) di fonti d'epoca di ogni genere (dai film alle sceneggiature, dalle riveste ai quotidiani), garantendo così sia un'adeguata e approfondita contestualizzazione del fenomeno indagato sia un esplicativo confronto tra le scelte politiche e stilistiche di particolari autori e i modelli proposti negli stessi anni dal cinematografo. Verga e il suo articolato percorso di collaborazione con il cinema, D'Annunzio e la stesura de L'uomo che rubò la Gioconda, Gozzano e la sceneggiatura mai "cinematografata" sulla vita di San Francesco d'Assisi, costituisce la materia prima della seconda parte del libro, che, dopo una ricca e fruttuosa introduzione, si addentra nello specifico di esperienze ed esigenze artistiche individuali, ognuna delle quali sembra offrire una visione e una concezione differente circa l'inatteso connubio tra mondo letterario e mondo cinematografico.

Angela Maria Fornaro


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