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Teatro Stabile di Brescia. Stagione 2004/2005 Cartelloni

Quest'anno il cartellone del Teatro Stabile di Brescia prevede quattordici spettacoli tratti, per la maggior parte, da opere di artisti italiani (da Carlo Goldoni a Giorgio Gaber). Il direttore artistico Cesare Lievi desidera inoltre valorizzare la drammaturgia contemporanea europea, abbattere le convenzionali barriere che separano il teatro di tradizione da quello sperimentale e cercare di attirare nuovi utenti grazie alla progettazione di spettacoli in spazi non teatrali.

Di Goldoni sono previste tre opere: Il Giocatore, una delle celebri 16 commedie scritte dal drammaturgo in un anno (per la precisione il 1750), diretto da Giuseppe Patroni Griffi e con la straordinaria partecipazione di Franca Valeri; Il bugiardo con Glauco Mauri – nel ruolo di Pantalone - alla sua prima esperienza col commediografo veneziano e infine i Memoires, adattamento scenico, curato da Tullio Kezich e Maurizio Scaparro, dell’autobiografia redatta dall’anziano autore (interpretato, prima, da Max Malatesta e, poi, da un superbo Mario Scaccia) a Parigi fra il 1783 e il 1787.

Interessante è la scelta di proporre Dialogo, Il Cormorano: il testo, scritto ai tempi della prima guerra in Iraq da Natalia Ginzburg, prende spunto dall'identificazione della protagonista nel cormorano, incapace di volare perché completamente impantanato, suo malgrado, nel petrolio gettato dagli uomini. «Mi auguro – dice il regista Werner Waas – che questo spettacolo saprà essere quello che è: non sparge certo ottimismo, né trae piacere estetico dal nulla di cui parla. Semplicemente lo mostra, senza drammatizzare, senza compiacersi, onestamente». Non possono mancare all'appello un paio di classici firmati dai due nostri maggiori scrittori di teatro del primo e del secondo Novecento: la commedia filosofica Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello con Giulio Bosetti e la commedia della grande speranza Napoli milionaria! di Eduardo De Filippo (per la regia di Francesco Rosi e l'interpretazione di Luca De Filippo e Mariangela D'Abbraccio) che, rappresentata per la prima volta al San Carlo di Napoli nella primavera del 1945 a beneficio dei bambini poveri della città, inaugurò il Neorealismo in teatro esaltando i valori della famiglia, dell’onestà e della solidarietà umana. Le due anime della Napoli di primo Novecento, quella degli esclusi e quella dei nobili decaduti, viene colta invece da Tato Russo che presenta due atti unici (Musica dei ciechi e Via Partenope), uniti sotto il titolo di Grand Hotel Excelsior, scritti da un altro indimenticabile autore partenopeo della generazione precedente a quella di De Filippo, Raffaele Viviani (classe 1888).

Di Gaber è in programma Il Grigio (spettacolo di teatro-canzone portato in tournée dal 1988 al 1990), la prima autentica prosa artistica del cantautore milanese che, dopo gli anni ’70, sposta la propria attenzione dalle istanze sociali a quelle più interiori e sentimentali. Sul palco, a fianco di Fausto Russo Alesi, ci sono gli stessi musicisti che avevano accompagnato Gaber: Carlo Cialdo Capelli al pianoforte e Corrado Dado Sezzi alle percussioni. Gioele Dix (autore e interprete) e Sergio Fantoni (autore e regista), nel loro spettacolo Edipo.com, rivisitano in chiave moderna e psicanalitica il mito di Edipo: ad opera di Anselmo, il protagonista, ricoverato in una clinica dove è proibito leggere, il leggendario re di Tebe viene sottoposto a un vero e proprio processo con un inedito verdetto finale. Il regista Antonio Calenda, deciso ad aggrapparsi alla memoria come a un'ancora di salvezza, propone, invece, una delle più antiche tragedie antibelliche, I Persiani nella archetipica versione eschilea. Lo scenografo Bruno Buonincontri, assecondando l'idea che Maurizio Balò aveva avuto ai tempi della Clemenza di Tito (Maggio Fiorentino 2003), ambienta l'azione in un museo, luogo della memoria per eccellenza. Ad interpretare Atossa, la madre del re Serse, è Piera Degli Esposti.

Tragicomica è la pièce Il tenente di Inishmore, tragica per il tema affrontato (il terrorismo irlandese) e comica per il travolgente umorismo con cui è scritta dal trentenne londinese, nato da genitori irlandesi, Martin Mc Donagh (e tradotta dal nostro Fausto Paravidino). A calcare le assi del Teatro Grande di Brescia è, alla fine di gennaio, Sebastiano Lo Monaco, ancora una volta nei panni di Eddie Carbone, protagonista della tragedia sociale Uno sguardo dal ponte diretta da Giuseppe Patroni Griffi. Arthur Miller si ispira a un fatto realmente accaduto, a Brooklyn, e lo analizza, fase per fase, come avrebbe fatto un tragico greco cercando, cioè, di evidenziare la tragedia di un [= dell'] uomo in disperata lotta col proprio destino. Alessandro Haber è l'interprete, invece, del nervoso e patetico zio Vanja nell'omonimo dramma cechoviano diretto da Nanni Garella: il ruolo - sublimazione di chi, consapevole della propria sconfitta esistenziale ma restìo a rassegnarvisi, si lascia invadere dall'amarezza e dai rimpianti - gli calza a pennello dato che lo ha rivestito, sotto altri nomi, per tutta la vita. Completa il programma una novità assoluta italiana: Fotografia di una stanza, spettacolo scritto – appositamente per il Teatro Santa Chiara di Brescia - e diretto da Cesare Lievi. Sono tre i protagonisti di questo socio-dramma da camera. Due tappezzieri (un italiano e un immigrato dell'est) si trovano a discutere con la ricca proprietaria, appena conosciuta, dell'appartamento che stanno tappezzando.





 
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Alessandro Haber
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