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Teatri Argentina e India. Stagione 2004-2005 Cartelloni

Quest'anno il ricco cartellone del teatro Argentina, a parte i casi speciali dell'autore-regista Pippo Delbono e del "maestro" lituano Eimuntas Nekrosius, è caratterizzato dall'incontro di alcuni autori classici della scena internazionale con i più grandi interpreti e registi italiani. Ad aprire la stagione, nella seconda metà di ottobre, è Pippo Delbono col suo Urlo impreziosito dalla partecipazione straordinaria di Umberto Orsini mentre a novembre sono in programma il Coriolano di Shakespeare con Alessandro Gassman e l'ormai storica edizione, curata da Maurizio Scaparro, delle Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar dominata dall'interpretazione del primattore (e direttore dell'Argentina) Giorgio Albertazzi. Dicembre è dedicato al Cantico dei Cantici di Salomone, evento fuori abbonamento la cui regia è curata da Eimuntas Nekrosius (premio Ubu 2000) che, lavorando su una selezione di versi liberamente scelti all'interno del poema, tesse una aerea celebrazione dell'amore in tutti i suoi aspetti. Walter Le Moli a gennaio allestisce, strutturandolo come una Sacra Rappresentazione, il capolavoro di Peter Weiss La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat rappresentati dai ricoverati del manicomio di Charenton sotto la guida del Marchese di Sade detto anche, più semplicemente, Marat-Sade (1964), esempio di "teatro nel teatro" in cui la ragione simboleggiata da Marat si scontra e confronta con la vitalità irrazionalistica di Sade.

Alla fine di gennaio va in scena l'Edoardo II di Christopher Marlowe tradotto da Letizia Russo, giovane autrice del sorprendente Tomba di cani, adattato e diretto da Antonio Latella e interpretato da Danilo Nigrelli. Il classico del teatro ceco Il battesimo di sangue ovvero Drahomira e i suoi figli scritto da Josef Kajetan Tyl e diretto da Jiri Pokomy è la rappresentazione fuori abbonamento prevista per febbraio e seguita dall'agghiacciante dramma Gli spettri (1881) di Henrik Ibsen: Valeria Moriconi, per il regista Massimo Castri, incarna il complesso personaggio di Elena Alving. All'inizio di marzo è in programma L'alchimista (1610), il capolavoro di Ben Jonson, cupo autore satirico (suo è il celebre Volpone del 1605) che diede avvio alla stagione realista del teatro inglese: il testo, tradotto da Giovanna Zucconi, è adattato per il teatro da Michele Serra, diretto da Jurij Ferrini e interpretato, oltre allo stesso regista, dal pungente e garbatamente aspro Eros Pagni, ormai specializzato nel caratterizzare, con una notevole acutezza comica smorzata da ombre di solidale patetismo, scorbutici e legnosi misantropi.

A metà marzo viene proposto lo spettacolo, fuori abbonamento, di e con Moni Ovadia, Konarmija, l’Armata a cavallo tratto dall'omonima raccolta di racconti autobiografici (sulla e contro la guerra), pubblicata nel 1926, del tormentato autore sovietico di origini ebraiche Isaak Babel'. Gabriele Lavia, per la prima volta in coppia con Mariangela Melato, è poi, protagonista e regista della tragicommedia Chi ha paura di Virginia Woolf? scritta nel 1962 da Edward Albee. Chiudono la stagione il Caligola di Albert Camus diretto da Claudio Longhi e interpretato da Franco Branciaroli e il nuovo spettacolo di Luca Ronconi Diario privato (in cartellone dal 10 maggio al 5 giugno), adattamento del romanzo Settore Privato dell'eccentrico memorialista e scrittore anti-romantico francese Paul Léautaud: per la prima volta va in scena la storia di questo singolare amore dalla durata più che trentennale. I protagonisti, entrambi presenti all'Argentina con due diversi lavori, sono Valeria Moriconi e Giorgio Albertazzi, alla sua prima esperienza con Ronconi.

Come al solito orientato verso un maggiore sperimentalismo è invece il cartellone del teatro India che, oltre a dare spazio a performance statunitensi di arti visive, si concentra soprattutto sull'avanguardia registica italiana. Giorgio Barberio Corsetti inaugura la stagione col suo Paradiso, in programma negli sperduti e suggestivi spazi di questo teatro per quasi tutto settembre. A fine mese è prevista la prima tragedia di una Orestea già presentata con enorme successo alla Biennale di Venezia: Agamennone, "Sono tornato dal supermercato e ho preso a legnate mio figlio". Si tratta di un esplosivo inno al kitsch post-moderno scritto, con continui riferimenti all'attualità, e diretto dal figlio di Gabriel Garcia Marquez, Rodrigo Garcia, regista indipendente noto al pubblico cinematografico per il suo film d'esordio Le cose che so di lei. A ottobre vengono allestiti i due testi, basati questa volta sull'originale eschileo, che concludono la trilogia classica: le Coefore con Annamaria Guarnieri dirette da Monica Conti, già regista nel 2003 di Il medico per forza di Molière, e le Eumenidi nella traduzione di Pasolini e nella messa in scena di Vincenzo Pirrotta. Nelle Coefore, Roberto Trifirò che, nel corso del decennale scandaglio osmotico dell'Amleto shakespeariano effettuato dal regista Federico Tiezzi, ha rivestito il ruolo del principe danese, passa a interpretare quello archetipico del principe miceneo Oreste. Antonio Latella e Gigi Dall'Aglio, nell'intervallo fra l'Agamennone e le Coefore, presentano rispettivamente il pasoliniano Bestia da stile e Cecità di Josè Saramago.

La nuova trasgressiva e tecnologica performance del newyorkese Caden Manson, fondatore del Big Art Group, House of no more, definita una "sintetica e livida convulsione della percezione", è ospitata dall'India a fine ottobre. Nello stesso periodo il Teatro Clandestino propone lo spettacolo Madre assassina diretto da Pietro Babina mentre a inizio novembre è in cartellone il soliloquio in forma di poesia, organizzato scenicamente da Massimo Luconi, Le pareti della solitudine tratto dal romanzo-saggio che lo psicologo Tahar Ben Jelloun ha scritto a Parigi tra il 1975 e il 1976 mentre lavorava in un centro di accoglienza per immigrati: il monologo, accompagnato dalla musica live del senegalese Maly Dialy Cissoko, approfondisce il tema della solitudine, del senso di malessere ed estraneità radicato negli emigranti (il termine francese étranger significa sia straniero che estraneo). Giampiero Rappa, regista e co-protagonista di Gabriele di Fausto Paravidino, allestisce Zenit, un testo scritto insieme a Barbara Petrini.

A metà novembre Marco Plini mette in scena il trucido e pruriginoso Purificati di Sara Kane (1971-1999), inquietante capofila della new angry generation. La claustrofobica tragedia Scanna e l'affabulatorio Labirinti, una storia seguendo un filo da Creta a Atene sono gli ultimi due allestimenti di novembre. Del primo (vincitore del premio Tondelli nel 2003) autore e regista è Davide Enia (classe 1974), attore palermitano (noto per il monologo Italia-Brasile 3 a 2) che dice di amare particolarmente Ğil cuscus di pesce, i gol a pallonetto e l'odore di basilico nelle maniğ. Del secondo, una evocativa narrazione del mito di Dedalo e del Minotauro, Mara Baronti cura l'elaborazione del testo e la regia in collaborazione con Valerio Binasco. Il mese di dicembre si apre col dramma didattico Antigone di Sofocle di Brecht, opera metateatrale, ambientata in un obitorio-macelleria, in cui il regista Federico Tiezzi oppone alla recitazione emotiva e melò di Chiara Muti-Antigone quella straniata e "brechtiana" di Sandro Lombardi-Creonte.

 

 
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