Quello
tra corpo performante e marionetta è un rapporto di lunga durata: da Lo
schiaccianoci di Marius Petipa (1892) a Petruška di Michel
Fokine (1911), fino a numerosi e più recenti contributi. Tra questi ricordiamo
– sulla scena fiorentina – quelli di Virgilio Sieni: una rivisitazione dello
stesso Petruška (2018) e un lavoro sul rapporto tra uomo e pupo in
collaborazione col puparo palermitano Mimmo Cuticchio dal titolo Nudità.
Ed
è proprio adottando la grammatica dei pupi siciliani che Giuseppe Muscarello
propone una rilettura dellOrlando furioso di Ludovico Ariosto, I
PUPI - Le donne, i cavallier, larme, gli amori…, in scena al teatro
Cantiere Florida nellambito della XXIX edizione di Fabbrica Europa. La
tradizione dei pupi trae tuttoggi ispirazione dalla letteratura cavalleresca:
il pupo è un soldato in bilico tra armi e amore.
Quattro
danzatori in nero rievocano luniverso puparo tramite movimenti stilizzati e un
emblematico piumaggio sul capo. In scena si fondono plurimi linguaggi, quello
del corpo, la voce, la mimica facciale, la musica. Le battute dei performers in
dialetto siciliano e la colonna sonora originale di Pino Basile – con linsistenza
dello scacciapensieri – rimandano a una sicilianità arcaica ma ancora
persistente. La trama, messa in scena tramite quadri coreografici corali,
duetti e assoli, esprime le tappe dellOrlando furioso, il
combattimento, linnamoramento, la follia.
Un momento dello spettacolo
Muscarello
porta in scena un microcosmo a immagine e somiglianza del mondo, in cui il
pupo-performer prende coscienza del proprio status. Torna in mente il passo
pirallendiano de Il fu Mattia Pascal, in cui il signor Paleari chiede al
signor Meis che cosa succederebbe se improvvisamente si facesse uno strappo nel
cielo di carta del teatrino di marionette.
Il
punto di maggiore tensione drammatica corrisponde al momento in cui Orlando viene
a conoscenza della presunta relazione tra Angelica e Medoro attraverso la
scoperta dei loro nomi incisi sulla corteccia di un albero. Muscarello amplifica
la portata del dolore del protagonista proiettando allinfinito sul piano del palco
la scritta “Angelica + Medoro”. Allo stesso tempo Orlando sembra rendersi conto
della propria condizione di pupo-performer – o di “supermarionetta”, per citare
Edward Gordon Craig – e impazzisce.
Lo
spettacolo si conclude con la svestizione dei danzatori. Ognuno tiene in mano
copricapo e bastone, richiamando il topos antico dellattore che contempla la
maschera. Dopo aver riposto ai propri piedi gli oggetti di scena, il performer
riprende possesso delluso delle mani e delle infinite possibilità del proprio
corpo. Una danza liberatoria sembra accompagnare il viaggio di Astolfo sulla Luna,
simboleggiato da una esplicita citazione di Georges Méliès (Le voyage
dans la Lune, 1902) proiettata sullo sfondo nero.
I
PUPI - Le donne, i cavallier, larme, gli amori si inserisce senza presunzione nel
panorama della danza contemporanea degli ultimi anni, ormai ben codificato e
riconoscibile. Limpegno nella ricerca sul movimento sta nelloriginale
capacità di fondere diversi linguaggi e di concertare le capacità poliedriche
dei performers.
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