Nel
nord della Cina, precisamente nella regione dei deserti del Gansu, come in Per
un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone una misteriosa figura approda
in un villaggio desolato, governato dalla violenza. Luomo è Zhang (Zhang Jiusheng),
evaso da un campo di lavoro forzato con il preciso scopo di assistere alla
proiezione di un cinegiornale nel quale, per la frazione di un secondo (da qui
il titolo dellopera), compare la figlia ormai quattordicenne che non vede da
sei anni. Sulla sua strada si frappone una giovane orfana di nome Liu (Liu
Haocun), anchella desiderosa di appropriarsi della bobina di pellicola per
porre fine a una serie di ricatti e angherie da parte di una banda di teppisti.
Un ruolo preminente lo assume nella vicenda anche Mr Cinema (Fan Wei),
controverso proprietario della sala visto come una specie di divinità dagli
abitanti del villaggio, come il protagonista del film di Andrej Končalovskij
Il proiezionista (1991), in quel caso al servizio di Stalin.
Una scena del film
Considerato
uno dei più memorabili omaggi alla settima arte degli ultimi anni, One
Second si sofferma in particolar modo sullutilizzo propagandistico del
cinema, dal cinegiornale citato al film di ambientazione bellica Ying xiong
er nü (Heroic Sons and Daughters, 1964), diretto da Zhaodi Wu.
Come in un qualsiasi altro regime dittatoriale del Novecento – si vedano per
esempio i casi della Germania e dellUnione Sovietica –, il cinematografo
rappresenta una delle armi più efficaci per accrescere il consenso popolare, celebrare
i valori del Paese attraverso eventi epocali, raffigurare la grandezza e la
dedizione alla patria. Proprio per questo Yimou mette in scena il contrasto tra
la vita idealizzata, frutto degli organi del governo, e la vita reale dei
personaggi, persi in un contesto segnato da repressioni, massacri, deportazioni,
dove lumanità sembra utopia, in un continuo guardarsi le spalle dalla incombente
minaccia delle autorità comuniste. La pietas degli abitanti del
villaggio non si manifesta in uno scambio vicendevole tra esseri simili bensì, quasi
esclusivamente, nei confronti della pellicola, deterioratasi per colpa del
figlio cerebroleso di Mr Cinema. Come ununica entità, la popolazione unisce le
proprie forze per ripristinare il supporto di celluloide, trasportandolo
allinterno della sala su delle lenzuola, come un soldato ferito.
Una scena del film
Sebbene
alcune situazioni e dialoghi risultino paradossali, a tratti grossolani e
intrisi di retorica, la scelta di parlare di cinema attraverso il cinema ha
portato i suoi frutti in questa sorta di incontro tra Nuovo Cinema Paradiso
(1988) di Giuseppe Tornatore e Ladri di biciclette (1948) di Vittorio
De Sica. Il regista Yimou, adolescente allepoca in cui i fatti prendono forma,
compie un percorso parallelo grazie ai due protagonisti, entrambi “ultimi” tra
gli “ultimi” in un ingranaggio che li sovrasta, rappresentato simbolicamente da un deserto che
quasi li divora: il cinema è per loro lunica via di fuga dalla mediocrità
esistenziale.
Il finale consolatorio, dal retrogusto amaro, rimarca la
fragilità dellarte che, come per il cristallo, non ne rappresenta un limite o
un difetto ma una peculiarità.