Lo scrittore
Gilbert Keith Chesterton scioglie lenigma
dun uomo forte, con casco dacciaio, ucciso ai piedi dun campanile con un
martelletto e la forza di gravità: il contesto svela il delitto. Covid-19 colpisce
anche omaccioni (Zampanò di
Fellini?) come
Johnson e
Trump nello stesso contesto in cui
Le teorie economiche di Milton Friedman hanno prodotto Trump (cfr.
larticolo di M. Wolf in «Domani»,
11 ottobre 2020, p. 10). «
Friedman ha sostenuto che le aziende hanno come unica responsabilità sociale
giocare
secondo le regole del gioco che sono impegnarsi in una competizione aperta e
libera senza inganni o frodi”». «Ma chi le decide? Una delle forze dominanti è il
potere del denaro: lobbisti, donatori, finanziatori di ricerche accademiche.
Giocano un ruolo decisivo nel creare le regole del gioco politico. Come ci ha
insegnato
Mancur Olson, gli
interessi concentrati e dotati di grandi risorse vincono sempre. Le grandi
aziende non sono semplici giocatori. Giocano secondo regole che hanno in gran
parte scritto loro. Insomma, la visione di Friedman era fintamente
naïf.
Se il gioco è politico, allora lobbligo sociale per le imprese è usare il loro
potere per creare un “gioco positivo”, invece che uno negativo». «Cè un filo
diretto tra Milton Friedman e Donald Trump». «Come mai? Chiedetevi come si fa a
convincere le persone ad accettare le idee di Milton Friedman se queste, nella
pratica, spingono le rendite e i profitti verso lalto e la disperazione verso
il basso. In una democrazia con suffragio universale, i libertari favorevoli a
questo equilibrio sono una minoranza. Per vincere devono impegnarsi in
battaglie collaterali: guerre culturali, razzismo, misoginia, nativismo,
xenofobia e nazionalismo» (ibid.).
La
pandemia Covid-19 è il sottoprodotto di questa guerra sociale dei neoliberisti post-guerra
fredda: «legare le guerre commerciali, oggi tanto di moda, con le lotte di
classe che sembrano relegate nel passato può sembrare una provocazione
intellettuale. Invece questo libro ci dice che entrambe queste categorie
conservano la loro validità, ovviamente adattate alla realtà di oggi, e insieme
ci forniscono le chiavi per capire le grandi trasformazioni avvenute negli
ultimi decenni, compresa la Grande crisi finanziaria e le difficoltà
dellultimo decennio». «Il succo del libro è contenuto nel titolo e nel sottotitolo.
Il primo afferma che le guerre commerciali altro non sono che la conseguenza
inevitabile della divaricazione fra i pochi privilegiati e il resto della
società. Il sotto-titolo è altrettanto esplicito: “La disuguaglianza distorce
leconomia globale e minaccia la pace”». «Insomma, il problema cruciale oggi è
un gigantesco eccesso di risparmio (savings glut) che ha favorito la
bolla azionaria di fine millennio, quella immobiliare del decennio successivo
con annessa crisi finanziaria» (M. Onado, Grandi disuguaglianze nei Paesi
avanzati, recensione a M.C. Klein-M. Pettis, Trade Wars Are Class Wars: How Rising Inequality Distorts The
Global Economy And Threaten International Peace, London, Yale UP, 2020, in «Il
Sole 24 ore», 11 ottobre 2020, p. VII).
Di
conseguenza, «nel report di ottobre sulle condizioni di finanza pubblica a
livello globale il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha invitato i paesi
avanzati a spingere sugli investimenti pubblici come parte essenziale della
strategia per la ripresa delleconomia. Mai in passato dal Fondo erano arrivate
simili raccomandazioni in modo così esplicito. La novità si spiega con
lurgenza di una efficace azione di contrasto ai devastanti effetti di
Covid-19, con una contrazione stimata del PIL mondiale di almeno il 4,5 % nel 2020.
Il FMI riconosce il ruolo fondamentale degli aiuti a sostegno dei cittadini e
delle imprese più vulnerabili durante il lockdown ma, al contempo,
rimarca lenorme potenziale degli investimenti pubblici per stimolare la
crescita e loccupazione nella fase post-pandemica. La spesa pubblica in conto
capitale presenta infatti moltiplicatori fiscali più alti rispetto a quella di
parte corrente, specie in periodi di elevata incertezza come quello attuale.
Purtroppo, salvo qualche eccezione, negli ultimi decenni si è registrata una
progressiva rarefazione degli investimenti pubblici in tutti i paesi. A partire
da quelli più ricchi». «I minori investimenti pubblici impoveriscono lo stock
di capitale e la capacità produttiva delleconomia e difficilmente sono compensati
da maggiori investimenti del settore privato che predilige le realtà con ampia
disponibilità di infrastrutture pubbliche di alto livello. In più lintervento
dello Stato migliora il clima di fiducia degli agenti economici spianando la
strada alliniziativa dei privati» (M. Minenna, Più investimenti pubblici
per la ripresa post Covid, in «Il Sole 24 ore», 11 ottobre 2020, p. 11).
Per
ora «pare certo che i sofisticati mondi digitali 3D appariranno su sempre più
schermi delle nuove generazioni di dispositivi duso quotidiano. Poiché le
attività virtuali, specie le interazioni tra persone, possono produrre effetti
concreti e graditi con conseguenze morali e significati personali, lidea che
il mondo “reale” sia solo ciò che è fisicamente prossimo sembrerà sempre più
bizzarra. In effetti, che cosa è reale?» (The future. The Metaverse is
coming, in «The Economist», 3-9 ottobre 2020, on line). Metavèrso è un «termine coniato da Neal Stephenson nel romanzo cyberpunk Snow crash (1992) per
indicare uno spazio tridimensionale al cui interno persone fisiche possono
muoversi, condividere e interagire attraverso avatar personalizzati. Il metaverso viene
descritto come un enorme sistema operativo, regolato da demoni che lavorano in
background al quale gli individui si connettono trasformandosi a loro volta in
software che interagisce con altro software e con la possibilità di condurre
una vita elettronica autonoma. Il metaverso è regolato da norme specifiche e
differenti dalla vita reale e il prestigio delle persone deriva dalla
precisione e dalla originalità del rispettivo avatar. Si è parlato di metaverso
per definire le chat tridimensionali e i giochi di ruolo multiplayer online» (Treccani).
Giochi di
ruolo, ma anche ben concreti dellazienda Palantir. «Nel mondo magico
del Signore degli anelli palantir è un cristallo che permette di
comunicare e vedere tutto quanto è accaduto e accadrà. Lazienda Palantir fa la
stessa promessa: scambiare, analizzare, prevedere». «I suoi prodotti sanno di
zolfo. Battezzato Gotham, la città di Batman, il suo software superstar incrocia
dati di fonti diverse, fiscali, sanitari, reti sociali o coordinate GPS, per individuare
terroristi e minacce e probabili nuovi crimini. Lo usano molti servizi segreti,
anzitutto la CIA, investitore storico in questazienda tramite il suo fondo
In-Q-Tel, ma anche la DGSI francese. E poi servizi di polizia e di lotta a frodi
fiscali e immigrazione, con dubbia efficacia. Altri suoi prodotti si rivolgono
alla finanza per orientare gli investimenti, alle grandi imprese per incrociare
dati di attività, e di clienti e fornitori. Strana anche la sua governance. La
società è sul mercato con registrazione diretta, cioè senza raccolta di capitale.
Un sistema di azioni privilegiate permette ai dirigenti, come il PDG Axel
Karp e il finanziere Peter Thiel, di vendere la maggioranza delle
loro quote e mantenere il controllo sullimpresa. Infine zero guadagni fin
dalla creazione, nel 2003. Diciassette anni dopo, espone una perdita di 580
milioni di dollari su una cifra daffari di 742. Handicap insuperabili, ma Palantir
spera in una valorizzazione di borsa sui 20 miliardi di dollari. Più probabili
10, comunque eccezionali e ulteriore segnale della stasi della Borsa americana.
Lora della verità si avvicina. Forse è già in superficie sul cristallo
palantir, ma nessuno osa guardarla in faccia» (P. Escande, Avec la cotation
en Bourse de Palantir, cest le science-fiction qui entre à Wall Street, in
«Le Monde», “La lettre éco”, 2 ottobre 2020, on line).
Lautoaffondamento
delleconomia neoliberista via epidemia Covid-19 rivela i pericoli per il nostro
futuro, ora di nuovo affidato agli investimenti pubblici. Quali?
Ritorno
al futuro.
«Nel tempo della canzone “chi pagherà la fattura di Covid19?”, di “frugali” paesi
“contabili in tonaca ma belli grassi”», Jean-Paul
Fitoussi oppone la «sua speranza di “un ritorno al futuro”», «una vigorosa
difesa del debito pubblico come strumento» per «“rientrare nelle nostre reali
priorità: sanità, protezione sociale in generale e in particolare del lavoro,
sviluppo dei beni pubblici e in particolare dellautodeterminazione”», attraverso
«domanda, stimolo fiscale, politica industriale, investimento pubblico» (J.
Carriat, Un “retour vers le futur” keynésien, recensione a J.P.
Fitoussi, Comme on nous parle. Lemprise de
la novlangue sur nos sociétés, Paris, Les Liens
qui libèrent, 2020, in «Le Monde», 7 ottobre 2020, on line). Il
futuro sta nei legami sociali.
Da
che «gli economisti hanno abbandonato lidea che il lavoro è misura del valore
di scambio dei prodotti» (G. Hartais, Avis de déces de la valeur travail,
in «Le Monde», 2 ottobre 2020, on line), «gli orizzonti condivisi sono entrati
in crisi, scalzati via via dal “primato del sé”, divenuto dittatoriale. Eredità
di Locke e dei Lumi, lindividualismo era frenato di fatto dai diritti degli
altri, dalle solidarietà organizzate, dagli orizzonti di progresso. Rivelatesi
menzogne le promesse liberiste, lo stallo politico ha favorito il cocooning,
lisolamento. Lincrocio tra smartphone, applicazioni, reti e emancipazione immaginaria
ha incendiato la psiche dei contemporanei. Frustrato ed espropriato, ognuno si immagina
“espanso”, si sogna “sovraperformato”, si immagina onnipotente, come in assenza
di gravità. Il nuovo individuo, picchiettando sullo schermo tattile, trasmette
i suoi ordini, dà il suo parere, divulga le sue feste intime o emozioni del
momento. Invisibile e irrilevante, si crede unico. Spossessato, si crede
padrone assoluto. Incapace di influire veramente sul corso del mondo, vocifera
con virulenza. Tra impotenza reale e onnipotenza immaginaria, lo choc genera
odio, ingiurie e ora stragi» (R. Droit, Tous despotes et solitaires?,
recensione a E. Sadin, LÈre de lindividu tyran, Paris, Grasset, 2020, in
«Le Monde», 9 ottobre 2020, on line).
«Il
tempo presente, appesantito dagli esiti destrutturanti prodotti dalla pandemia,
ha reso evidente la necessità di mettere il tema della cura al centro
dellagenda culturale. La riflessione sulla cura si è formalizzata nel corso
degli anni ottanta del secolo scorso nel contesto nordamericano». «Ma su questo
movimento culturale ha pesato loriginario dualismo concettuale – da una parte
la giustizia e il pensiero maschile, dallaltra la cura e il pensiero femminile
– aggravato dallasimmetria assiologica sottintesa che considera il principio
etico di cura incapace di costituirsi come matrice generativa di una nuova
cultura. Il pensiero etico della cura è definito nei termini di un ragionamento
attento al particolare, poiché chi agisce secondo il principio di cura è
impegnato a capire qual è il bisogno dellaltro in quella specifica
situazione». «È il lasciarsi interpellare dallaltro in carne e ossa e il
dedicare lattenzione alla comprensione del suo vissuto per trovare la risposta
più adeguata alla sua situazione a fare della cura una pratica culturale
fondamentale. Nella nostra cultura, però, che ha assunto come modello letica
normativa di tipo kantiano, che individua nella ragione a priori lontana
dallesperienza lorgano del pensare etico, è inevitabile che letica della
cura venga valutata efficace solo negli spazi del privato e inadatta alla sfera
pubblica» (L. Mortari, Curare non ha unidentità di genere (femminile), in
«Il Sole 24 ore», “Domenica”, 11 ottobre 2020, p. IX).
A servizio
delle macchine nelletà industriale, rischiamo di esserlo del metaverso nella
preistoria digitale. Nelletà dei servizi lo siamo gli uni degli altri e non di
macchine e software. Nelletà dei servizi, la cura è la leva etica ed economica,
anche per superare una pandemia non solo di Covid-19. Direttore del
dipartimento di economia allEcole normale supérieure, Daniel Cohen ci avverte che «di fatto si vive questo periodo come unaccelerazione
delle trasformazioni della società digitale. Rendendo la società fobica verso
le relazioni faccia a faccia, si accelera proprio ciò per cui la società
digitale è fatta e pensata: esimerci dai contatti faccia a faccia e dalle presenze
fisiche» (P. Escande-S. Lauer, Daniel Cohen: “La crise se paye elle-même par
les taux bas”, in «Le Monde», 23 ottobre 2020, on line). Allalba del Mille
in Europa è comparsa, «nel seno dei territori e dei fantasmi, una primissima
intuizione di quella che è la dignità delluomo. Qui, in questa notte, in questa
indigenza tragica, in questa barbarie, cominciano, per secoli, le vittorie del
pensiero europeo» (G. Duby, LAnno Mille, Torino, Einaudi, 1976, p. 188).
Allalba del Duemila, «in ununione plurinazionale, il rispetto dello stato di
diritto e della democrazia costituzionale costituisce la condizione del suo
consolidamento» (S. Fabbrini, Dal voto in USA una lezione per la UE, in
«Il Sole 24 ore», 20 ottobre 2020, p. 12).
Il
cammino della dignità umana non è una passeggiata. Buon lavoro.