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Uno spettacolo iconico

di Benedetta Colasanti
  Violin Phase
Data di pubblicazione su web 08/09/2020  

In una XXVII edizione di Fabbrica Europa slittata in autunno per l’emergenza sanitaria, va in scena Violin Phase di Anne Teresa De Keersmaeker, a cura della compagnia Rosas. Quasi quarant’anni dopo il debutto a Bruxelles (1982), lo spettacolo è il terzo dei quattro movimenti di Fase, Four Movements to the Music of Steve Reich, tutti firmati De Keersmaeker e tutti dedicati all’opera del compositore minimalista Steve Reich. È un peccato non poter ammirare la quadrilogia nella sua interezza, composta, oltre che da Violin Phase, da Piano Phase, Come Out e Clapping Music.

Violin Phase si distacca dalle sue coreografie sorelle: una sola danzatrice invece di due, la natura e l’aria aperta in luogo di una sala strategicamente illuminata per creare giochi di ombre. Per il resto Fase è studiata nel dettaglio: i passi, le luci, lo spazio scenico anch’esso minimal, i costumi e l’aspetto delle danzatrici a rappresentare una femminilità nordica nelle forme e nel colore candido degli abiti, nel taglio dei capelli, nelle calzature. Quando lo spettacolo fece il suo esordio era una novità assoluta: basti pensare alla nudità di una Isadora Duncan decisa a liberare il corpo femminile da orpelli, corsetti e scarpe. Circa mezzo secolo dopo una parte del mondo coreutico (tra cui appunto De Keersmaeker) tese a coprire nuovamente il piede proteggendolo con calzini e scarpe da ginnastica, ma soprattutto a presentarsi in vesti “indossabili”, quasi a far coincidere o almeno a far interagire arte (danza) e vita.

Yuika Hashimoto in Violin Phase
© Monia Pavoni

Non c’è improvvisazione in Violin Phase. Tutto è rigorosamente scritto così come nella musica minimalista, anche se la prima impressione è quella di ascoltare (e vedere) qualcosa di casuale. Il minimalismo è uno dei risultati del clima avanguardistico di inizio Novecento. In campo musicale gli esponenti della Seconda scuola di Vienna (Arnold Schönberg, Alban Berg e Anton Webern) ebbero il coraggio di mettere in discussione il sistema tonale sul quale ancora oggi si basa gran parte della musica occidentale sia colta sia popular, nonché il merito di avviare un lungo processo di sperimentazione compositiva. Sulla scia di tale atteggiamento rivoluzionario videro la luce nuove correnti tra cui appunto il minimalismo musicale: una versione più fruibile del serialismo weberniano. Tra i principali esponenti La Monte Thornton Young, Philip Glass e lo stesso Reich. La giovane De Keersmaeker, prendendo spunto da quest’ultimo, dà origine a una danza le cui cellule dialogano o imitano la musica del compositore statunitense, mettendo a dura prova non tanto il sistema muscolare ma soprattutto l’equilibrio e la mente dell’interprete.

Yuika Hashimoto in Violin Phase
© Monia Pavoni

Il contesto boschivo del parco delle Cascine scelto per la messinscena richiama l’atmosfera originale: una pedana ricoperta da sabbia bianca immersa nel verde. Qui una danzatrice, con movimenti rispondenti a uno schema coreografico ripetitivo e additivo, imprime il suo passaggio sul terreno sabbioso. Il pubblico è disposto tutt’intorno allo spazio scenico, quasi a simulare l’occhio della macchina da presa che, nella video-arte di Fase, attraverso il montaggio mostra la danzatrice da diversi punti di vista. Essendo Violin Phase ben documentato da filmati e da numerosi scritti in cui l’artista spiega la coreografia e la ricerca che ne sta alla base, la messinscena fiorentina propone una performance filologicamente ineccepibile, appagante. Nondimeno la distanza temporale è notevole e la danzatrice non è più coreografa-danzatrice bensì interprete. La replica del pomeriggio del 3 settembre si è avvalsa della presenza di Yuika Hashimoto, capace di rispecchiare a suo modo una femminilità androgina, grintosa e allo stesso tempo delicata come è stata quella della giovane Anne Teresa nel 1982.

Del resto, va detto, Violin Phase non è più “avanguardia”. Per lo spettatore più avvertito non è forse azzardato definirlo “storia”: caposaldo della danza contemporanea del ventesimo secolo. Per il pubblico medio o poco abituato alla fruizione di danza contemporanea potrebbe invece apparire ancora difficile da comprendere e contestualizzare.



Violin Phase
cast cast & credits
 




Yuika Hashimoto in Violin Phase
© Monia Pavoni
 
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