Esplode allArena di Verona la “Polunin mania”. Più di diecimila spettatori tra italiani e
stranieri acclamano lenfant terrible della danza, Sergei Polunin, nella prima mondiale di
Romeo & Giulietta. Un balletto presentato dalla “Polunin Ink”
nato per esaltare lindiscusso talento del danzatore ucraino affiancato dallétoile Alina Cojocaru, Principal Dancer dellEnglish National Ballet, e da
un pugno di giovani e bravi colleghi provenienti da organici internazionali.
Un vero e proprio evento offerto nellambito del Festival della
Bellezza veronese a conclusione del tour estivo di Polunin in Italia
che ha toccato Ravello, Nervi, Firenze e Civitanova con Sacré, un lavoro ispirato
a Nijinskij, e ha chiuso in bellezza
con questa attesissima produzione. Uno spettacolo prodotto in collaborazione
con Show Bees e Ater e firmato dal coreografo Johan Kobborg che si avvale delle scene di David Umemoto, del light
design di Konstantin Binkin e
dei costumi di Anonymous Creative Collaboration. Questo Romeo & Giulietta si inserisce in una tradizione di riprese di titoli classici e si distingue per il sostanziale rispetto del plot narrativo della tragedia di Shakespeare e del balletto originale di Leonid Lavrosky del 1940. In pratica non ci sono riletture o interpretazioni moderne, il linguaggio coreutico e limpostazione coreografica sono di matrice classica mentre sostanziali sono i tagli alla celeberrima partitura di Prokofiev. Tagli che si sono resi necessari per realizzare un atto unico della durata di circa unora e mezzo.
Un momento dello spettacolo © Angela Bartolo
Rispetto allarchetipo e ad altre mise
en danse filologiche, potremmo definire quella di Kobborg una versione
concentrata in cui, tenuto conto anche del numero degli interpreti (una
quarantina, ben al di sotto della media dei corpi di ballo), si sceglie di
puntare sui momenti clou della
vicenda, rappresentati da altrettanti quadri e condensati per mezzo di una
scenografia imponente e mutevole e un disegno luci chiaroscurale.
Unenorme struttura occupa il centro dello spazioso palcoscenico
dellArena richiamando le piazze e le facciate dei sontuosi palazzi
quattrocenteschi; girando si trasforma in unaltrettanto imponente scala,
quella della dimora Capuleti usata da Giulietta per raggiungere il suo Romeo, e
nella cripta della cappella. Partendo proprio dalla scenografia è possibile
seguire la trama con la sola licenza dellinizio che vede i due amanti ormai
defunti e, a cornice, si ricollega alla fine. Il balletto diventa così un lungo
flashback proiettando la storia in
una dimensione onirica ma al tempo stesso angosciante per via delle luci
spettrali che accentuano latemporalità di questa imperitura e funesta love story, ballata proprio nella città a
cui deve la sua nascita. Ecco allora lallegra e festosa brigata degli amici di Romeo, capitanati da Mercuzio, che ingaggia in piazza rissose schermaglie con i rivali, guidati da Tebaldo; la festa mascherata in casa Capuleti che diventa galeotta tra Romeo e Giulietta con il successivo incontro notturno ai piedi della scala e le nozze segrete; la morte di Mercuzio per mano di Tebaldo e quella di Tebaldo per mano di Romeo; la disperazione di Giulietta e la fuga di Romeo; la decisione della neo sposa di assumere la pozione soporifera su suggerimento del frate; larrivo di Romeo nella cripta e la sua morte; il risveglio di Giulietta e il drammatico finale. Quadri che si susseguono a ritmo costante accompagnati dalla musica di Prokofiev e dalla pressoché continua presenza dei due protagonisti, Polunin e Cojocaru, chiamati a un vero tour de force.
Un momento dello spettacolo © Angela Bartolo
Il ballerino si dà con la generosità dei suoi trentanni nellinterpretare
per la prima volta Romeo. Un personaggio e un ruolo che consentono a lui, e
alla compagnia “Polunin Ink”, di realizzare un balletto in contesti diversi da
quelli degli Enti lirici e delle Fondazioni.
E solerte è stato nel condividere questo progetto artistico Kobborg,
già Principal Dancer al Royal Ballet, amico dello stesso Polunin, che firma
questo Romeo & Giulietta su
misura degli interpreti. Il coreografo e ballerino danese tesse le fila dello
spettacolo puntando sulla vivacità e solennità delle scene corali e sul lirismo
dei passi a due, assecondato dalla scenografia, dalle installazioni per le luci
collocate su entrambi i lati del palcoscenico, dagli eleganti costumi.
Colpisce la gravitas impressa
alla famosa “danza dei cuscini” in casa Capuleti e al tempo stesso il brio
delle tenzoni tra gruppi rivali in cui svettano il Mercuzio di Valentino Zucchetti, Solista del Royal
Ballet, e il Tebaldo di Nikolas
Gaifullin, già membro dellAtlanta Ballet. Momenti collegiali cui
rispondono gli intensi passi a due di Romeo e Giulietta lasciati per così dire
aperti alle singole esigenze interpretative dei due interpreti principali che,
in base al loro idem sentire,
plasmano le rispettive parti.
Polunin fagocita Romeo Montecchi nellimpeto di un modo di danzare travolgente che contraddistingue il giovane veronese con sfumature nuove. Cojocaru incarna Giulietta Capuleti con la leggerezza di una danza immateriale che trasforma la ragazza in puro spirito. Entrambi sono a dir poco formidabili: lui nello sfoderare una tecnica portentosa che lascia senza fiato per i prodigiosi salti, giri e manèges; lei nel mostrare una vibrante sensibilità nei reiterati volteggi e nei velocissimi cambrés e penchés.
un momento dello spettacolo © Angela Bartolo
Una coppia splendida, degna di essere vista e applaudita, che
costituisce la punta di diamante di un balletto che risponde a precise
indicazioni e vuole essere desempio di un modo di fare arte e spettacolo al di
là delle polemiche che investono Polunin come uomo e ballerino. Si tratta senza
dubbio di un artista dotato di un incommensurabile talento e non serve
ricordare la drastica e incredibile scelta di lasciare il posto di Principal
Dancer al Royal Ballet per tuffarsi in nuove avventure coreutiche,
cinematografiche e video musicali. Osannato o criticato, lui ama giocare con la
sua dissolutezza, scandalizzare con dichiarazioni omofobe, mostrare discutibili
tatuaggi, ribellarsi al sistema ballettistico odierno, salvo poi rientrare nei
ranghi accettando (da agosto di questanno) la carica di
rettore della neonata Accademia Coreografica di Sebastopoli in Crimea.
Sergei è così, piaccia o non piaccia. Uno spirito libero e
controcorrente che quando balla davvero non ce nè per nessuno.
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