Winterreise di Angelin Preljocaj, in prima assoluta al
Teatro alla Scala di Milano, è il viaggio di unanima verso la morte. Una morte
leopardianamente attesa e desiderata “sopra ogni cosa” eppure romanticamente affrontata
e vissuta da eroe nello scarto tra “ideale” e “reale”, tra progetto di vita e destino, tra speranza e
delusione per un amore non corrisposto. Una sofferenza che per il “viandante”
di Winterreise come per il Werther di Goethe, lOrtis di Foscolo,
il René di Chateaubriand, si risolve
in grandezza danimo nella valorizzazione del dolore e nellaristocratico
distacco.
Allinverarsi di questo Viaggio
dinverno concorre il genio di Franz
Schubert che con i suoi ventiquattro Lieder
mette in musica altrettanti, toccanti testi
poetici di Wilhelm Müller. Giocano un ruolo decisivo lelegante danza di Angelin Preljocaj, lottimo corpo di ballo
scaligero, la potente voce del basso-baritono Thomas
Tatzl e il sopraffino tocco pianistico di James Vaughan. Ne nasce un raffinato balletto “cameristico” allinsegna
della Gesamtkunstwerk (lopera darte totale):
un balletto raccolto, ovattato eppure animato da forti tensioni espressive che
fluiscono inesorabili tra note, parole e passi, come i pensieri dellanimo
umano sentimentalmente in tumulto e stoicamente in cerca
di pace.
Un momento dello spettacolo © Marco Brescia e Rudy Amisano Protagonisti di questo nostos sono
tredici ballerini, sette donne e sei uomini, che in perfetta sintonia assecondano
il pensiero musicale di Schubert e quello poetico
di Müller con la coreografia di Angelin Preljocaj. Questultimo firma, per la prima volta, una
creazione per la compagine tersicorea milanese. Vero maestro della scena
coreutica contemporanea a cominciare dalla scuola della nouvelle danse degli anni Ottanta, lartista franco-albanese
direttore del Ballet Preljocaj torna al teatro di Piermarini con un lavoro nuovo dopo aver già affidato ai danzatori scaligeri Annonciation (2002), La Stravaganza (2005) e Le Parc (2007).
Una produzione prestigiosa fortemente
voluta da Frédéric Olivieri,
direttore del corpo di ballo della Scala, sostenuta dal sovrintendente
Alexander Pereira e in linea con lalto
profilo della stagione ballettistica milanese.
Una stagione che riservando un posto donore a
Preljocaj conferma la tendenza a servirsi di compagnie
di fama internazionale per interpretare ex novo o per riprendere sue
creazioni fregiandosi della firma autografa.
In Viaggio dinverno, Preljocaj crea una partitura coreografica serrata che alterna
duetti, terzetti, ensemble, e che nella dinamicità di legati tende a sfumare la
matrice classica, moderna e contemporanea del linguaggio per approdare a una danza
naturale e spontanea. Una danza on demi
pointe che coglie gli accenti e i silenzi della musica, dà corpo alla profondità
delle parole, segue i timbri forti e piani del pianoforte, corrisponde alle
tonalità cangianti della voce.
Un momento dello spettacolo © Marco Brescia e Rudy Amisano Senza soluzione di continuità si susseguono incroci, grovigli, pose
articolate e disarticolate, jetés, assamblés, attitudes, arabesques allongés, equilibri e disequilibri, giri, salti,
uniti a un uso delle braccia che diventano appendici classiche e/o
anticlassiche del movimento. In unora e venti o poco più si concentra un viaggio
coreografico, musicale e poetico dal tragico epilogo;
lo spettatore, profondamente coinvolto, resta
impressionato dalla compattezza e dalla organicità
del dettato visivo, cinetico e acustico, che trova il proprio
corrispettivo nelle essenziali scene di Constance Guisset, nelle luci soffuse di Éric Soyer e negli splendidi costumi dello
stesso Preljocaj.
Sullimmenso palcoscenico i pochi cambi
di scena lasciano spazio a corposi giochi di
luce, pannelli bianchi che scendono dallalto e minuscoli corpuscoli luccicanti
che avvolgono gli interpreti formando uno spesso
strato sul proscenio. E se latmosfera melanconica e umbratile memore dei quadri di Friedrich mette in risalto i versi di Müller, è la ricchezza e la bellezza dei costumi a esaltare ancora di più il
sofisticato pensiero danzante.
Nel rincorrersi delle scene e delle sequenze sfilano body neri e rosso-arancio,
giubbetti, morbide e ampie gonne rosse e nere che indossano sia uomini che donne,
casacche di paillettes, tuniche bianche, fuseaux, frutto di una ricerca
originale che riflette la cifra di un grande coreografo e il valore di Winterreise. Un balletto di sostanza che
colpisce per lautorialità dellideazione e realizzazione e che non manca di
ricevere calorosi e convinti applausi.
Spettacolo visto il 30 gennaio 2019 al Teatro alla Scala di Milano.
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