Ha chiuso questa notte i battenti
la trentesima edizione di Mercantia, format
cui si sono ispirati in questi decenni centinaia di festival sparsi in Toscana
e in tutta la penisola (la Federazione Nazionale degli Artisti di Strada ne
censiva oltre duecento nellannuario del 2005). Come di consueto, la giornata
conclusiva ha avuto inizio nel tardo pomeriggio con la consegna del premio “Chiodo
doro”, questa volta assegnato a Michel
Didier Armbruster, conosciuto con il nome darte di Zazà. Artista raffinato
e delicato, clown francese sospeso tra linnocenza e la follia, presente questanno
con il trio Los excéntricos e noto per aver fatto parte attiva dal 1975 al 1988
del Circo Bidone. Con questa compagnia, simile ad unarca di Noè, con la quale
ha attraversato in lungo e in largo le strade di mezzo Europa, ha divertito anche
il pubblico di Mercantia sin dalla sua prima edizione, con performance paragonabili
a quelle dei mitici zanni-musici della Commedia dellArte. Chi scrive lo ricorda
impegnato nel lazzo delluomo-orchestra: perseguitato da una donna che gli
strappava gli strumenti di mano, Zazà sfoderava letteralmente da un amplissimo
costume strumenti sempre più piccoli, piccolissimi, dalle percussioni agli
archi via via fino a più maneggevoli strumenti a fiato, mostrando così la sua
perizia di polistrumentista e di delicato performer. In sintonia con la
filosofia del festival, il premio, ispirato ad un artigiano certaldese, il
falegname cantastorie Giancarlo Masini e
al locale Museo del Chiodo, è stato consegnato negli anni ad artisti frequentatori
abituali del festival, tra i quali Salvatore
Gatto, Jacques Levavasseur, Giuliano Scabia, Riccardo Tesi.
Il Chiodo d'oro consegnato a Zazà
Alla cerimonia di premiazione è
seguita la presentazione del volume di Alessio
Michelotti, Venti lune di cartone,
edito da “Il teatro che cammina Edizioni” di Pordenone. Il libro è un inno
damore al teatro di strada, alla sua poesia struggente e alla sua necessità
sempre più impellente, in un mondo che rischia la desertificazione progressiva
delle emozioni a causa dellincontenibile diffusione del virtuale. Traendo il
titolo dal verso di una canzone di Dario
Fo (Ma che aspettate a batterci le
mani, musicata da Fiorenzo Carpi), dove le lune erano trenta,
lautore ha raccolto brevi autobiografie di artisti italiani animatori del
festival di Ceolini (Pordenone) “Non solo teste di legno”, giunto al traguardo
dei ventanni. Lesperienza del piccolo borgo dellAlto Livenza viene narrata
dai suoi artisti, spesso nascosti dietro i nomi delle formazioni, in brevi
profili, ognuno dei quali intessuto a suo modo di epica e di utopia. Sorte
alcune scuole professionalizzanti (come quella del circo di Torino e di Roma),
esploso il fenomeno del teatro di strada un po ovunque, il punto di vista
della generazione degli artisti-sperimentatori a partire dagli anni Novanta del
Novecento è un interessante racconto della spettacolarità urbana contemporanea
attraverso le vite dei suoi protagonisti.
Artigiani certaldesi
Se il festival di Ceolini, come
altri analoghi, deve molto a Mercantia, Mercantia deve molto alla
collaborazione attiva con il suo territorio. La macchina organizzativa della
festa certaldese incontra un ambiente favorevole, sensibile nel cogliere
lopportunità turistica dellappuntamento annuale e capace di rispondere alle
necessità, le più varie, di così tante persone. Tutto vi avviene in modo
perfetto: gli spettacoli più rischiosi, come la danza verticale sulla torre di
Casa Boccaccio dei Cafelulé, o le
evoluzioni dei trampolieri trasformisti del Circo Improvviso, e quelli
apparentemente più semplici, come le enormi bolle di sapone soffiate dallalto per
tutta la sera sulla folla da parte di Dama
doré o la provocatoria verve del clown Arnaldo
Mangini.
Ombre nella notte: magie d'Oriente Questo “quarto teatro”, come Alessandro Gigli ama definirlo, ha il
dono di lambire tutte le arti performative e di agglutinarle in forme sempre
inedite. Stare sulla strada ha un fascino insieme anacronistico e irresistibile,
che grazie alla direzione artistica, a Terzostudio e allimpegno del Comune di
Certaldo, si è rinnovato anche questa volta a Mercantia. Incarnato nei mille
volti di quattrocento artisti, ha colpito gli occhi di tutti i presenti con il
suo rutilante mondo di suoni, colori, movimenti. Una fantasmagoria che il
pubblico aspetta tutto lanno, un appuntamento imperdibile per quanti ne hanno
fatto esperienza almeno una volta, una dilatazione del tempo e una sospensione
dalla realtà ordinaria. Lunga vita a Mercantia e ai suoi artisti!
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