Minuta daspetto, ma gigante
quando recita e quando saluta il pubblico riempiendo con la sua personalità
tutto il palcoscenico, Isabelle Huppert,
una delle glorie di Francia, candidata agli ultimi premi Oscar, ha di fatto
imposto la sua arte in un recital dedicato ai racconti di Guy De Maupassant. Uno di questi, La parure, ha dato il
titolo allo spettacolo andato in scena al teatro Cucinelli di Solomeo
(Perugia), per il quale era stato preparato in esclusiva italiana. Pagine dal
sapore antico, ma al tempo stesso fortemente attuali per la loro propensione a
mettere in gioco i sentimenti umani, le situazioni facili che diventano
difficili e viceversa, un paese alle prese con lo sviluppo ma ancorato alle
tradizioni.
Maupassant, si sa, è considerato
uno dei padri del racconto moderno. Impiegato ministeriale, coltivò il sacro
fuoco della scrittura. Tra il 1880 il 1890 scrisse ben trecento racconti, sei
romanzi e numerose opere minori. Ogni mese inoltre pubblicava almeno due storie
per altrettanti giornali, il «Gaulois» e il «Gil Blas». Bel Ami fu ristampato trentasette volte in quattro mesi e, a
partire dal 1885, furono tantissimi i racconti che raggiunsero un pubblico
molto vasto.
Da questo repertorio letterario,
Huppert ha tratto cinque racconti: La confessione, Il padre,
Il papà di Simon, I gioielli e appunto La parure. Lo
stile della recitazione dellattrice pone laccento su una ambientazione
popolare raccontata da un letterato colto e sensibile. Il realismo di
Maupassant nasce spesso dal disgusto nei confronti
dellipocrisia, dellopportunismo, delle meschinità della piccola borghesia.
Per questo lo scrittore mostra unattenzione particolare per i problemi dei più
deboli. Madame Huppert si muove perfettamente in questo mondo di disincantata
ironia. Sa dare voci alle ambizioni dei piccoli borghesi così come alle vicende
del mondo rurale. La leggerezza di tocco della scrittura rivive nella sua voce
che non perde mai un fascino valorizzato dalla sonorità della lingua francese
(la comprensione è facilitata dai sopratitoli in italiano).
Un successo annunciato forse,
ma consolidato solo racconto dopo racconto sino al trionfo finale: attimi in
cui lattrice ha la consapevolezza di aver compiuto in scena non solo un dovere
ma anche unoperazione culturale tuttaltro che scontata. Con gli applausi
convinti del pubblico a far comprendere che la mèta è stata
raggiunta.
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