Serata speciale quella del 18 giugno al Teatro Piccolo Arsenale di
Venezia per la decima edizione della Biennale Danza 2016 diretta ancora da Virgilio Sieni dopo il fecondo triennio
2013-2015 e intitolata Senza il mio corpo
lo spazio nemmeno esisterebbe (17-26 giugno).
Speciale perché in unatmosfera semplice eppure di grande impatto è stato consegnato il Leone dOro alla carriera per
la danza a Maguy Marin, coreografa
francese simbolo della cosiddetta nouvelle
danse degli anni Ottanta, allieva di Maurice
Béjart e poi incline al creativismo coreografico postmoderno e minimalista.
Una scelta fatta dallo stesso Sieni, in qualità di direttore
artistico, e approvata da Paolo Baratta,
presidente della Biennale di Venezia, che al momento della consegna dellambito
trofeo ha sottolineato le ragioni che hanno portato allassegnazione di questo Leone
dOro. Ragioni che per Sieni poggiano sul «lavoro di ricerca attraverso il
corpo e lo spazio» impostato dallartista di Tolosa in tutto il suo percorso a
cominciare dal famoso May B del 1981
che le fruttò lappellativo di “Pina Bausch francese”, per proseguire con altri
lavori significativi e controcorrente come Waterzooi, Hymen, Calambre, Duo dEden; fino alla fintamente pargoleggiante Cenerentola/Cendrillon per il Lyon Opéra
Ballet, a Turba ispirato al De Rerum natura di Lucrezio e al
contestato Description dun combat; senza
dimenticare i pregevoli Salves, Nocturnes e BiT.
Un momento dello spettacolo
© David Herrero
Ma al di là di questo sintetico profilo autoriale, quello che resta di
questa prestigiosa consegna è “limpatto-contatto” con una donna e una coreografa
che ha saputo lasciare un segno tuttora tangibile nella letteratura coreutica
del secondo Novecento e dimostrare quanto «il corpo attraverso la danza» – come
dice Sieni – «possa farsi “politico”». Ovvero aprirsi al mondo «nel senso di
una continua e rinnovata presenza» nel tempo storico in generale e nella nostra
contemporaneità in particolare.
E questa “politicità” trova riscontro nellapplaudito Duo dEden, un estratto di quindici minuti di un pezzo realizzato dalla Marin
nel 1986 ripreso per questa Biennale e
presentato in occasione della suddetta premiazione come “intermezzo” tra la
consegna del Leone dOro e lincontro con il pubblico tenutosi subito dopo.
Un incontro guidato da Stefano
Tomassini, studioso ed esperto del settore, che ha coinvolto la Marin in
una serie di domande sui principi della sua poetica, sui suoi maestri dopo Béjart, che lei ha individuato in Cunnigham, Bausch, Pasolini, Kantor, sulle tappe significative della
sua carriera e sul significato che ha la creazione coreografica e da dove
origini.
Un momento dello spettacolo
© David Herrero
Una chiacchierata che ha messo in luce lintelligenza e lironia della
premiata anche di fronte ad improvvisi inconvenienti tecnici. Laudio non
funzionava bene e lei non riusciva a seguire nella traduzione simultanea le
complesse domande dellintervistatore. Senza scomporsi più di tanto Maguy ha
preferito arrangiarsi cercando di rispondere in italiano per farsi capire dal
pubblico e togliere elegantemente tutti dallimbarazzo. Una nota per così dire poco
intonata che non ha leso il piacere e lonore di assistere alla premiazione e di
vedere lemozionante Duo dEden con Françoise Leick e Marcelo Sepulveda. Su musica della stessa Marin, di Yves Bouche e Pierre Colomber, i bravi protagonisti in tute color carne e con aderenti
maschere di lattice, ideati da Monserrat
Casanova, si muovono nello spazio animato dalla loro presenza, riempito dai
rumori di cascate, di temporali e avvolto dalle luci soffuse di Alexandre Béneteaud.
Un Eden appunto in cui due corpi, come fossero nudi,
si aggrovigliano, si stringono, si muovono plasticamente senza quasi mai
lasciarsi, anzi arrivando a fondersi in nome di quellinnocenza ancestrale e
umanamente solidale. Un uomo e una donna fatti luno per laltra con sembianze
e gesti ancora primordiali nel modo di atteggiare la testa, le braccia, il
corpo, e colti agli inizi della loro esistenza consapevole e del loro reciproco
amore. La danza di Maguy in questo Duo è corposa, viscerale, capace di esprimere lessenza primaria di
un movimento che scaturisce dal contatto reciproco e dà significato al profondo
legame tra un lui e una lei indissolubilmente legati e partecipi luno del
destino dellaltra.
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