Regna
il male nel Macbeth shakespeariano,
in cui la brama di potere è solo un espediente per rivelare la natura crudele e
sanguinaria delluomo. Per questo motivo lopera ha incuriosito anche Sigmund Freud, che attribuisce a Shakespeare lintuizione ante litteram del conflitto tra Es e
Super Io, ossia tra i desideri più profondi ed egoistici dellanima e la sua coscienza
morale. Le due istanze psichiche tra cui è collocato lIo sarebbero, secondo il
fondatore della psicoanalisi, rappresentate da Lady Macbeth e da Macbeth
durante il dialogo in cui la donna, risoluta e spietata, persuade il marito a uccidere il re per
usurparne la corona. Sembra quasi che lo scontro avvenga dentro la testa del
protagonista, come suggerisce il critico Harold
Bloom (Shakespeare. Linvenzione
delluomo, Milano, BUR, 2003), e che listinto aggressivo abbia alla fine
la meglio.
Un momento dello spettacolo © Fabio Donato Parte
dalle interpretazioni di Freud e di Bloom il regista Luca De Fusco, che porta in scena al Teatro Mercadante la tragedia
shakespeariana, nella traduzione di Gianni
Garrera, in prima assoluta al Napoli Teatro Festival. Per evidenziare la
trama psicologica del testo, De Fusco costruisce la maggior parte delle scene
nella camera da letto, dove i coniugi esternano i loro propositi di morte di
fronte a un grande specchio, installazione video in cui proiettare incubi,
deliri e allucinazioni. A infittire le atmosfere cupe e oniriche contribuisce la
commistione di linguaggi artistici – cifra stilistica di De Fusco già sperimentata
nei precedenti lavori Antonio e Cleopatra
(2014) e Orestea (2015) – grazie ai
sontuosi costumi di Zaira De Vincentiis,
le scene di Marta Crisolini Malatesta,
le luci di Gigi Saccomandi e la
collaborazione degli israeliani Ran
Bagno, per le musiche, e Noa
Wertheim, per le coreografie.
Un momento dello spettacolo © Fabio Donato Altra
ambientazione dominante e dalla forte suggestione visiva è la foresta – dove
tutto ha inizio quando Macbeth incontra le tre streghe (le danzatrici della Compagnia
Körper Chiara Barassi, Sibilla Celesia, Sara Lupoli, a cui dà voce fuori campo Angela Pagano) – ricreata anchessa grazie alluso di video e al
sipario di tripoline che cala su tutta la scena chiudendola in un rovo
intricato. Imperante limmagine ricorrente della civetta che avanza verso la
platea, presagio della catastrofe imminente.
Un momento dello spettacolo © Fabio Donato Lindagine
sullorigine del male si sofferma sulle psicosi ossessive che ben presto
annientano Macbeth (Luca Lazzareschi),
stordito dagli eventi, ingannato dagli enigmi profetici e maledetti delle
streghe, timoroso e incerto, soggiogato dalle decisioni della risoluta consorte
che lo accusa più volte di vigliaccheria. Eppure arriva un punto in cui non
teme più nulla, incosciente e fiducioso nel proprio destino, mentre è Lady
Macbeth (Gaia Aprea, dalla voce
profonda e regale) a essere consumata dal peccato, vittima dei disturbi del
sonno e imbrigliata nella nevrosi fino alla morte. È come se lanima, ormai
corrotta e macchiata del sangue altrui, possa liberarsi totalmente della sua
parte fragile e inquieta (la coscienza) e – come sosteneva Freud – possa dare
ampiamente spazio ai soli istinti primordiali.
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