Zero Days Nel suo nuovo film, il regista Alex Gibney, già vincitore del premio Oscar nella categoria
documentario, esplora il fenomeno del virus informatico Stuxnet, scoperto da
esperti internazionali nel 2010. Sebbene i responsabili non labbiano mai
ammesso, è ormai risaputo che tale virus è stato commissionato dai governi
americano e israeliano per sabotare il programma nucleare iraniano. Sfuggito al
controllo dei suoi ideatori, tale virus ha finito per aprire il vaso di Pandora
della guerra informatica.
Nel film di Gibney, alcuni professionisti del mondo
dellinformatica raccontano le fasi di sviluppo del programma dal nome in
codice Olympic Games, un software
dannoso capace di paralizzare con un click il sistema di interi stati senza
lasciare traccia dei responsabili. Lopera vuole essere una denuncia dei
pericoli della tecnologia selvaggia e del potere politico incontrollato. Voto medio della critica: 2,5/4 Proiezioni: Giovedì 18 febbraio, ore 09:30, Friedrichstadt-Palast
Venerdì 19 febbraio, ore 12:15, Friedrichstadt-Palast
Venerdì 19 febbraio, ore 22:30, International Una scena di Zero Days Kollektivet
Erik, docente universitario di architettura, eredita la
grande vecchia casa del padre ad Hellerup, a nord di Copenhagen. Sua moglie
Anna, famosa presentatrice televisiva, gli suggerisce di invitare i loro amici
a stare da loro. In questo modo la donna spera di vincere la noia che ha
iniziato a impadronirsi del loro matrimonio. In breve tempo, una dozzina di
donne, uomini e bambini vengono ad abitare nella loro casa di campagna,
partecipando a discussioni e facendo attività comuni. Spesso si scontrano. Il
loro fragile equilibrio rischia di spezzarsi quando Erik si innamora della
studentessa Emma e la giovane donna si trasferisce nella casa. Nel frattempo la
figlia di Erik e Anna, la quattordicenne Freja, osserva con distacco queste
vicende alla ricerca di una propria identità.
Dopo Submarino, presentato alla Berlinale del 2010, Thomas Vinterberg torna a Berlino con Kollektivet (The Commune). Ispirandosi
a un esperimento autobiografico degli anni Settanta, il regista ci dice che
dietro comunità e individualità, libertà e tradizione, e la promessa di
felicità, si nascondono grandi pericoli. Voto medio della critica: 1,8/4 Proiezioni: Giovedì 18 febbraio, ore 09:30, Haus der Berliner Festspiele
Giovedì 18 febbraio, ore 12:15, Friedrichstadt-Palast Giovedì 18 febbraio, ore 17:30, Friedrichstadt-Palast
Domenica 21 febbraio, ore 14:30, Friedrichstadt-Palast
Una scena di Kollektivet Des nouvelles de le planete Mars
Philippe Mars vuole piacere a tutti. Vuole essere un buon
padre, un ex marito amichevole, un collega disponibile e un fratello
comprensivo. Sfortunatamente il suo piccolo mondo deflagra. Suo figlio diventa
un vegetariano intransigente, sua figlia una secchiona fissata, mentre sua
sorella espone dipinti giganti dei loro genitori nudi. In ufficio deve
fronteggiare la furia del collega mentalmente instabile Jerôme, che una notte
compare alla sua porta in compagnia di una giovane donna appena dimessa da una
clinica.
Il regista Dominik
Moll (Harry, Hes Here to Help, 2000; Lemmings, 2005) dimostra di
avere talento per lo humour nero che non risparmia niente e nessuno e che porta
alla luce, talvolta brutalmente, gli aspetti surreali dellesistenza. Oggetto
di questo suo ultimo attacco anarcoide è un mondo intatto allapparenza che nei
fatti non lo è mai stato. Un film sulla famiglia per così dire non
convenzionale, nel quale un padre si ritrova allimprovviso a confrontarsi con realtà
impegnative verso le quali dapprima è riluttante, poi sempre più disponibile
fino a esiti inattesi. Fuori concorso Proiezioni: Giovedì 18 febbraio, ore 12:15, Haus der Berliner Festspiele
Giovedì 18 febbraio, ore 15:00, Friedrichstadt-Palast
Giovedì 18 febbraio, ore 22:30, International
Domenica 21 febbraio, ore 14:15, Berlinale Palast Una scena di Des nouvelles de le planete Mars
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