Allorigine del nuovo film di Steven Spielberg ci sono fatti
realmente accaduti tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, in
piena guerra fredda. Allavvocato newyorchese James B. Donovan, abitante nel quartiere di
Brooklyn, viene affidata la difesa di Rudolf
Abel, presunta spia sovietica. Durante il processo viene provata la
colpevolezza dellimputato, ma Donovan riesce a far scampare ad Abel la sedia
elettrica. Nel frattempo lavvocato è incaricato dalla CIA di negoziare il
rilascio del pilota americano Francis Gary Powers, fatto prigioniero dopo
che il suo aereo spia U-2 è stato abbattuto in territorio sovietico.
Abel, rimasto in America a scontare la pena, è scelto come contropartita dal
governo statunitense. Lo scambio avviene allalba del 12 febbraio 1962 sul Ponte di Glienicke, chiamato in seguito “Ponte
delle Spie”, tra Berlino Ovest e Berlino Est.
Una scena del film
Una vicenda storica e biografica,
quella raccontata da Spielberg, che procede con passo felpato verso il lieto
fine, secondo lottica dellottimismo americano. La narrazione, contaminata dai
codici del cinema di spionaggio, è di regime classico, priva di inutili spettacolarizzazioni
(eccetto la sequenza del disastro aereo). Il marchio di qualità è garantito da
nomi di prestigio. Il veterano regista statunitense fornisce una prova di
consueta perizia tecnica. I fratelli Coen
(insieme a Matt Charman) firmano una solida sceneggiatura. Janusz
Kaminsky fotografa la vicenda in modo pittorico, immergendola in una luce
fredda e contrastata, dal cromatismo tipico delle pellicole a colori dellepoca
raccontata. Le scenografie di Adam
Stockhausen rendono al meglio gli uffici asettici della diplomazia
internazionale e restituiscono bene il clima di ricostruzione della Berlino del
dopoguerra.
Il film può essere suddiviso in
tre parti. La prima è un prologo di circa dieci
minuti che racconta la cattura di Rudolf Abel. Qui lazione prevale sul dialogo:
la macchina da presa si muove fluidamente tra le panchine dei parchi e la metropolitana
di New York, seguendo i gesti e i movimenti della spia russa e dei funzionari
della CIA. La seconda parte è quella giudiziaria: ambientato tra le aule di
tribunale e gli uffici del carcere dove è detenuto Abel, il film appare qui
piuttosto convenzionale, risentendo dei canoni del genere. Infine nella terza
parte la pellicola prende quota: la narrazione si sposta a Berlino e il talento
di Spielberg si esalta nel crescendo dellazione e nel clima sospeso e
spettrale che accompagna la vicenda. È palese la lezione dei film tedeschi di Rossellini e di Wilder, così come spicca il contributo dei Coen nelle caratterizzazioni
bizzarre di alcuni personaggi di contorno, specialmente dei burocrati ottusi
dellintelligence tedesca e sovietica.
Una scena del film
Tuttavia
Spielberg è fin troppo corretto nellillustrazione di un fatto storico delicato
e a tratti pecca di accademismo, seppure di alta classe. La limpida narrazione è un pregio ma richiama troppo quella dei film di Clint Eastwood. Il ponte delle spie rischia perciò di essere ricordato tra le opere
minori del regista americano, non possedendo né lampio respiro tragico dei
suoi classici (Schindlers List, Munich) né laudacia sperimentale delle pellicole di
intrattenimento (Lo Squalo, E.T - Lextraterrestre).
La
morale spielberghiana, fortemente ancorata ai valori americani, è ben
evidenziata, con la visione paternalistica degli Stati Uniti, paese esportatore
di libertà e democrazia per eccellenza, e con un eroe daltri tempi dai forti
principi etici e famigliari. Linterpretazione di Tom Hanks è convincente, soprattutto nel duetto con Mark Rylance. Sono evidenti nel
personaggio dellavvocato i riferimenti ai protagonisti positivi dei film di Frank Capra e agli uomini normali di Hitchcock coinvolti in vicende più
grandi di loro.
Una
piccola nota sulla vitalità di un genere che sembrava in netta decadenza: solo
nel 2015 i film di spionaggio sono tornati alla ribalta in altre quattro grandi
produzioni (Kingsman, Mission Impossible - Rogue Nation, Spectre, Operazione U.N.C.L.E.). Il
ponte delle spie è il più attendibile a livello storico,
nonché il più controcorrente per il rifiuto dellintrattenimento a tutti i
costi.
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