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Danzare Bacon

di Gabriella Gori
  L’Anatomie de la sensation pour Francis Bacon
Data di pubblicazione su web 31/08/2015  

L’Anatomie de la sensation pour Francis Bacon di Wayne McGregor, creato nel 2011 per il Ballet de l’Opéra de Paris e ora ripreso all’Opéra Bastille, è la seconda “commande” del coreografo britannico che torna a coreografare per il Balletto parigino.

L’eccellente organico di cui ammira «l’incredibile forza animale» e «la capacità di incarnare il mondo di Bacon». Un universo pittorico in cui il corpo umano, attraversato da continue forze ed energie opposte, sprigiona un’incredibile potenza metamorfica e offre il destro a McGregor e al suo concetto di danza di tenere il passo.

E il quarantacinquenne dancemaker inglese riesce nell’intento grazie a precise scelte musicali, scenografiche, costumistiche e illuminotecniche, che contribuiscono organicamente alla mise en espace di quello che si definisce un balletto contemporaneo. Un genere non narrativo in cui sono sollecitati la vista e l’udito, uniti all’emozione suscitata da interpreti che ne L’Anatomie de la sensation si muovono tra enormi pannelli rettangolari, indossano essenziali e colorati costumi, appaiono e scompaiono sotto le potenti luci e danzano con la musica in un continuo interfacciarsi tra danse d’école e danse contemporaine.

Un confronto e un’osmosi in cui il classico e il contemporaneo si incontrano traendo nuova linfa per arrivare a ridefinirsi – se mai è possibile classificare ciò che è in continua evoluzione – un linguaggio e uno stile contemporaneo di natura accademica.

McGregor, fondatore nel 1992 della Random Dance Company e nominato nel 2006 coreografo residente del Royal Ballet, è una firma super accreditata a livello internazionale. Basti ricordare Big Dance Trafalgar Square per i Giochi Olimpici di Londra 2012, Le Sacre du Printemps per i Bolshoi nel 2013, e le committenze di blasonati soggetti come l’English National Ballet, il San Francisco Ballet, il New York City Ballet, la Scala di Milano, l’Australian Ballet.


Alexandre Gasse et Mathias Heymann
© Agathe Poupeney - Opéra national de Paris

Ma se in lui sono evidenti gli echi di maestri del postmoderno come Merce Cunnigham e del postclassico come William Forsythe, è altrettanto vero che McGregor ha un inconfondibile modo di trattare “la cosa danza” anche con l’ausilio delle nuove tecnologie.

Un modus operandi che non prescinde mai da una solida e rigorosa preparazione tecnica e da una ricerca instancabile sulle potenzialità di corpi in movimento, che gli consentono di evitare il pericoloso acrobatismo del ginnasta e di perseguire il suadente “poetismo” del ballerino. Intendendo per “poetismo” quella raffinata qualità, quella grazia elegante nella cura del dettaglio interpretativo, nella percezione ballata delle linee infinite e allungate, nella mobilità delle articolazioni, nella leggerezza e al tempo stesso nella forza della performance, nella coscienza di esser danzatori e non esecutori.

Un’alchimia che ne L’Anatomie de la sensation, seconda creazione di McGregor per il Ballett dell’Opéra di Parigi dopo Genus del 2007, mette ancora più in evidenza quanto sia facile declinare il classico verso il contemporaneo e viceversa, indicando una nuova strada da percorrere anche nell’uso disinvolto delle punte e delle mezze punte. Una strada in cui il corpo, adeguatamente educato e forgiato dallo studio e dalla scuola, mostra la sinuosità impercettibile e felpata e lo scatto veloce e improvviso del felino.

Questo lavoro in onore di Francis Bacon è una partitura coreografica divisa in nove movimenti che corrispondono ad altrettante sezioni di Blood on the Floor, l’opera musicale di Mark Anthony Turnage ispirata a un dipinto eponimo di Bacon. Una composizione contemporanea con incursioni jazz, rock, classiche, ed eseguita dall’Esemble Intercontemporain diretto da Peter Rundel con John Parricelli alla chitarra elettrica, Peter Erskine alla batteria jazz, Martin Robertstn al sassofono e al clarinetto, Michel Benita alla chitarra bassa e Willi Bopp curatore del ritmo che nasce dalla contaminazione di generi musicale differenti.

Un contesto sonoro tutt’altro che facile impreziosito dall’architettura scenica di John Pawson che ai grigi pannelli girevoli affianca armature metalliche che ricordano i quadri di Bacon, come li richiamano le luci d’atmosfera gialle, rosse, scure di Lucy Carter e i raffinati e cangianti body di  Moritz Junge.

Nell’essenziale astrattismo narrativo, questa Anatomia si sviluppa per quadri che usano i moduli del duetto, del solo, del quartetto e dell’ensemble per cambiare ogni volta prospettiva in linea con i dipinti di Bacon a cominciare da Blood on the Floor, il primo movimento. Qui l’étoile Mathias Hymann e Alexandre Gasse ingaggiano una sensuale e animalesca battaglia omoerotica e dopo essersi spogliati di tutto restano soli come sola è Juliette Hilaire in Junior Addict. Il secondo movimento è tutto giocato sull’estrema verticalizzazione delle lunghe gambe.



Dorothée Gilbert et Mathias Heymann
© Agathe Poupeney - Opéra national de Paris

Una solitudine a cui segue Shout con le étoiles Dorothée Gilbert e Hymann affiancati da Charlotte Ranson e Gasse. Un effervescente quartetto su musica jazz reso ancora più frizzante dalla presenza di un corposo gruppo di danzatori. Segue Sweet and Decay con le étoiles Alice Renavand e Josua Hoffalt accanto alla Hilaire e a Florence Mélac, che attraversano lo spazio in un continuo aggrovigliarsi fra di loro secondo i dettami “mcgregoriani”.

Le sonorità “jazzate” tornano in Needles con la Gilbert, Héloïse Bourdon, la Ranson, Adrien Couvez e l’ensemble, mentre algido e perfetto è il duo Elergy for Andy con la splendida étoile Aurélie Dupont e Gasse a cui fa eco l’ultimo duetto Crackdow dell’étoile Renavand e Hoffalt. Due esempi strutturalmente e stilisticamente diversi di trattare il modulo duetto. Allentato ed estremizzato il primo, compatto e veloce il secondo. Il settimo e il nono movimento, Cut Up e Dispelling the Fears, richiamano sulla scena tutti i danzatori in un crescendo visivo ed emotivo che fa leva su “poetismo” dell’essere tersicoreo.

Uno spettacolo raffinato, ponderato e poderoso, applauditissimo dal pubblico, che conferma la straordinaria versatilità dei ballerini dell’Opéra di Parigi, dal 2014 diretti dal giovane e volitivo Benjamin Millepied, e la personale cifra stilistica di Wayne McGregor. Un coreografo che sempre più rifugge da mere classificazioni e spinge la danza contemporanea a fare propri gli stilemi accademici per rinnovarli dal profondo.




L’Anatomie de la sensation pour Francis Bacon
cast cast & credits
 


Alexandre Gasse e Aurélie Dupont in un momento de L’Anatomie de la sensation


 
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