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Lezioni contro l'insostenibile pesantezza del vivere

di Michela Zaccaria
  la locandina
Data di pubblicazione su web 13/11/2013  


Nel 1985 Italo Calvino scrisse cinque conferenze sulle qualità e specificità della letteratura da conservare all'alba del nuovo millennio. Non le pronunciò mai, morì qualche mese prima della partenza per Harvard. Lezioni Americane diventarono uno spettacolo nel 2000, al Théâtre du Rond Point des Champs-Elysées di Parigi (regia di Orlando Forioso). Da allora molte volte Giorgio Albertazzi ha accompagnato gli spettatori in questo viaggio vertiginoso alla ricerca della leggerezza, in un labirinto di rimandi tra letteratura teatro video e musica (Arva Pavel al violoncello).


Il conferenziere Calvino-Albertazzi colloquia con un’allieva giornalista (Stefania Masala) e l’occhio della telecamera lo insegue fra appunti quadri libri poltrone di velluto viola. Quasi che il palcoscenico fosse il prolungamento di casa sua: un luogo dove si viviseziona la scrittura e se ne cercano i segreti, dove la leggerezza è oggetto di una ricerca senza fine contro «la fitta rete di costrizioni pubbliche e private che finisce per avvolgere ogni esistenza con nodi sempre più stretti».


Proprio come nella vita, Albertazzi-attore ha fatto della leggerezza la sua cifra espressiva, convinto che il teatro si fondi principalmente su una condizione di libertà immaginativa, ai margini dell’allusività e del non detto. Ritratto dell’artista da vecchio, Lezioni americane sovrappongono allora alla conferenza calviniana il percorso parallelo di un attore innamorato della poesia. Come di una donna bellissima e ritrosa, è di lei che parla agli spettatori (e a se stesso), facendo sue le parole di Lucrezio e di Ovidio, di Guido Cavalcanti e di Leopardi; aggrappandosi infine ed ancora una volta ai suoi autori-feticcio Dante Borges Shakespeare. Essere…non essere…La parola dei poeti si mescola alla sua, diventa summa della vita. Intanto dal computer frammenti di memoria scorrono in immagini, dal film L’anno scorso a Marienbad di Alain Resnais di cui Albertazzi fu protagonista nel 1961, alla sigla di Appuntamento con la novella nella preistoria della RAI tivù: «È vero che il software non potrebbe esercitare i poteri della sua leggerezza se non mediante la pesantezza del hardware- riflette il protagonista- ma è il software che comanda…»


Recitare per esistere. Anzi, non recitare affatto; essere testimone, piuttosto, che è là sul palcoscenico che ogni sera si esorcizza la morte, sorprendendosi vivi e desideranti anche a novant’anni. Albertazzi ha fatto suo l’agile salto del poeta-filosofo di Calvino, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, aggressiva e scalpitante, appartiene al regno dei morti come un cimitero di automobili arrugginite. Il vecchio attore indomito ogni sera saluta il pubblico come fosse l’ultima volta. Lo fa con le parole che più ama e che più lo rappresentano, con la consueta leggerezza senza commozione contro l’insostenibile pesantezza del vivere.


Lezioni americane
cast cast & credits
 

la locandina dello spettacolo
la locandina



il video dello spettacolo:
http://www.youtube.com/watch?v=mbPowkWd704

foto di Tommaso Le Pera
 
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