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Nurejew Gala al Wiener Staatsoper

di Gabriella Gori
  Rudolph Nurejew
Data di pubblicazione su web 16/07/2013  
                                  

L’emozione è stata fortissima all’Opera di Vienna per l’applauditissimo Nurejew Gala. Un imperdibile omaggio in ricordo del famoso danzatore e coreografo russo scomparso a Parigi nel 1993 e molto legato alla città fin dalla prima apparizione alla Staatsoper nel 1964. Un sodalizio rinsaldato dalla nazionalità austriaca ottenuta nel 1982 e dalle numerose volte in cui Rudy ha danzato nei più importanti ruoli del repertorio accademico e coreografato appositamente per il corpo di ballo viennese titoli  come Il lago dei cigni  e il Don Chisciotte.

 

Quello che però costituisce il valore aggiunto di questo Gala, fra l’altro non l’unico dal momento che quest’anno i più prestigiosi organici tersicorei celebrano il ventennale, è lo spirito con cui Manuel Legris, direttore del Balletto dell’Opera di Vienna, ha voluto ricordare il leggendario 'tartaro volante'. Quel 'tartaro' che nel 1986, all’epoca in cui era a capo dell’Opera di Parigi, consacrò Legris danseur étoile lanciandolo nel firmamento dei grandi della danza e lasciando un’impronta indelebile nella sua carriera.

 


Olga Esina (Terpsichore), Ketevan Papava (Kalliope), Nina Poláková (Polyhymnia), Roman Lazik (Apollo) -
Olga Esina (Terpsichore), Ketevan Papava (Kalliope), Nina Poláková (Polyhymnia), Roman Lazik (Apollo) in Apollo (credits:Wiener Staatsballett / Michael Pöhn)

Legris ha infatti fatto tesoro dell’insegnamento di Nureyev non soltanto come ballerino ma anche come direttore da quando nel settembre 2010 è stato posto alla guida del Wiener Staatsballet e ha portato l’organico alla ribalta internazionale accanto ad omologhi del calibro del Royal Ballet, l’Hamburg Ballet, l’Opéra di Parigi, l’Opera di Berlino, la Scala di Milano, il Mariinskij, il Bolshoi.   

 

Una rinascita confermata dallo strepitoso successo di questo Gala, il terzo organizzato da Legris a Vienna, e dalla presenza di Aurélie Dupont. L’étoile francese, già partner di Legris all’Opéra e ora ospite di eccezione di questa memorabile serata che l’ha vista danzare con Manuel il pas de deux da Sylvia di John Neumeier su musica di Delibes. Un passo a due di un’intensità unica che ha messo in luce il carisma di questi ‘Titani’ della danza, perfetti nel dare vita alla passione tra il pastore Aminta e la ninfa Silvia, e costituito il fiore all’occhiello di questo tributo.

 

Un palinsesto di quattro ore che incastona vere e proprie ‘perle’ coreografiche firmate dallo stesso Nureyev e da lui danzate alla Staatsoper e/o create da illustri colleghi. Colleghi legati alla sua immagine e al suo magistero che grazie a Legris, all’eccellente corpo di ballo, all’ottima Orchestra della Wiener Staaatsoper magistralmente diretta da Kevin Rhodes, hanno idealmente dato il loro contributo a questo ventennale.   

 

Nel Gala oltre al passo a due di Sylvia ne sono stati inseriti altri tre a cominciare dal Pas de deux tratto dal II atto di Mayerling di Kenneth MacMillan del 1978 su musica di Liszt, scene e costumi di Nicholas Georgiadis. Un sopraffino esempio di balletto psicologico in cui Kirill Kourlaev, Rodolfo di Baviera, e Irina Tsymbal, Maria Vetzera, hanno bene espresso i tormenti di un rapporto destinato alla tragedia.

 

Di tutt’altro genere è stato il virtuosistico Pas de deux Diana e Atteone di Agrippina Vaganova su musica di Drigo. Un fulgido esempio di scuola accademica russa ideato dalla celebre ballerina nel 1935 e ancora oggi temibile banco di prova per i danzatori classici. Un esame superato a piani voti dalla frizzante Kiyoka Hashimoto, Diana, e dallo strepitoso Mihail Sosnovschi, Atteone, che hanno sfoderato una tecnica invidiabile.

 


Olga Esina (Terpsichore), Ketevan Papava (Kalliope), Roman Lazik (Apollo), Nina Poláková (Polyhymnia) -
Olga Esina (Terpsichore), Ketevan Papava (Kalliope), Roman Lazik (Apollo), Nina Poláková (Polyhymnia) in Apollo
(credits: Wiener Staatsballett / Michael Pöhn)

Altra ‘perla’ è stato il passo a due tratto dal III atto della Bella Addormentata di Tschaikowski. Il balletto coreografato da Nureyev nel 1980 sull’originale di Petipa e qui riproposto con i bravissimi Maria Yakoleva, Aurora, e Robert Gabdullin, il Principe, in perfetta sintonia nel mettere in luce il lirismo di passi e variazioni di rigorosa scuola accademica.

 

A corollario di questa sezione è stato poi ballato il Pas de cinq dal I atto del Lago dei cigni di Nureyev del 1964, ispirato a quello di Petipa su musica di Tschaikowski. Un trio maschile formato da Eno Peci, Davide Dato, Dimitru Taran, e un duo femminile composto da Ioanna Avraam e Natascha Mair che insieme e singolarmente hanno brillato per esecuzione e presenza scenica.

 

Il direttore Legris in apertura e chiusura della prima parte del Gala, alla fine della seconda e per tutta la terza, ha scelto poi di dare spazio a momenti di danza più corposi mettendo in scena il II atto del La Sylphide di Lacotte, Vaslaw di Neumeier, Apollo di Balanchine e il III atto di Raymonda di Nureyev, regalando una serata ricca e articolata con dei veri punti di forza fra cui il debutto alla Staatsoper di Vaslaw.

Creato da Neumeier nel 1979 su musica di Bach il balletto è dedicato al celeberrimo danzatore russo Nijinskiy e proposto in questo Gala con tre pas de deux, un solo e un pas de trois interpretati da dieci ottimi danzatori fra cui Denys Cherevychko, un intenso Vaslaw che ha saputo cogliere il languore esistenziale di Nijinskij morto a Londra nel 1950.

Un’atmosfera decadente assai lontana da quella romantica della Sylphide, il ballet d’action su musica di Jean-Madeleine Schneitzhoeffer ricreato nel 1971 da  Pierre Lacotte sull’originale di Filippo Taglioni del 1832 con scene e costumi ripresi da quelli ottocenteschi di Ciceri e Lami. Un’impalpabile nuvola di candidi tutù con l’eterea Maria Yakovleva, la Silfide, un tormentato Masayu Kimoto, James, e l’evanescente corteggio delle Silfidi guidate da Alice Firenze, Andrea Némethová e Reina Sawai.  

 


Olga Esina (Terpsichore), Roman Lazik (Apollo) -
Olga Esina (Terpsichore), Roman Lazik (Apollo) in Apollo
(credits: Wiener Staatsballett / Michael Pöhn)

La messinscena di Apollo di Balanchine ha colpito per la perfezione con cui Roman Lazik, il dio greco, e le splendide muse Polimnia, Nina Poláková, Calliope, Ketevan Papava, e Tersicore, Olga Esina, hanno ossequiato il neoclassicismo balanchiniano.

Una resa impeccabile a cui ha fatto seguito quella altrettanto encomiabile della stessa Olga Esina che ha trionfato nel Grand pas Classique del III atto di Raymonda accanto a Vladimir Shishow, il cavaliere Jean de Brienne. Il balletto coreografato da Nureyev nel 1964 sull’originale di Petipa con musica di Glasunow, scene costumi di Nicholas Georgiadis, e solitamente allestito per la spettacolarità e i virtuosismi della dans d’école dell’ultimo atto.  

 

Un ennesimo omaggio che ha chiuso questo trionfale Gala salutato da un pubblico calorosissimo e poi commosso davanti alla gigantografia di Rudolf Nureyev che sembrava volerci salutare e al tempo stesso dire – come scriveva il poeta latino Orazio – “Non omnis moriar, multaque pars mei vitabit Libitinam” (“Non tutto io morirò e molta parte di me eviterà Libitina”). Quella dea della morte che Rudolf, come dimostra Manuel in questa sentita e sincera celebrazione del maestro, continuerà ad evitare nel ricordo imperituro della sua lezione e nello spirito che aleggerà ogni volta che la danza e il balletto mostreranno i suoi inconfondibili segni.   

                              
Nurejew Gala
cast cast & credits
 
in alto: Aurélie Dupont (Sylvia), Manuel Legris (Aminta) in Sylvia
(credits: Michel Lidvac)

                                
Manuel Legris. Credits: Wiener Staatsballett-Michael Pöhn
Manuel Legris, direttore del Wiener Staatsballett.
(credits: Wiener Staatsballett-Michael Pöhn)



 
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