I fuochi dartificio e i coriandoli tricolore nel finale probabilmente erano superflui. Ma il padrone di casa voleva fare le cose in grande. Se poi si chiama Sir Paul McCartney, ovvero un personaggio che ha segnato indelebilmente la musica del secondo Novecento, la festa aveva la garanzia di riuscita. Perché quella dellex Beatles allArena di Verona era una vera e propria festa, con uno schema in parte già scritto attraverso però la proposta di varie sorprese. Lunica data italiana di Paul McCartney è stata presa dassalto dagli appassionati di tutte le età: dai coetanei dellartista, arrivato splendidamente alle settantuno primavere, fino a insospettabili pattuglie di giovanissimi che probabilmente avevano mandato a memoria dai dischi di nonni e padri le canzoni dei Beatles. Perché se il gruppo si è sciolto nel 1970, e nonostante McCartney abbia avuto una lunga carriera con i Wings e solista, gli spettatori erano venuti per un repertorio che nonostante i decenni di età resta tuttora indimenticabile.
Durato quasi tre ore, il concerto ha quindi sancito quanto sia ancora forte il ricordo dei “Fab Four” nel pubblico. McCartney però non ha voluto dimenticare il lungo periodo dei Wings e il ricordo della prima moglie Linda Eastman, che del gruppo faceva parte. A lei ha dedicato Maybe Im amazed, mentre del gruppo post Beatles sono state proposte alcune perle. Innanzitutto Band on the Run, dallomonimo album del 1974, Hi Hi Hi, Nineteen Hundred and Eighty Five, Let Me Roll It (con una citazione di Foxy Lady di Jimi Hendrix) e Live and Let Die, brano immancabile nei concerti di “Macca” resa in modo spettacolare sul palco con bocche di fuoco, botti e simulazioni di esplosioni (ricordiamo che è tratta dalla colonna sonora dellomonimo film di 007 con Roger Moore). Queste sono parte delle sorprese per il pubblico che sono proseguite per tutto il concerto nella scaletta beatlesiana.
Perché se era prevedibile che McCartney proponesse Blackbird, Let it Be, Hey Jude e Yesterday lo è stato meno quando ha suonato Lovely Rita e Being for the Benefit of Mr.Kite da Sgt. Peppers. O quando si è lanciato nel rock di Paperback Writer, Day Tripper e Helker Skelter. O lo swing di Your Mother Should Know da Magical Mistery Tour, documentario musicale del 1967 restaurato da poco. E il tributo agli anni doro è proseguito con lomaggio ai colleghi scomparsi John Lennon (Here Today) e George Harrison, del quale ha interpretato Something attaccandola con lukulele così come fece nel 2002 al Concert for George alla Royal Albert Hall di Londra. Questa è stata forse lunica licenza che Paul si è preso in una reinterpretazione dei brani dei Beatles quasi rigorosa, in modo da ricreare nel pubblico la sensazione di riascoltare il disco. Solo che non era il disco, era tutto vero con uno dei protagonisti (e che protagonista!) a regalare al pubblico un concerto mai visto dato che i Beatles nel 1966 smisero di suonare dal vivo.
Il successo annunciato ha avuto conferma nel canto allunisono dei tredicimila dellArena di molti dei brani dei Beatles, dalliniziale Eight Days a Week alla conclusiva Golden Slumbers/Carry That Weight/The End dal lato B di Abbey Road. Era quello che il pubblico voleva da Paul. Anzi da Sir Paul, il baronetto per eccellenza della musica.
|
|