drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Alba al tramonto

di Roberto Fedi
  Alba Parietti
Data di pubblicazione su web 13/02/2003  
Questa volta facciamo un'eccezione alle nostre abitudini: invece di parlare di una trasmissione, parliamo di una persona. Noterete che abbiamo detto 'persona' e non personaggio, al contrario di quello che di solito fanno i presentatori e i conduttori televisivi, che - sospettiamo - non hanno la minima idea della differenza che passa fra i due concetti. E per una volta tanto ci sbilanciamo.

Confessiamo quindi che abbiamo un debole per Alba Parietti. Fino dai tempi di Galagoal, quando per la prima volta nell'universo maschile e pre-becero, ma già sulla buona strada, del calcio parlato si vide una bella donna, pur seduta sul 'mitico (direbbe Paolo Limiti) sgabello, che parlava senza tanti complimenti e senza alcuna soggezione di rigori e di punizioni, di colpi di testa e di passaggi all'ala; e senza fingere nessuna competenza specifica, anzi non di rado ammettendo che, in fondo, il rettangolo verde (come direbbero tutti, questa volta) era per lei un mezzo mistero.

Fu, davvero, più che una conduttrice: fu una presenza. Per avere un'idea della quale basta guardare, oggi, le infinite fanciulline, tutte uguali e tutte senza presenza (quelle sì che sono 'personaggi') che affollano le infinite trasmissioni dedicate al calcio in Tv, cutrettole [1] senza passato e senza futuro (e per le quali si rimanda al nostro Rettangoli verdi e fanciulle in fiore).

Da allora Alba Parietti ha invaso il video per un po', e poi misteriosamente è sparita. O almeno si è vista meno. Come accade a tutte le 'presenze' che a un tratto latitano, si è rivista sui rotocalchi, dei quali è bello tacere. Tra le altre cose, abbiamo anche il fondato sospetto che sia una persona intelligente. Perciò quando è apparsa in qualche comparsata (pardon) dalle parti di Bruno Vespa, che invita spesso belle fanciulle che gli arredano il salottino, la signora Parietti ci è sempre sembrata molto meglio di professioniste della chiacchiera come ministre, sottosegretarie, donne politiche e altri personaggi (qui il termine è appropriato) delle serate Tv, da Rosy Bindi (sia detto senza ironia: parola) alla Mussolini alla Prestigiacomo e compagnia più o meno bella e quasi sempre inutile.

Ricordiamo una sua eccezionale sparata (è intelligente, ripetiamo) su un compenso Rai, neanche misero, a lei corrisposto per un contratto, e praticamente regalatole senza che il programma venisse mai realizzato. Una cosa che, in un'Italia e in una Rai diverse, le avrebbero dovuto fruttare un'onorificenza, ma che cadde lì nello stagno dei denari persi (ma puntualmente ritrovati da qualcuno). Ricordiamo certe sue apparizioni al cinema, infelici ma generose, o certe dichiarazioni sulla sua infanzia, le sue idee, i suoi genitori, secondo noi ammirevoli anche perché fatte senza calcolo, proprio come farebbe una persona. Un miracolo, in questa Tv di veline, di letterine, di scemarelle che sanno solo parlare di cose "fantastiche", "incredibili" e "straordinarie".

Ci piacerebbe vederla, tanto per dire, al posto della sguaiata Ventura la domenica pomeriggio, per non parlare del lunedì sera. Affermiamo senza remore che, quando appare lei sullo schermo, la scena si trasforma; quando se ne va, ci resta il rimpianto, sempre, che non le abbiano fatto fare qualcosa di meglio. Perché questo è anche il bello della signora Parietti: si butta via. È stata in video - come dicono i critici Tv - due giorni di fila, la scorsa settimana, in due trasmissioni in prima serata da mangiarsi le mani dalla rabbia: martedì 4 febbraio da Paolo Liguori e di nuovo la settimana dopo (Senza rete, Rete4), e il 5 nella prima puntata del Paolo Limiti Show (Raidue). Cioè nella versione soft del becerismo calcistico (si parlava fra le altre cose di arbitri: novità!), e nella summa di tutti gli spettacolini da anziani nostalgici, con Rita Pavone, Alain Delon, Fabrizio Frizzi e altri redivivi. C'erano anche i giochini da circo, un ventriloquo che faceva parlare un cane. Canzoni del bisnonno. Insomma, la versione serale e inopportuna del programmino pomeridiano dell'anno scorso. Scene isteriche del Ciuffo-Limiti per Alain Delon, definito un uomo che non è stato distrutto dal suo mestiere (a noi, a dire il vero, un po' distrutto sembrava).

Le hanno fatto cantare una canzone in francese, con risultati non memorabili; ha presentato la sua mamma, in modi non banali né volgari (è intelligente, ne siamo sicuri). Ci siamo chiesti come non sia possibile che in questa Tv non le trovino da fare altro, e abbiamo capito che questo è un ulteriore segno del pressappochismo e del degrado. Quando se ne è andata, il video si è spento.


Note

1. Il termine 'cutrèttola', usato qui sopra, non è una volgarità. Nel deprecabile caso che vi venisse in mente di dire a qualcuna "Tu sei una cutrettola!", sappiate che la cutrettola è un grazioso uccellino, detto anche 'batticoda' per l'abitudine di muovere continuamente il posteriore (dal latino cauda trepida, 'coda tremula'). Il Pascoli le dedicò una poesia: permetteteci, ogni tanto, un guizzo da intellettuali.

2. Il nostro titolo è di quelli che si definirebbero 'deprecatori': speriamo che non sia così…, eccetera eccetera.

3. Non siamo parenti di Alba Parietti, anzi non la conosciamo nemmeno (purtroppo).


alba parietti

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013