drammaturgia.it
Home | Cinema | Teatro | Opera e concerti | Danza | Mostre | Varia | Televisioni | Libri | Riviste
Punto sul vivo | Segnal@zioni | Saggi | Profili-interviste | Link | Contatti
cerca in vai

Aspettando Riccardo

di Caterina Nencetti
  Riccardo III
Data di pubblicazione su web 25/03/2013  

 

C’era una volta... “Un Re!” diranno subito i miei piccoli lettori. Sì ragazzi, stavolta avete indovinato.

 

Alessandro Gassmann è soddisfatto. Attualmente in tournée con la messa in scena del capolavoro shakespeariano, R III - Riccardo Terzo, non nasconde il piacere di essere riuscito a creare uno spettacolo che ha attirato moltissimi giovani. Una platea variegata per età e interessi sembra finalmente aver capito cosa succede e cosa si dice su quel palco che ospita un’opera tra le più ostiche per temi, ricchezza di personaggi e complessità di linguaggio. Gran parte del merito va sicuramente al lavoro di traduzione e adattamento testuale di Vitaliano Trevisan, la restante alle meditate scelte registiche. Lo stesso Gassmann ci confessa, durante un nostro incontro, di avere un “cantiere” attivo da tre anni in vista di questa messa in scena. I risultati più convincenti sono le scene dal gusto tardo-gotico di Gianluca Amodio, la videografia di Marco Schiavoni e i costumi di Mario Tufano. Gli effetti olografici e un sistema di microfoni che assecondano la provenienza della voce in base alla posizione dell’attore contribuiscono a formare un unico grande omaggio al cinema di Tim Burton.

 


Alessandro Gassmann (Riccardo III) e Manrico Gammarota (Tyrrel)
Foto di Federico Riva
 

Le particolarità e le trovate più felici per la caratterizzazione dei personaggi si apprezzano nel gigantesco duca di Gloucester, bramoso di raggiungere il trono d’Inghilterra e incurante degli omicidi commessi. Per sorridere, il Riccardo di Gassmann digrigna i denti come un cane e cinge il fratello Clarence col braccio sano. Gesto enfatizzato, meccanico, ormai contaminato come tutto il resto del corpo. Durante la prima parte dello spettacolo l’attore e regista punta molto sul lato comico-grottesco del suo assassino e degli assassinii, come quando Tyrrel (Manrico Gammarota) affila i coltelli suggerendo al conte Rivers (Giacomo Rosselli) la posizione migliore per la sua esecuzione e sfrutta la simpatia e versatilità di Mauro Marino a cui affida ben tre personaggi (Re Edoardo IV, la Regina Margherita e Lord Stanley). Davvero apprezzabile l’evoluzione performativa del Buckingham di Sergio Meogrossi: da maggiordomo fedele e impostato a verboso “compagno di merende” fino a clown malvagio e silenzioso che grida solo nell’ultimo e inutile tentativo di ottenere la meritata ricompensa. Menzione speciale per lord Hastings (Marco Cavicchioli), viscido tabarino dal ciuffo arancione, avido di potere e prodigo nel turpiloquio.

 

Non si può dire altrettanto delle “quote rosa”. Nessun dubbio sulla prova tecnica di tutte le protagoniste, a cominciare dalla voce familiare dell’attrice e doppiatrice Paila Pavese. Godibili sì, ma come un babà semplice quando se ne è assaggiato almeno una volta nella vita uno con la panna. Sarà che è ancora vivo il ricordo dell’interpretazione ai vertici dell’erotismo macabro di Ian McKellen e Kristin Scott-Thomas (Richard III, di Richard Loncraine, 1996), ma il duetto con lady Anna (Sabrina Knaflitz) appare qui troppo semplice, poco rischioso.

 



Alessandro Gassamann con Sergio Meogrossi (Buckingham)
Foto di Federico Riva

 

Raggiunto lo scopo della comprensibilità della lingua shakespeariana, condivisibile viste le dichiarate motivazioni: voglia di parlare a tutti, non di declamare. Dimostrata la capacità di deformare anche l’ambiente che circonda il mostro. Mi riferisco soprattutto all’atmosfera da funereo cartone animato, alle proiezioni che spesso trasformano il palco in uno schermo, a dettagli come la torre di Londra, un privée per l’eterno riposo o come il giubbotto di Tyrrel, di un dark lucido, trash, spregiudicato e moderno, in contrasto con l’immagine seria e spietata del personaggio. Centrata anche la frustrazione che Shakespeare, col suo protagonista, provoca nel pubblico. La modernità della sua ascesa al potere sta nel consenso. Lo spettatore si accorge (e deve ammettere) che sta tifando per lui. Ad un tratto Riccardo è Re e il merito spetta, al di là della trama, dello spettatore, perché ha riso delle sue battute, l’ha ritenuto simpatico e l’avrebbe anche potuto votare alle elezioni democratiche.

 


Riccardo III e la duchessa di York (Paila Pavese)
Foto di Federico Riva

 

La rappresentazione nel suo complesso poteva insomma lasciare un bel segno per la storia della messa in scena del Riccardo III se solo Gassmann avesse puntato di più sulle sue intuizioni fino alla fine, se avesse osato con più determinazione. Si esce dal teatro con l’impressione che il regista non abbia voluto graffiare davvero, come un gatto che gioca. Si percepisce il timore, la paura di esagerare nel portare avanti delle strade che ormai erano state intraprese. Perché, ad esempio, non coinvolgere anche i ruoli femminili nel clima del cartoon? Perché lasciarle solo recitare la parte come abbiamo già visto fare tante altre volte? Perché non sfruttare e forzare con l’interpretazione il motivo dissacrante della canzone I’ve got a woman di Ray Charles che fa da colonna sonora finale al corteggiamento di lady Anna? Pur conoscendo la storia vorremmo ogni volta ri-emozionarci. Troppo spesso accade però che il parto delle nostre emozioni non sia abbastanza indotto.

 



Marco Cavicchioli (Hastings), Alessandro Gassmann (Riccardo III) e Mauro Marino (Lord Stanley). Foto di Federico Riva
 

Ma forse bastava solo aspettare il tempo necessario e infatti a fine spettacolo ci viene regalato uno dei momenti più suggestivi della serata. Gassmann, l’attore, rientra sulle note di Brothers in Arms dei Dire Straits, che accompagnano i cinematografici titoli di coda e con la sua compagnia riceve gli applausi del pubblico. Il suo «grazie» urlato, quello sì che mi emoziona.

R III - Riccardo III
cast cast & credits
 

Si rinvia qui all'intervista ad Alessandro Gassmann tenutasi in occasione delle repliche dello spettacolo al Teatro Manzoni di Pistoia.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 


Alessandro Gassmann in R III- Riccardo III con Lady Anna (Sabrina Knaflitz). Foto di Federico Riva


 

 
Firenze University Press
tel. (+39) 055 2757700 - fax (+39) 055 2757712
Via Cittadella 7 - 50144 Firenze

web:  http://www.fupress.com
email:info@fupress.com
© Firenze University Press 2013