Il ricordo di unedizione lontana (Asti Teatro nel 1994, con regia di Valter Malosti) dellopera di Achternbusch si sovrappone vagamente allimpressione recente dello spettacolo diretto da Thomas Ostermeir, suscitando echi e suggestioni a confronto. Lesordio del drammaturgo tedesco sera avuto con testi dedicati a inedite figure capaci di forte coinvolgimento. La Baviera dorigine dellautore compariva quale viva fonte di turbamento e di contraddizioni, nella radiografia di animi e comportamenti di quei personaggi soprattutto femminili. Dobbiamo lintroduzione in Italia della drammaturgia di Achternbusch a Luisa Gazzerro Righi, alla traduzione della quale ricorro per meglio capire la rappresentazione tedesca vista in tournée al Teatro della Tosse di Genova. Così riesco ad aggirare il problema della lingua straniera a teatro, che nel caso i sovrattitoli efficaci aiutano a risolvere.
La scelta dellensemble di Monaco confida nel valore del drammaturgo e nellapporto di due attori di vaglia, Brigitte Hobmeier ed Edmund Telgenkämper. Linterprete di Susn dimostra una varietà di registri espressivi molto estesa e una capacità di immedesimazione totale nelle successive epoche vissute dalla protagonista, scandite da salti decennali, come è previsto lintervento di attrici diverse per le diverse età del personaggio. Qui la stessa Hobmeier recita il ruolo cangiante e tortuoso, nellarco duna vita intera e sa renderlo, criticamente e dialetticamente, duna presenza intensamente espressiva.
Unaltra nota rilevante nella regia di Ostermeier consiste nellimpiego di un filmato pressoché continuo, proiettato su uno schermo-fondale a tutto campo. I panorami locali familiari a regista e autore, rinviano a luoghi remoti e oltre il tempo. I testi di partenza, concepiti per la narrativa e il cinema, furono rifusi in una sequenza di monologhi, compiuta nel 1979, dopo che erano già apparsi Ella (1978) e la sceneggiatura Cuore di vetro per il film di Werner Herzog del 1976. Spunti biografici dalla vocazione universale, ma radicati strutturalmente e linguisticamente nella mitologia originaria dello scrittore. Quel clima si ritrova nel preludio, a sipario aperto, quando i due attori consumano in scena uno spuntino bevendo birra e la donna scende in platea a offrire wurstel agli spettatori. Brigitte Hobmeier è già Susn adolescente in gonna, camicetta e calzini bianchi, nel trapasso naturale al personaggio, immediato nellinizio della sua confessione al Parroco. Del sacramento cattolico si tratta, poiché la sua formula è regolata dal prontuario canonico corrispondente ai dieci Comandamenti. Mentre Achternbusch denuncia convenzione e conformismo causa della crisi della giovane, la sensibilità del regista ne amplifica il senso polemico ed eversivo, evidenziando la condizione mistificata della penitente e il paternalismo del sacerdote. Il confronto avviene davanti a una toilette sul cui specchio sono proiettati i volti dei personaggi ripresi in primo piano televisivo. Poi lo spazio scenico praticabile varia da una stanza a un esterno di villaggio, a una spiaggia e a un esterno-interno di casa e di chiesa.
In piena temperie adolescenziale, la ragazza rifiuta la pratica religiosa, essendosi diluita in lei la fede per linflusso di convenzioni repressive e ipocrite, di rituali vuoti. In preda a nuove pulsioni interiori, deve confrontarle con i comportamenti ambigui dei coetanei e le incoerenze dei parenti.
In casa della nonna, in campagna e poi sola in città in camera daffitto, Susn soffre la difficoltà di capirsi, accettarsi e farsi accettare. Il disorientamento è leggibile nel linguaggio, affidato a flussi verbali sconnessi e ininterrotti (come sospeso restava il discorso sussurrato fra le pause imposte dal confessore). Si accumulano sensazioni sgradevoli in immagini simboliche di un disagio emerso anche da impulsi sessuali incontrollati. Nella solitudine cittadina, la generica ostilità latente di Susn, ora studentessa, si concentra sullaffittacamere, ma la fantasia elabora immagini della presenza maschile. Così il violento temporale che scoppia durante il suo riposo, è vissuto in rêverie e rappresentato dallUomo che spande acqua con un annaffiatoio. La sonorità è dominante (accurato ed efficace il bruitage di sottofondo) e drammatizza il crescendo di reazioni di rabbia, disgusto e rifiuto, in una litania monotona e insistente, a cui luomo allunisono sovrappone la propria voce. Quando il desiderio trabocca, un filmato riproduce i gesti della ragazza che si rende disponibile ai ripetuti assalti di diversi uomini, soltanto nominati nella voce prestata loro da Susn. È una variante, rispetto ai «sette uomini», violenti ed osceni, indicati nel testo, poiché la giovane parrebbe assecondare il ripetersi meccanico degli amplessi, più che subirne laggressività.
Il viaggio esplorativo della personalità tormentata, dalla precisa geografia tedesca passa a regioni più vaghe (sempre illustrate dal video), stabilendo corrispettivi ambientali con la cangiante condizione femminile. Al momento del rapporto con un compagno scrittore, vediamo luomo scrivere a macchina, silenzioso, mentre è la donna a spiegarne gli ipotetici moventi. Ne sorge un punto di vista indicativo - nellestraneità incomprensibile delluomo – dun processo di sfruttamento da parte di lui della disponibilità sentimentale ed esistenziale di lei. Lo stadio è dequilibrio instabile, nellatteggiamento possibilista della donna: «Io mi adeguo a tutto». Nel passaggio successivo, la crudeltà della dipendenza di Susn dalluomo aumenta. La donna, dopo aver bevuto, singinocchia alla tazza duna latrina, viene ancora irrorata di birra, vomita. Come in dissolvenza, la donna si trova seduta sul water, piazzato sullo sfondo duna facciata di chiesa e sappresta a domande finali. «Mi chiedo, chi sono?», pronuncia con voce torva e impastata e trovandosi come sdoppiata, rivolge il soliloquio a un Sacro-Cuore-di-Gesù in plastica luminosa. Dallora, assistiamo alla metamorfosi definitiva anche fisica della protagonista. Grazie alla prodigiosa prestazione vocale e mimica della giovane attrice, linvecchiamento avviene per trucco palese (con parrucca occhiali e vestiti pare una barbona). È il punto in cui fede e disperazione si trovano su un abisso, esposte alla stessa probabilità. Susn non finirà suicida col fucile fornitole dalluomo (secondo il Quadro 5 del copione, ora eliminato), ma per abbandono della lotta, per esaurimento, in lenta caduta nel sonno. Sonno profondo, mortale, vegliato dal lumino residuo. Unora e trentacinque minuti di epifania luminosa, di decadenza, di agonia.
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