Latlante
delle nuvole del titolo è una composizione musicale, un sestetto, al contempo
musica diegetica ed extra-diegetica, che torna come un mantra, rielaborato e
camuffato, lungo tutto il corso del film, costituendone una sorta di paradigma
sonoro. Cloud Atlas è infatti intessuto
di una fitta rete di richiami interni e citazioni autoreferenziali, impossibili
da cogliere nella loro complessità a una prima, singola visione. La trama,
architettata secondo un intricato meccanismo affine allentrelacement dei racconti cavallereschi - in cui da un filo
narrativo si passa a un altro che si svolge contemporaneamente, per poi
riprenderlo più avanti - è desunta dallomonimo romanzo di David Mitchell, in cui sei storie ambientate in un arco di tempo
che va dal 1849 al 2346, si svolgono con gli stessi protagonisti, che tornano
pur cambiando di volta in volta identità. Sembrerebbero a una prima occhiata
tutti episodi distinti, eppure, lo capiremo nel corso del film, sono tutti in
qualche modo collegati, parte di un unico disegno. Del resto la formula
ricorrente in Cloud Atlas, nonché messaggio
ai posteri di Sonmi-451, cameriera di
una “mangeria” del 2144 è: ĞLa nostra vita non ci appartiene. Dal grembo
materno alla tomba, siamo legati agli altri.
Passati e presenti. E da ogni crimine, e da ogni gentilezza, generiamo
il nostro futuroğ.
Sorta
di apologo edificante per adulti di questo millennio - non a caso una delle
storie è ambientata nel 2012 - il film sottintende una vera e propria filosofia
filantropica, che ruota costantemente attorno al concetto della metempsicosi,
senza mai nominarlo direttamente. Per di più, lassioma religioso-filosofico
sul quale è imperniata la narrazione, assume una prospettiva finalistica, il
cui scopo ultimo è il bene comune, come esplicitato dal fatto che la maggior
parte dei personaggi si muove secondo una direttrice che - di storia in storia
- progredisce gradualmente dal negativo al positivo, dal male al bene. Un
movimento ascensionale del quale è sintomatica la serie di personaggi interpretati
da Tom Hanks, i cui estremi opposti sono il malvagio Dr. Goose e il buon
pastore Zachry.
Aperto
e chiuso dalla stessa inquadratura di una galassia, il film è stato girato dai
fratelli Lana e Andy Wachowski,
celebri per la trilogia di Matrix
(1999-2003), che stavolta si sono avvalsi della collaborazione del regista
tedesco Tom Tykwer, dividendo quindi
le riprese in due troupe che hanno girato in contemporanea: mentre i fratelli
Wachowski riprendevano le scene ambientate nel 1849, nel 2144 e nel XXIV
secolo, Tykwer girava quelle del 1936, del 1973 e del 2012. Le sequenze più
immaginifiche e in cui si ravvisa un più massiccio intervento degli effetti
speciali di Dan Glass, ovviamente,
sono quelle futuristiche degli episodi ripresi dai fratelli Wachowski, ma in
realtà il suo lavoro ha investito lopera di entrambe le unità. Certo il
risultato finale è meno “dimpatto” rispetto allinnovativo bullet time di Matrix e la complicata
trama, pur avvolta nel fascino del messaggio spiritual-filosofico che
sottintende, risulta del tutto incapace di avvincere il pubblico, non diremo
alla trama - ché la perdita della centralità dello spettatore è cifra
stilistica ricorrente dal cinema moderno in poi - ma neanche al suo portato
filosofico-religioso. Va detto, chi scrive detesta il genere fantasy, quello fantascientifico e
affini, a meno che non siano conditi da una prepotente dose di ironia - e
infatti ci asterremo dal contestare le singole trovare risibili - ma qui ci si
trova di fronte a una contraddizione in termini: se si voleva costruire un
fanta-film, questo avrebbe avuto eccome la pretesa di porre lo spettatore al
centro della narrazione, ma Cloud Atlas
non vi riesce, risultando troppo frammentario per poter generare la benché
minima affezione del pubblico a questo o a quel personaggio. Se invece
interesse principale della narrazione era “la morale” implicita, allora questa
è resa poco credibile proprio dal fanta-genere chiamato in causa.
Il
grande cast internazionale comprende, tra nomi più e meno noti, Tom Hanks, Halle Berry, Jim Broadbent, Hugo
Weaving, Jim Sturgess, Doona Bae, Ben Whishaw, James DArcy, Zhou Xun, Keith
David, David Gyasi, Susan Sarandon e
Hugh Grant. Spesso resi irriconoscibili dagli abili travestimenti delle due
squadre trucco e acconciature coinvolte, gli stessi interpreti, tornando di
storia in storia, costituiscono altrettanti rebus da risolvere, una sorta di
gioco di identificazione, nellelaborata architettura filmica di Cloud Atlas. A fungere da collante a un
materiale narrativo tanto discontinuo è un altro enigma da decifrare: le già
citate musiche del film, composte dallo stesso Tom Tykwer insieme a Johnny Klimek e Reinhold Heil, ovvero quel Cloud
Atlas Sextet, vero e proprio leitmotiv
del film, che torna anchesso travestito e acconciato di volta in volta in modo
differente. Cloud Atlas non ci ha
convinto, ma siamo ammirati da cotanto lavoro e ingegno.
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