Il volto del titolo è quello che dovrebbe assumere Bella (Laura Chiatti) mediante un intervento in diretta televisiva e che oltre a ridare a lei un aspetto socialmente spendibile, dovrebbe regalare al pubblico una nuova star da ammirare e imitare. Bella è infatti lalgida conduttrice di un programma televisivo nel quale i pazienti si sottopongono a interventi di chirurgia estetica, effettuati dalle sapienti mani di René (Alessandro Preziosi).
Licenziata perché la sua faccia “ha stancato” il pubblico, subisce un ridicolo incidente nel quale rimane sfigurata da un WC piovuto dal cielo. Sembrerebbe la fine della sua carriera e un duro colpo per lei, schiava dellestetica, quando scopre - e noi con lei - che la realtà è ben diversa.
Il volto di unaltra è un divertissement che cela la sarcastica riflessione del regista Pappi Corsicato sulla contemporaneità, la cui chiave interpretativa ha sostituito lessere con lapparire. Ambientato alle pendici di una ridente montagna da cartolina, in unasettica villa in total white - la clinica nella quale opera René - il film punta molto sullestetica del quadro, in analogia con il plot.
Labuso della chirurgia plastica, la superficialità con cui i reality show sfruttano le tragedie altrui e il pubblico beota che in massa li segue ammirato, sono i motivi messi in ridicolo dallesilarante teatro dellassurdo di Corsicato, dove le infermiere sono giovani e sexy tirolesi in minigonna, il minibar è a forma di busto femminile con i cassetti nei punti giusti e le suore portano i tacchi alti. Tutto rigorosamente di un bianco accecante.
La fotografia di Italo Petriccione punta su colori saturi perfettamente a fuoco creando una nitidezza artificiosa e iperreale, che suona falsa come “i ritocchini” delle pazienti di René. Spicca sul coloratissimo tappeto cromatico del film la sequenza in bianco e nero sulla quale gioca anche la sceneggiatura, svelando la finzione cinematografica.
Lartificiosa coloristica de Il volto di un'altra è sottolineata da e al contempo enfatizza a sua volta laccurata scenografia di Andrea Crisanti e i costumi di Roberto Chiocchi, responsabili dellatmosfera glamour del set.
Altrettanto “sintetica” risulta la recitazione antinaturalistica di Chiatti, Preziosi, Iaia Forte (nel ruolo di una suora-infermiera che somministra continuamente purghe ai pazienti) e Lino Guanciale (Tru Tru, un tecnico della clinica addetto al controllo delle fognature, messe a dura prova dalla florida attività intestinale dei pazienti). Senza sermoni, Corsicato mette in scena con originalità un divertente apologo edificante, la cui morale emerge dallironia.
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