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Festival Fringe

Michele Manzotti
  Festival Fringe
Data di pubblicazione su web 24/09/2012  

Sono venuti dall'altra parte del mondo facendo ogni sera il tutto esaurito. Gli australiani Daniel Holdsworth e Aidan Roberts si sono confrontati con uno dei capolavori della musica moderna, Tubular Bells di Mike Oldfield, suonando tutti gli strumenti previsti (tastiere, chitarre, percussioni) con il solo aiuto di pedali (per effetti e risonanza) e di un'invidiabile forma fisica. Il loro concerto Tubular Bells for two, in scena dal 3 al 27 di agosto, è risultato una delle attrazioni musicali più importanti del Fringe festival di Edimburgo. Buona parte del pubblico aveva l'età di chi aveva comprato il vinile della suite datato 1973. Quindi il successo del due, costantemente impegnati in un tour de force per suonare di tutto, è stato costruito grazie a una resa più fedele possibile dell'incisione originale e al conseguente e continuo cambio di sonorità.

Tubular Bells for two
Tubular Bells for two

Musica vocale

Buona parte del cartellone di concerti è stato riservato alla musica vocale a cappella. In questo settore la Vocal Orchestra del beat boxer inglese Shlomo ha mostrato come la voce non sia solo uno strumento per cantare, ma soprattutto un mezzo espressivo completo per suoni che generalmente sono generati da altre fonti. L’imitazione dell’elettronica, degli scratch, delle percussioni è l'effetto per stupire prima di giungere alla melodia e alle armonie vocali attraverso un viaggio nel tempo. La tradizione britannica della musica a cappella più classica ha invece trovato l’apoteosi nella serata di gala del Voice Festival Uk, manifestazione che si tiene durante l’anno in tutto Regno Unito dedicata alle formazioni universitarie con 12 gruppi sul palco, come i vincitori del concorso, i londinesi All the King’s Men e le scatenate ragazze che fanno parte delle Oxford Belles.

Folk scozzese

Per quanto riguarda i musicisti di casa, la Battlefield Band si è confermata la formazione più solida con un marchio che dura da 40 anni ma con componenti giovani che hanno saputo rinnovare al meglio la tradizione scozzese. La loro caratteristica è quella di pescare dal repertorio popolare non solo per reinterpretarla, ma anche per trarne spunto per brani nuovi. Alla Queen's Hall era giunto il pubblico delle grandi occasioni per ascoltare Sean O'Donnell,   Mike Katz, Alasdair White e Ewen Henderson. Il caso ha voluto che anche il suo fondatore Brian McNeill sia stato protagonista di una serata organizzata dall’attivissimo Edinburgh Folk Club all'Acoustic Music Centre @ St.Bride's. McNeill è un formidabile polistrumentista a suo agio con violino, chitarra e concertina, che ha passato gli ultimi anni a costruire la sua carriera solista tra ricerca di pezzi tradizionali e contatti con realtà musicali di oltreoceano.

Battlefield Band
Battlefield Band

World Music

La World Music ha trovato la sua star nell’afghano Homayun Sakhi, protagonista del cartellone dell’International Festival, legato principalmente alla musica colta. Sakhi è un virtuoso di un liuto particolare chiamato rubāb, con tre corde principali, tre secondarie e 15 corde che risuonano per simpatia, una delle quali ha effetti percussivi. È uno strumento probabilmente inventato nel XVIII secolo in un luogo a larga maggioranza dell'etnia pashtun, ed è considerato lo strumento nazionale afghano. Accanto ai due percussionisti, Salar Nader alle tabla e Abbos Kosimov al doyra (simile al nostro tamburello) e al qayraq (nacchere di pietra), ha dato una lezione di stile e un'ora di viaggio verso terre lontane e affascinanti con figurazioni musicali che passano dal gusto della melodia al virtuosismo più sorprendente.

Danza e teatro

Tornando al Fringe, in programma c’era anche un’importante presenza italiana grazie al lavoro del nostro Istituto di cultura, che si è concretizzata in vari spettacoli di danza contemporanea a partire dalla compagnia di Francesca Selva che ha collaborato con il video artista Giovanni Mezzedimi in Sulle labbra tue dolcissime ispirato al film Io la conoscevo bene del 1965 per arrivare allo spettacolo I am Son della compagnia Sanpapié. Quest’ultimo si è tenuto al Dance Base, spazio diretto da Morag Deyes che ha accolto molti titoli provenienti da varie realtà d’Italia. Infine uno sguardo alla commedia che come al solito ha riempito il teatro grazie anche all’attività di giovanissimi attori. Dallo Shed Theatre è stato presentato A funny thing happened on the way to the Forum, ovvero ciò che è conosciuto in Italia come Dolci vizi al foro, la cui versione cinematografica era diretta da Richard Lester con Zero Mostel e Buster Keaton tra gli attori. La compagnia ha dimostrato di non avere timori reverenziali dominando una trama caratterizzata da equivoci e comicità. Come anche il Prattle Royal della Oxford Revue ha visto sette giovani presentare una serie di gag di assoluto valore e divertimento.





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