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MaggioDanza: eucrasia e
trasfigurazione


di Gabriella Gori
  The Four Temperaments e Verklärte Nacht
Data di pubblicazione su web 18/06/2012  

Fiore all’occhiello della città, il Festival del Maggio Musicale Fiorentino torna puntualmente a destinare tra opere e concerti un posto particolare all’arte tersicorea e MaggioDanza, il corpo di ballo del Teatro del Maggio Musicale, ogni volta risponde all’appello  recitando un ruolo da protagonista e offrendo a ballettofili e curiosi neofiti l’opportunità di vedere uno spettacolo di qualità. 

Per questa 75a edizione del Festival il direttore artistico della compagnia Francesco Ventriglia ha riunito in un applaudito dittico d’autore The Four Temperaments di George Balanchine e Verklärte Nacht di Susanne Linke. Due lavori di segno poetico differente eppure accomunati dall’eleganza dello stile compositivo dei coreografi: il primo riconosciuto a tutti gli effetti il padre fondatore della scuola neoclassica, la seconda considerata una delle esponenti più rappresentative del  Tanztheater. Due filosofie coreutiche tra passato e presente che prendono vita nello storico Teatro della Pergola grazie a MaggioDanza, chiamata a far parte di un’intelligente operazione coreutica.

Il pregio maggiore di questo dittico sta proprio nell’essere un’imperdibile occasione per riassaporare visivamente l’incomparabile bellezza del balletto di Balanchine e apprezzare la bravura di MaggioDanza nello Stuck (pezzo) della Linke. E se il cimento de I Quattro Temperamenti è una sfida rischiosa che  abbisogna di un notevole coraggio e di un pizzico di velleità anche in organici istituzionali più accreditati, la misura appropriata della Notte Trasfigurata rende giustizia alla resa interpretativa dei ballerini fiorentini, accompagnati in entrambi i casi dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ben diretta da David Garforth.

Dedicato a Eugenio Polyakov e presentato in prima assoluta al Maggio Musicale Fiorentino, Verklärte Nacht  è una creazione sull’omonima partitura di Schöeberg che in questa versione si sofferma sul ludus amoris tralasciando  l’originario spunto tematico. La drammatica confessione di una donna che in una notte di plenilunio rivela all’amato di attendere un figlio da un altro uomo.

Susanne Linke ispirandosi al proverbio tedesco “Wo die Liebe hinfällt…” (“che scherzi fa l’Amore…”) si concentra sul gioco dell’Amore che ci sorprende sempre, trovandoci ogni volta impreparati a fronteggiare i suoi pungenti strali e impossibilitati a cambiare il corso degli eventi nella speranza di un amore eterno e felice. Un sogno puntualmente infranto al quale però continuiamo a restare pervicacemente attaccati.


Compagnia MaggioDanza
Un momento dello spettacolo

Così la Linke, partendo da una coppia, gli ottimi Sabrina Vitangeli e Alessandro Riga, racconta per emozioni il loro rapporto fatto di abbandoni e riconciliazioni fino al triste epilogo in cui lui è insieme ad un’altra e lei resta sola.

Una storia tristemente emblematica e non inconsueta a cui fanno da contraltare quelle simili di altre coppie che diventano simbolo dell’inarrestabile fluire dell’Eros e del desiderio umano di vivere un amore duraturo. Il tutto accompagnato dalla magica  musica di Schöeberg che asseconda la partitura coreografica incentrata sulla “danza comportamentale” del Tanztheater e su quel margine di improvvisazione richiesto ai danzatori per essere soggetti attivi dell’accadimento danzato. Un’esperienza creativa che mette in luce le doti di MaggioDanza, un corpo di ballo che sa rendere pieno di significato il gesto apparentemente insignificante, e sottolinea quanto il Tanztheater  in particolare e la danza in generale abbiano bisogno di veri interpreti e non di meri esecutori.

Verklärte Nacht di Susanne Linke è uno Stuck che convince nella forma coreografica ma anche nel raffinato allestimento di Alfred Peter che sposa l’aspetto teatrale della messinscena con l’impostazione metateatrale delle video sequenze in cui la Pergola vede riflessa se stessa, e con il taglio tecnologico delle proiezioni curate da fettFILM (Torge Møller, Momme Hinrichs) che stemperano nei paesaggi cittadini e naturali il divenire di sentimenti uguali e contrari. Un tourbillon di passioni ben espresso da passi e pose di stampo accademico trasfigurati dalla “danza comportamentale”, dalla scelta di morbidi ed eleganti costumi di Rupert Franzen e dalle carezzevoli luci di Gianni Paolo Mirenda.

Un balletto in perfetto stile ‘linkiano’ in cui MaggioDanza rifulge per carisma e dimostra di essere pienamente a suo agio come non lo appare fino in fondo nella mise en espace de The Four Temperaments di Balanchine su musica di Hindemith. Un pietra miliare della danza del Novecento con cui è arduo confrontarsi per quel suo essere non a misura di tutti i corpi di ballo e nell’esigere uno stile inconfondibile improntato a quell’elegante difficilis facilitas, a quella sublime nonchalance che necessita di un lungo e accurato training.

Creata a New York nel 1946 da Balanchine per il debutto del Ballet Society e diventata dal 1951 il cavallo di battaglia del New York City Ballet, I Quattro Temperamenti è una mise en danse  che segna la svolta estetica del linguaggio accademico  liberato dal surplus  narrativo e descrittivo e approdato al concetto di danza pura. Una danza astratta che, lontana dalla pantomima della tradizione ballettistica ottocentesca, si riduce all’essenzialità del messaggio visivo, alla immediatezza di immagini poetiche che nascono dal lirismo cinetico sotteso alla danza classica.


Un momento dello spettacolo

Balanchine infatti non fa altro che rendere esplicita tutta una serie di comportamenti stilistici che erano già propri della danse d’école petipatiana riassorbendone il formulario grammaticale, gli schemi logico-compositivi ma ripulendoli da tutte le incrostazioni di vecchie consuetudini coreografiche. Per questo la sostanza del suo linguaggio resta comunque quella della splendida tradizione classica ma diventa neoclassica col dispiegarsi luminoso ed essenziale dell’alfabeto purissimo di una danza assoluta, capace di esprimere se stessa come in The Four Temperaments. Fulgido esempio di questa vera e propria rivoluzione estetica della danza di tradizione.

I Quattro Temperamenti sono una raffigurazione astratta degli Umori in base ai quali la scienza medica medievale classificava i temperamenti umani distinguendoli in quattro caratteri: Malinconico, Sanguigno, Flemmatico, Collerico. Uno spunto tematico che offre il destro per impiantare sulla partitura di Hindemith una coreografia lontanissima dall’allegorismo medievale ma aristotelica nella struttura basata su tre Temi, sviluppati in altrettanti passi a due, e quattro Variazioni che richiamano i quattro Temperamenti e alternano, in base all’Umore, soli, duetti, quartetti, ensemble. Un virtuosismo compositivo esaltato dalla mise balanchiniana delle donne in body neri e gli uomini in tee-shirt bianche e calzamaglie nere e dal fluire razionale degli enchaîmements. Enchaîmements che MaggioDanza interpreta in maniera precisa ma senza quella disinvolta sicurezza indispensabile per affrontare un lavoro che infonde nuova linfa all’assetto e alle regole del balletto accademico. Alessandro Riga nel temperamento Malinconico mostra tutta la sua tecnica, Federica Maine e Zhani Lukaj nel Sanguigno risultano i più vicini allo stile Balanchine e Gisela Carmona Gálvez nel Collerico dimostra notevole presenza ma in generale si coglie appena la scioltezza del movimento delle gambe staccate dal busto, la mobilità del bacino e il pieno controllo del peso nei veloci passi a due. Detto questo resta comunque apprezzabile la generosità del corpo di ballo fiorentino che si mette alla prova  in una coreografia d’incomparabile bellezza e innegabile difficoltà che è sempre emozionante rivedere. Quindi, a conti fatti, “well done!” MaggioDanza.



The Four Temperaments e Verklärte Nacht
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