Quando il ‘ciclone Wayne McGregor è apparso alla Biennale di Venezia nel giugno 2008 con lo strepitoso Entity e poi è ricomparso lanno successivo al Festival dei Due Mondi di Spoleto con il magnetico Erazor, la Danza italiana è rimasta affascinata e stupita dalla maestria di questo maître à danser britannico. Un fuoriclasse della novelle vague della coreografia inglese, fondatore nel 1992 delleccellente Wayne McGregor/Random Dance Company e coreografo residente del Royal Ballet.
Applaudito regista dopera con Dido & Aeneas e Acis and Galatea, il quarantenne Wayne è anche autore di commedie musicali (Woman in Withe), di video dei Radiohead (Lotus Flower), di contributi coreografici per film (Henry Potter e il calice di fuoco), e a giugno debutterà allOpéra di Parigi con Anatomia della sensazione, uno spettacolo su Bacon. Nel 2012 poi a Londra allestirà la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici e nel 2013 ‘farà il botto al Bolshoi con un progetto sul centenario della Sagra della Primavera di Stravinskij. Logico dunque non perdere lapplaudita prima italiana al Teatro Valli di Reggio Emilia di FAR, lultimo lavoro firmato da McGregor per la sua Random Dance Company, che, se pur di ‘caratura minore rispetto a Entity e Erazor, emana la stessa intesa luce e induce ad unulteriore riflessione sulla continua evoluzione dello stile e del linguaggio ‘mcgregoriani.
Un momento dello spettacolo
Se è indubbia in Wayne la decisiva influenza di William Forsythe, che ha rivoluzionato la tecnica neoclassica, e di Merce Cunningham, che ha rinnovato quella moderna, contribuendo entrambi a ‘svecchiare codici espressivi datati e ad aprire la strada a sviluppi contemporanei e postmoderni, McGregor si è poi saputo affrancare dai suoi ‘mentori ripensando il movimento stesso ed analizzando la sua intima struttura ed essenza. Grazie al pieno possesso dello ‘strumento corpo e allo studio delle scienze neurologiche e cognitive, è riuscito a fondere la danza “materica”, fisica, materiata e ancorata a terra, di Entity e Erazor, con la danza “cerebrale”, di rigore quasi matematico e algebrico di FAR.
In FAR, acronimo di Flesh in the Age of Reason, titolo di un testo dello storico inglese Roy Porter che studia il rapporto tra anima, corpo, e mente, sviscerato dal pensiero illuminista, Wayne cerca di tradurre in azione gli impulsi del cervello tenendo presente il Choregraphic Thinking Tools, processi informatici ideati per cogliere le “intelligenze motrici” che presiedono alla mise en danse, e il Choregraphic Language Agent (CLA). Software che tenta di dare risposte a problemi coreografici ampliando la facoltà creative dellautore e performative del danzatore. Matematica e informatica sembrano essere i ‘motori in base ai quali McGregor crea FAR e a prescindere dagli ‘effetti teatrali dello spettacolo ascrivibili alla sapiente illuminotecnica di Lucy Carter, che esalta con luci ‘puntute gli splendidi danzatori della Random Dance Company, allaccattivante musica elettronica dellaustraliano Ben Frost, aggraziata da inserti vivaldiani, e allimpatto delle installazioni visive della “rAndom International”, quello che in questa creazione si ravvisa è la ‘resa in termini matematici e informatici dellazione cinetica, trasformata in coreografia.
Un altro momento dello spettacolo
I corpi, nel continuo fluire di poderosi legati contemporanei, sviluppano assoli, quintetti, duetti, terzetti, e inanellando figurazioni ora plastiche, ora distoniche, ora liriche, fra disequilibri on demi pointe, estremi decalés, contrazioni e allungamenti, sembrano riflettere lesercizio “cerebrale” e tradurre, visivamente, nella forma materica del corpo la forma mentale del calcolo algebrico. In sostanza ‘ledifico corpo viene assimilato all‘edificio matematico e il movimento diventa spiegabile in termini di operazioni astratte e simboliche, definite da un insieme coerente di postulati. Postulati che, nel caso di Wayne McGregor, corrispondono alla potenzialità che ha il linguaggio del corpo, non poi così distante da quello matematico, di esprimere quello che pensa la mente con una danza contemporanea di segno e respiro inconfondibili.
|
|