“Cosa devo fare nel primo minuto di spettacolo? Ditemi cosa devo fare, e io lo faccio”, Matteo Ceccarelli ripete la domanda al pubblico anche in tedesco, avviando così i sessanta minuti di performance di Dies Irae_5 episodi intorno alla fine della specie, presentato dal collettivo “Teatro Sotterraneo” al Volksbühne di Berlino.
Sessanta minuti contati: due orologi digitali sono sospesi in alto al centro della scena, indicando luno lora esatta, laltro il conto alla rovescia verso la fine dello spettacolo. Daltronde Dies Irae nel suo insieme ricorda un orologio: il tempo di unumanità che si precipita verso la propria fine è il suo oggetto, e le parti di cui si compone sono inserite luna nellaltra come un meccanismo ad orologeria. Lesecuzione è esatta, distaccata, professionale.
Ad ogni episodio la scena viene cambiata, a sipario aperto, mentre Claudio Cirri riassume con dovizia di dettagli lazione appena conclusa.
Dopo che Ceccarelli ci ha intrattenuto per un minuto cantando Alleluja di Leonard Cohen – canzone che in continue variazioni accompagnerà lintero spettacolo – entrano Sara Bonaventura, Jacopo Braca e Claudio Cirri in tenuta anticontaminazione bianca, con tanto di maschere antigas. Squartamenti, esecuzioni, lotte e accoltellamenti animano questa prima scena, mentre a turno i performer accompagnano la festa di violenze aerografando spruzzi di liquido rosso.
In ognuno degli episodi seguenti gli attori coinvolgono il pubblico, lasciandogli decidere parte dello svolgimento. Una prima volta dettano un numero di cellulare e invitano i presenti ad inviare un sms con un “What if...?” “Cosa sarebbe accaduto se...” “...Hitler fosse morto in culla”, per esempio. In seguito introducono una carrozzina in scena, sul cui fianco è scritto: “ADOLF”, e puntano una pistola contro il suo interno. Sarà il pubblico a decidere se il piccolo Adolf Hitler morirà o potrà vivere. In un terzo momento le ceneri delle sette meraviglie del mondo vengono vendute allasta: una spettatrice si aggiudica un sacchetto con le polveri del colosseo per dieci euro.
Dies Irae non si sviluppa secondo una logica narrativa evidente, né il testo o la struttura sembrano suggerire una chiave di lettura privilegiata, consentendo così molteplici interpretazioni. Ciò nonostante la successione degli episodi presenta una coerenza temporale, e alle azioni resta come attaccata unimpressione, che non consente di vivere questa rappresentazione solo come un ventaglio di trovate divertenti. Lumanità sta a guardarsi imperturbata mentre va alla rovina. Unumanità distratta davanti al reality show della propria estinzione: questa è limpressione che sembra legare le singole scene di Dies Irae, e trova lespressione quasi simbolica nellepisodio finale, dove sulla scena oscurata dei vecchi brancolano appoggiati al bastone, e si voltano verso gli orologi per aspettare inermi la fine.
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