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Dove portano le “strade perdute”

di Luigi Nepi
  Road to nowhere
Data di pubblicazione su web 10/09/2010  

Dalla mitica casa di produzione di Roger Corman sono passati moltissimi dei grandi talenti registici americani degli ultimi cinquant’anni e Monte Hellman è uno di loro; ad oltre venti anni dal suo ultimo lungometraggio (il terzo episodio della saga horror Silent Night) eccolo tornare dietro alla macchina da presa e debuttare in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con Road to Nowhere, probabilmente l’opera più misteriosa e affascinante tra quelle presenti al Lido.

 


 

La trama è praticamente impossibile da raccontare, visto che il film si sviluppa su almeno tre o quattro livelli: il suicidio della misteriosa Velma Duran e del suo compagno Rafe Taschen che nei loro traffici con Cuba si ritrovano a dover giustificare la scomparsa di 100 milioni di dollari, la blogger che è convinta che questo suicidio sia tutta una messinscena, l’agente delle assicurazioni incaricato di scoprire come siano andate davvero le cose, il giovane e famoso regista americano che si appassiona così tanto alla storia di Velma da volere a tutti costi farne il film («Non è la solita stronzata hollywoodiana è la mia stronzata hollywoodiana») e che, immancabilmente, si innamora della sconosciuta attrice che ha scelto come protagonista, la quale, a sua volta, risulta così somigliante alla “vera” Velma Duran da far nascere il concreto sospetto che si tratti davvero di lei. Tutte queste storie si stratificano e si compenetrano tra la vita del set, le riprese, la realtà, i flashback, i salti temporali e spaziali, i personaggi che non sono ciò che sembrano e quelli che, invece, rivelano lati oscuri inaspettati, costituendo così un complesso insieme di elementi che si mischiano e si confondono attraverso passaggi impercettibili, che spiazzano lo spettatore, negandogli qualsiasi punto di riferimento. Passaggi impercettibili come la lenta carrellata in avanti che all’inizio del film fa entrare il pubblico dentro lo schermo di un computer nel quale la blogger ha inserito il DVD (masterizzato) del film Road to Nowhere, che sembra proprio un esplicito omaggio di Hellman all’ingenuità delle sue radici di cineasta indipendente.

 

La prima cosa che viene in mente nel cercare di seguire, decifrare o soltanto accettare la storia di Road to Nowhere, è, quasi inevitabilmente, quella di riallacciarsi a David Lynch, alle sue Lost Highway e ai suoi incroci in Mulholland Drive, tanto che può sfiorare anche il dubbio che, alla base di tutto, ci sia un certo manierismo narrativo, ma qui ogni cosa si svolge alla luce del sole, senza atmosfere cupe o disturbate, con un’immagine nitida ed una fotografia luminosa che sembra negare le sue atmosfere noir. Ci troviamo ancora una volta su una strada perduta, che non porta da nessuna parte e che, però, nessuno ha ancora mai percorso.

 


 

Se qualcosa di veramente diverso, innovativo, straniante, affascinante e non chiaramente decifrabile si è visto quest’anno a Venezia lo si deve in particolar modo a questo regista quasi ottantenne che ha dimostrato di essere almeno due generazioni più avanti di un Aronofsky, che ha la metà dei suoi anni, ed anche della sua capacità di ripensare il cinema. Da vero “uomo dell’inferno” Hellman ha voluto ulteriormente confondere le idee dichiarando che Road to Nowhere non era stato pensato in quel modo e che si è rivelato un vero proprio work in progress, subendo continui cambiamenti durante le riprese, condividendone democraticamente la paternità con tutta la troupe: «Il film è una celebrazione del potere che il cinema ha esercitato sull’immaginazione di noi che l’abbiamo realizzato, una verifica dell’elasticità della nostra sospensione volontaria dell’incredulità. Diamo il benvenuto al pubblico come ultimo collaboratore». Con la speranza, aggiungiamo, che il pubblico sia pronto a questa collaborazione.

 

P.S. Per onor del vero va detto che Monte Helmann è stato il produttore esecutivo de Le iene ed il suo nome figura tra gli special thanks di Inglorious Bastards; il buon Quentin ha fatto bene a non curarsi di eventuali polemiche ed a premiarlo con il "Leone d'oro speciale per l'insieme della sua opera", si tratta pur sempre di una Mostra "d'arte cinematografica".

 

Road to nowhere
cast cast & credits
 



 
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