Tra Carlitos Way e Paolo Sorrentino si snoda la vicenda di un poveraccio, cassiere nel carcere di Poggioreale, solitario e giocatore che rubacchia regolarmente prima di mettere in cassa le entrate della giornata per poi andarsele a giocare in una bisca clandestina, nel retro di un ristorante cinese, insieme a loschi figuri non così loschi però come lavvocato upper class che in realtà li frega tutti. A Napoli, ovviamente è più facile essere malamente che galantuomini. Oppure ciofeche. Gorbaciof (Toni Servillo con vistosa macchia sulla fronte che gli vale appunto il nomignolo che nulla ha a che fare con lo sfortunato riformatore dellUnione Sovietica) è, appunto, una ciofeca.
E quindi non gli resta che accumulare pasticci e errori quando, entrando regolarmente nel retrobottega del ristorante per la quotidiana partita, incrocia sempre più spesso lo sguardo puro e spaurito della figlia del biscazziere cinese e se ne innamora (dello sguardo prima e di tutta la persona poi). E cerca quindi a modo suo di riscattarla, prima saldando i debiti del padre, poi rubando sempre più dalla cassa del carcere, poi giocando forsennatamente e quindi perdendo, poi legandosi mani e piedi con il corrottissimo sottufficiale del carcere e poi, …poi, altrettanto ovviamente, vivendo con la fanciulla qualche innocente pomeriggio di libertà (forse vero forse sognato) prima del colpo grosso che gli permetterà di fuggire con lei verso non identificate mete esotiche. Ben si sa che i debiti di gioco sono terribili e vanno sempre saldati. Di pasticcio in pasticcio si arriva alla resa dei conti, al colpo criminoso, alla fuga precipitosa dopo una rapina, al colpo di pistola partito per errore. Fine. La dolce cinesina attenderà invano il suo riscatto, in aeroporto, coi biglietti in mano.
E evidente che si tratta di un film di genere, girato dal regista Stefano Incerti con piena consapevolezza. Un buon poliziesco napoletano che pesca nella miglior tradizione teatrale partenopea i suoi interpreti (cinesina esclusa) Geppi Glejeses, Nello Mascia e, soprattutto, vera ragione del film il meraviglioso, linimitabile, leccelso Toni Servillo. Bravo come sempre ma con qualche compiacimento di troppo, il nostro miglior attore dovrebbe forse ceder meno alla generosità e diventare un po più avaro. Dovrebbe farsi desiderare un po di più prima che la sua classe eccelsa si svaluti nellinflazione. |
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