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Fondamentalismo latelliano

di Mariagiovanna Grifi
  Auguri e figli maschi!
Data di pubblicazione su web 30/06/2010  

Antonio Latella ha presentato al Napoli Teatro Festival Auguri e figli maschi!, una maratona di sei monologhi che anticipa il suo progetto culturale in qualità di neo-direttore artistico del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli: creare una compagnia stabile composta da sei attori e proporre ogni anno un tema su cui lavorare. Quest'anno la compagnia si soffermerà sul Fondamentalismo, non solo nella sua accezione religiosa, ma anche politica e culturale. Per Fondamentalismo, infatti, il regista intende ogni tipo di credenza secondo cui il proprio punto di vista, la propria cultura o la propria religione, sarebbe l’unico giusto e infallibile, con una conseguente mancanza di dialogo e confronto.

 


I monologo: Valentina Vacca

 

Il viola è colore dominante di tutte le pièces, dalle pareti al pavimento, dai costumi agli accessori degli interpreti. Oltre ad essere il colore che designa la religiosità, il viola è anche uno dei pochi colori dello spettro elettromagnetico che l’occhio umano riesce a vedere. Simbolicamente, quindi, va a rappresentare il limite della percezione umana. In tutti i monologhi presentati, infatti, i personaggi appaiono completamente avviluppati da un’idea, un sentimento, un pensiero che predomina sugli altri e non permette loro di guardare oltre: la legge del clan, la liberazione di un popolo, l’amore materno, l’affezione e la fedeltà al padrone, il legame imprescindibile tra esistenza e arte.

 


II monologo: Caterina Carpio

 

I primi due monologhi, di forte impatto emotivo, trattano di due donne vittime di una cultura religiosa asfissiante. Valentina Vacca interpreta egregiamente la turca Mariam, nativa della città di Batman, nota come la “città delle suicide”: lì alle donne viene data la morte o imposto il suicidio da parte dei parenti per “questioni d’onore”; dopo che la stessa sorte è toccata alla sua compagna di scuola, la ragazza fugge in Italia e si costruisce una nuova vita. Oltre agli eventi narrati colpiscono la versatilità dell’attrice nel mostrare gli aspetti più drammatici ma anche più spensierati del personaggio, e l’ironia con cui l’autore Ken Ponzio si prende gioco della società odierna.

 


III monologo: Massimiliano Loizzi

 

Il testo di Alexandra Millner è interpretato da Caterina Carpio nei panni di Ayaan Hirsi Alì, ragazza musulmana che si ribella alla prigionia e sottomissione femminile islamica, simboleggiate dal tradizionale velo nero. La donna lotta affinchè la tolleranza non sia solo «protezione di una minoranza», ma diventi comunanza e uguaglianza. La messinscena risulta pesante per tutta la prima parte in cui la rabbia e l’orrore per i soprusi subiti sono urlati dall’attrice completamente al buio. Un buio che evidenzia la negazione del sé, la cancellazione dell’individualità e della personalità delle donne nella cultura musulmana.

 


IV monologo: Candida Nieri

 

Poco interessanti i monologhi successivi: Kamikaze number five di Giuseppe Massa, interpretato da Massimiliano Loizzi, kamikaze che si racconta nelle sue ultime ore prima dell’esplosione come in un pezzo da cabaret; e Maria di Francesca Manieri, urlo disperato e delirante di una madre che ha perso il proprio figlio malato, interpretata da un’ottima Candida Nieri, in un testo troppo contorto e stancante anche la messinscena. Daniele Fior veste i panni di un gatto nero (monologo scritto da Letizia Russo, tratto da The black Cat di Edgar Allan Poe) che osserva la furia omicida del suo padrone continuando ad amarlo inesorabilmente nonostante le cattiverie subite: poetico nel movimento e nel tono della voce. Interpreta il testo di Federico Bellini il bravo attore Giovanni Franzoni, un Francis Bacon, pittore del secondo dopoguerra, nelle ore successive al suicidio del suo amante e modello George Dyer: l’ambiente claustrofobico tipico dei quadri dell’artista è circoscritto da calici di vino e da una solita lampadina come unico punto di luce nel dolore.

 


V monologo: Daniele Fior

 

In queste nove ore di spettacolo, però, il confronto con l’integralismo non sempre ha suscitato sentimenti forti, quali rabbia, compassione, amarezza, a causa di alcuni testi, a nostro avviso, poco comunicativi. Ci auguriamo che l’interessante progetto di Latella, che si avvarrà dei sei attori citati e di altrettanti registi con l’ausilio dei due drammaturghi Federico Bellini e Linda Dalisi, possa produrre frutti migliori.

Auguri e figli maschi!
cast cast & credits
 



VI monologo:
Giovanni Franzoni
 
 
 
 
Foto di
Laura Ferrari



 
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