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Operazione antipatia, numero due

di Roberto Fedi
  Telecronache mondiali
Data di pubblicazione su web 14/06/2010  

Sappiamo perfettamente che stasera alle 20 e 30 l’Italia, come dicono i giornali, si fermerà. Un black out come nella serie (strepitosa) Flash forward della statunitense ABC ora su Fox Italia? No, molto meno. Lo sapete, lo sappiamo: gioca la Nazionale in Sudafrica.

 

Abbiamo già detto nella nota precedente a questa tutto il male possibile della Rai, che ‘copre’ l’evento per un terzo, lasciando il resto a Sky. Se avete visto qualche partita, inutile ripetervi fino alla disperazione che i commenti in telecronaca sono esiziali: il peggiore, finora, è stato Dossena, chissà perché affiancato a un discreto e sobrio telecronista Rai poco sfruttato proprio perché bravino, tale Gianni Bezzi – ci pare. Questo Dossena, medio giocatore ai suoi tempi e poi allenatore nei voti (i suoi) ma non nei risultati (la sua ultima panchina è stata sette anni fa quella della Lodigiani, tanto per dire), è insopportabile e non si sa perché supponente. Trancia giudizi del tipo “io, da allenatore…” parlando dell’Inghilterra e degli Stati Uniti (l’Inghilterra ha Capello, e dico poco), fa un tifo sfegatato per i bianchi di Capello, maltratta gli avversari, quando il portiere Green dell’Inghilterra si fa passare un tiretto da ragazzi urla un “nooooo!!!” di tale intensità tifoide che non si sente neanche allo stadio, e via così. Per di più, contraddice spesso e volentieri il telecronista, molto più bravo di lui, salvo poi scusarsi nel secondo tempo per aver giudicato male (il commentatore aveva avuto ragione), aggiungendo però che è la prima e l’ultima volta che l’avrebbe fatto. Non si capisce come abbia fatto il Bezzi a non mandarlo a quel paese in diretta.

 

Mai sentito uno così. Ci si chiede come la Rai li scovi, questi qua. Fa un concorso? Fa fare delle prove? Sono amici loro? Tira a sorte? Mistero. Ci piacerebbe anche sapere, già che siamo in un periodo di compensi sbandierati coram populo come abbiamo già commentato pochi giorni fa, quanto prendono questi fenomeni. A proposito: il Travaglio ha anticipato tutti rivelando che prendeva 1.500 euri a puntata, per Annozero. Nostro commento: troppi. Chiusa la parentesi.

 

Stasera però ci toccherà sentire il duo più scalcagnato della storia della Tv: Civoli & Bagni. Costoro sono un vivente monstrum televisivo a due teste. Il Civoli, telecronista di ruolo, parlotta a se stesso più che agli spettatori; il Bagni, un mistero televisivo sul serio, ridacchia, bofonchia, dice cose che capisce solo lui, ride delle sue battute che nessuno ha capito, si lancia in arzigogoli sintattici che non sa governare per raccontarci la vita di questo o quel giocatore, e si ha l’impressione che di calcio come strategia o tattica non ci capisca nulla. Ha una capacità di parola pari a zero, anzi sotto: non crediamo che riesca a formare una frase con più di cinque-sei parole quando proprio è in forma, e naturalmente conosce solo la paratassi (“e… e… e…”), sfuggendogli totalmente l’esistenza, non si dice figuriamoci il termine, dell’ipotassi – insomma, ogni tanto qualche subordinata ci starebbe anche bene, che so?, “non essendo riuscito a stoppare, ha perso il pallone”: robetta facile. Nisba.

 

Una frana. L’incredibile è quando parlano fra di loro, i due compagnoni, fregandosene bellamente della partita e di quello che vedono (vedono?) sul campo. Minuti interi senza una parola sul gioco, che intanto si svolge e va avanti in barba alla loro sgangherata oratoria. Bagni, poi, visto che il pallone corre veloce e spesso velocissimo, non riesce a stare dietro con le parole a ciò che fanno i giocatori, per cui il suo commento (inutile: tutti hanno visto che lo stop, per dire, è stato di destro o simili) arriva per giunta sempre quando l’azione si è già conclusa da tempo, e intanto i calciatori sono già dall’altra parte.

 

Una pena. In altre partite, un compassato Collovati (anche lui: come ci è capitato lì?) non si è ancora reso conto che rispetto a una trentina d’anni fa, quando giocava lui, il gioco è veloce quattro volte tanto. Non riuscendo neanche lui, pure un po’ meno bofonchiante di Bagni (ci vuole poco), a star dietro al gioco con la sua lentezza espressiva e forse anche concettuale, di fatto commenta una partita già avvenuta.

 

Insomma. Stasera guarderemo l’Italia. Speriamo solo che il suono continuo delle zuzuelas, le trombette che a tutti danno fastidio fuorché a noi che guardiamo e sentiamo la Rai, sovrastino i borborigmi di questi fenomeni. Se ne avessimo una, la suoneremmo anche noi.

 

PS. I più attenti fra i nostri lettori forse si sono accorti che il titolo di questo articolo è lo stesso che usammo quattro anni fa per i Mondiali in Germania. Allora portò bene. Rimanendo quella italiana la più antipatica (dopo quella francese: così un sondaggio di un quotidiano italiano nazionale) delle squadre in Sudafrica, chissà però che anche stavolta…     








 
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