È davvero un raffinatissimo dramma sentimentale quello presentato dal regista tedesco Christoph Hochhäusler nella sezione «Un Certain Regard». Unter Dir Die Stadt, prodotto da Edgar Reitz, conferma lottima salute di cui gode oggi il cinema tedesco, protagonista indiscusso della rinnovata centralità (non solo culturale) conquistata dalla Germania nellEuropa dinizio millennio. Ambientato in una Francoforte grigia e alienante (in cui il tessuto urbano della vecchia città è ormai scomparso dietro i giganteschi palazzi della city finanziaria), il film ha al centro della storia un uomo (Robert Hunger-Büler) e una donna (Nicolette Krebitz), che si conoscono per caso durante unesposizione di arte contemporanea, provando unattrazione reciproca alla quale non sanno resistere; qualche giorno più tardi, sincontrano di nuovo per caso e decidono di andare in un caffè. I due sconosciuti – ambedue sposati – si lasciano pian piano travolgere dallinspiegabile fascino che luno esercita sullaltra. Luomo, potente dirigente di una grossa banca daffari dove Steve (Mark Waschke), il marito della donna, è impiegato, ha labitudine di ottenere molto facilmente tutto ciò che vuole. Organizza così il trasferimento di Steve in Indonesia, per rimpiazzare il responsabile locale recentemente assassinato. Alloscuro delle manovre di Roland, Svenja cede sempre di più alle sue avances…
Una scena del film
La dinamica narrativa del film, che segue la traiettoria della difficile e contrastante relazione tra due personaggi profondamente diversi luno dallaltra, ma molto simili nella cedevolezza alle proprie pulsioni erotiche, si riflette su tutti gli elementi del film, a partire dallo spazio scenico, che presenta una serie di luoghi e situazioni piuttosto codificati: le raffinate camere dalbergo, le ville di proprietà, le automobili lussuose ecc. Ma ciò che colpisce maggiormente, in questa sorta di Grande Gatsby tedesco è il gigantismo alienante degli enormi palazzi in cui si trovano gli uffici delle banche, fatti allesterno da vetri da cui in realtà non si riesce a intravedere nulla. E forse la metafora più forte del film: dietro questo velo solo apparentemente trasparente si consumano le più oscure manovre dellanimo umano, sublimate dalla dimensione impenetrabile e invasiva del Potere. Sembra che lo spazio dei sentimenti debba ormai necessariamente passare e confondersi con le dinamiche della truffa e del malcostume finanziario, in nome di un agire al di fuori delle regole che schiaccia inesorabilmente ogni ostacolo che incontra.
Lemergere nel film di un altro importante tema, caro da sempre al cinema tedesco, come la rielaborazione luttuosa della memoria, non affatica, ma irrobustisce il ritmo del film, costruito attraverso un montaggio lineare, una fotografia virata sui colori freddi (grigio, blu, nero) e un uso discreto e mai invasivo della musica. Ottima poi la prova degli attori, splendidamente calati in unatmosfera di continua tensione emotiva.
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