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Repetita iuvant?

di Roberto Fedi
  Repetita iuvant?
Data di pubblicazione su web 09/05/2010  

Antonellona Clericiona per noi è un mistero, anzi un misterone. Come possa fare ad avere il successo che ha in Tv, non l’abbiamo capito. È abbondante, e va bene: ma, per il resto, ci si ferma lì. Si vede che le taglie forti ‘tirano’, come suol dirsi. A noi le taglie forti sono simpatiche, ma solo quando sono oggetto di mobbing. Qui proprio non si direbbe. E poi dovrebbero saper fare qualcosa, sant’iddìo.

 

Il Festivalone di Sanremone è stato un successone, grazie (chissà) proprio alla Clericiona. Misterone anche quello. A tal punto che tornerà, forse grazie al successone alle spallone, anche in La prova del cuoco, che da ora in poi chiameremo La prova della cuocona, ovviamente. Oddìo: chi l’aveva sostituita, a dire della Clericiona approfittando furbescamente della gravidanza della suddettona, chiaramente era un pesce fuor d’acqua, anzi di pentola, visto l’argomento. Si vedeva lontano un miglio che era sì più magra e più alta, insomma una delle tante che circolano in Tv al punto che non ci ricordiamo il nome né lo vogliamo cercare su Internet. Ma che mai in vita sua era stata dietro a un fornello, neanche per scherzo. L’Antonellona non lo sappiamo, ma se il phisique du rτle conta qualcosa, almeno dal punto di vista semiotico e insomma come immagine e ‘segno’, lei ce l’ha di sicuro. Quindi, che sia tornata siamo quasi contenti.

 

Non è contenta la conduttrice che sarebbe fatta fuori, che – abbiamo controllato, ma solo per completezza – si chiama Elisa Isoardi e scommetteremmo un’amatriciana che non l’avete mai sentita rammentare. La quale, alla prospettiva del ritorno in grande, anzi grosso, stile della Clericiona ha promesso: “Se sarà necessario mi incatenerò davanti ai cancelli della Rai”. Noi avremmo detto ‘ai fornelli’. In soldoni, vogliamo dire che in autunno quando il programma riprenderà, orfano o così sembra del Bigazzi cucinatore di gatti, ne vedremo delle belle (è solo un modo di dire, naturalmente).

 

Perché ci occupiamo di questa ciccia? Perché sabato 8 maggio ci siamo visti Ti lascio una canzone, Rai Uno prima serata. Siamo rimasti di sale – che, visto che parlavamo prima di un programma di cucina ruspante, è però il caso di dire che andrebbe usato con parsimonia (fa alzare la pressione, ragazzi: e se dopo cena vedete questi programmi vi viene un colpo, e poi non dite che non vi avevamo avvertiti).

 

In sintesi: ci siamo sentiti vittima di un shock spazio-temporale. Cavolo, abbiamo detto: ma questo s’era già visto da un’altra parte. Poi ci è tornata la memoria, dopo lo shock: solo che lì c’era il finto simpatico Gerry Scotti e il programmaccio si chiamava Io canto, Canale 5. Ne avevamo anche parlato: Il  ritorno di Erode.

 

Domanda: si può fare lo stesso programma, più o meno, su Canale 5 e Rai Uno? Pare di sì. Perché anche qui cantano i bambini, che – lasciatecelo dire fuori dai denti – ci sono per carità tanto simpatici ma quando cantano ci fanno due palle così. Stesso format, insomma, come suol dirsi nella società della riproducibilità ad libitum – non abbiamo osato scrivere ‘dell’opera d’arte’, che sarebbe il titolo di un famoso saggio di Walter Benjamin, 1936. Non gli stessi bamboccini ma quasi perché qui, oh che variante!, sono solo leggermente più grandi, ma fanno sempre due palle così, anzi peggio. Anche la stazza del conduttore o conduttrice è la stessa, si direbbe.

 

I bambini o ragazzini, ripetiamo, cantano. Che sorpresa, ragazzi. C’è una giuria: sorpresona bis, con una novità, perché votano anche gli orchestrali. Caspita. Il titolo qui è diverso, ed è ripreso da una brutta canzone di Gino Paoli. La Clerici ballonzola di qua e di là, e ovviamente ride. Si può capire: anche noi, nei suoi panni che comunque ci starebbero larghi, si riderebbe da scompisciarsi. Quanto al resto, si rinvia all’articolo che avevamo già scritto per Gerry Scotti, sopra citato. A noi, sapete com’è, dispiace dire due volte le stesse cose.

 

Repetita iuvant, insomma? Sì, ad aumentare il nostro tasso di inquinamento mentale. Se poi si pensa che questa roba dura da tre anni, sempre sotto le tettone protettive della Clericiona, ci viene da apprezzare quelle che fanno le diete più crudeli e masochistiche ma almeno entrano nel reggiseno.

 

PS. Come si apprende da Wikipedia, il programmaccio della Clerici ha avuto, oltre che in Italia, un grande successo anche in Turchia. Ognuno tragga da sé le conclusioni, se vuole e se è (come  noi) del tutto politicamente scorretto.







 
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