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Rai: de tutto, de gnente (4)

di Roberto Fedi
  Parrucchiera
Data di pubblicazione su web 01/02/2010  

Questo articolo, avvertiamo subito, è riservato alle lettrici. Non è detto che i lettori non possano leggerlo, tant’è vero che è scritto da un uomo; ma è espressamente pensato per le nostre gentili amiche. Vediamo perché.

 

Perché sabato scorso, ahimè, abbiamo acceso la televisione su RaiUno, poco dopo le 14. Così, tanto per noia. E siamo incappati in uno dei programmi, lasciatecelo dire, più offensivi che la Rai abbia mandato in onda da un pezzo. Si tratta di Le amiche del sabato, che dura due ore ed è condotto in studio da tali Lorella Landi e Danilo Fumiento, di cui non saper nulla è bello. E il programma (“il salotto al femminile di RaiUno”, dice la pubblicità) è così inguardabile per qualsiasi persona dotata di una dose appena accettabile di intelligenza e coscienza, e anche di un po’ di senso del decoro, che ce lo siamo guardato tutto. Non perché non abbiamo queste qualità – o almeno si spera. Ma perché il calice, ragazze, si deve bere fino in fondo. Magari chissà, abbiamo scontato qualche peccatuccio – anzi, peccatone, visto quello che c’è toccato vedere.

 

Questo bel pezzo di pomeriggio prefestivo è, come da titolo, dedicato alle donne. Fin qui, nulla di male. C’è uno studio arredato come una sala d’attesa di una parrucchiera (altro che salotto!), o quasi. Sulle sedie, quattro signore, che quando l’abbiamo visto noi erano Romina Power già Albano, Silvia Giacobini (onnipresente e insopportabile: dirige giornaletti di gossip), poi la figlia di Claudio Villa, che canta ma soprattutto ha scritto due romanzi che almeno a noi sono passati del tutto inosservati ed era lì appunto per pubblicizzare l’ultimo: dedicato, provate a indovinare? alla violenza sulle donne. Caspita, che originalità. Poi un’attricetta (era giovane)  di cui non ci ricordiamo né ci vogliamo ricordare il nome, presentata come se fosse un premio Oscar e a noi del tutto sconosciuta, ma ex miss Qualcosa. Insomma: studio ricco, mi ci ficco.

 

Il concetto-guida del programma deve essere questo, come abbiamo capito subito e ci ha confermato la visione. E cioè che le donne sono sceme. E come tali di cosa parlano? Ma di scemenze, si capisce. Gossip (lui sta con lei, no con quell’altra, ma forse va a letto anche con una terza…), bischerate sfuse, un po’ di salute, qualche ammazzamento di quelli bestiali. In altre parole, le cose di cui si dice (noi onestamente non ne abbiamo conoscenza diretta, ma solo riferita) che si discuta fra uno shampoo e una messa in piega o un colore (si dice così?) dalla parrucchiera.

 

Entriamo nel merito. Trascurando le solite gossippate (ci fanno senso), prendiamo la salute. Beh, direte, è una cosa importante, accidenti. Ad esempio: il tumore al seno. Già, ma come se ne parla dalla parrucchiera? Più o meno, crediamo, come si parla della love story fra Clooney e la Canalis: mah, speriamo bene… E certo che è una cosa seria… Tocchiamo ferro… O almeno così se ne è parlato lì. C’era la figlia di Lino Banfi, che appunto ha avuto quella terribile esperienza, di cui il padre parlò (guarda caso) in diretta in un programma televisivo, da noi regolarmente recensito e mazziato (Noi stiamo bene, grazie). La quale parla del fatto, fra i sospiri delle quattro dame in sala d’attesa. Cosa avranno detto? Ma naturalmente cose del tipo ‘che forza d’animo…’, ‘che coraggio’, ‘brava’. Con regolamentare applauso del pubblico, si capisce.

 

Insomma, da vergognarsi a sentirle e a guardarle. Poi, ecco il lato sociale (il bel programmino è strutturato in siparietti, diciamo così). Le liti condominiali. Cose grosse, come ognuno di noi sa bene. E i servizi filmati su cosa sono? Sul tremendo delitto di Erba (i due vicini di casa che fanno una strage) e su uno di Rimini (una ragazza uccisa dall’inquilino del piano di sopra fuori di testa). Cavolo. Questo sarebbe l’approfondimento del problema? Si direbbe di no: è solo il trash, per come è raccontato e non per la cosa in sé, che è tragicissima; sono i cascami, il becero, il turpe del problema. Come si racconterebbe fra donnette rintronate da una parrucchiera di provincia – beh, anche fra ometti rintronati da un parrucchiere.

 

A sera, quasi quasi volevamo andare dai nostri condomini a ringraziarli di non averci ancora ammazzato. E dalle quattro belle statuine in sala d’attesa cosa arrivava? Come si può immaginare, qualche commento da bella statuina in attesa dello shampoo. Sorrisi, poche ma sentite parole (la meglio, se volete sapere il nostro parere, era Romina Power, a cui evidentemente la lontananza da Albano deve aver fatto un gran bene). Basta?

 

No, troppo bello. Alla fine c’è la VIP Parade: dieci VIP (già la parola ci fa schifo: noi la interpretiamo come Very Idiot Person), commentati di solito dalla direttrice gossippara. Chi è in testa? Ma naturalmente Antonellona Clericiona, che così si vede regalato un bello spottone per il Festivalone di Sanremone.

 

Questo bel programmino, che offende l’intelligenza delle donne ma anche degli uomini, dei vecchi e dei bambini, viene trasmesso da Rai International anche in Australia e in Asia, in quanto evidentemente giudicato meritevole di diffusione intercontinentale. Secondo il sito relativo, lo è in quanto le signore presenti, insomma le belle statuine in sala d’attesa, “commentano fatti e argomenti con la tipica sensibilità femminile”.

 

Una volta precisato che noi preferiamo altre donne e altre sensibilità, una chiosa: e poi ci stupiamo se all’estero ci giudicano come ci giudicano, e se nessuno ci prende sul serio.

 

Fanno bene.

 




 
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